C’è il rischio di un allungamento di mesi e mesi delle liste d’attesa a causa dell’arretrato nelle prestazioni a cui ad oggi le ASL non sono in grado di far fronte; un gran numero di persone dovranno affluire negli ospedali e negli ambulatori per visite, analisi, screening, ricoveri ed operazioni, ed è quindi altamente probabile un blocco dopo tre mesi di sospensione. Le ordinanze della regione danno linee guida per creare strutture e percorsi separati ma le ASL non sono attrezzate per soddisfare la richiesta, pertanto bisogna immediatamente intraprendere tutte le azioni necessarie per evitare l’allungamento delle liste d’attesa, infatti la ripresa graduale non tiene conto dei pazienti che hanno urgente necessità di riprendere screening e cure;
Tra quelli con maggiore urgenza ci sono i pazienti oncologici che devono riprendere il percorso usuale di controlli, non mancherebbero anche i casi di interruzione di terapie salva-vita. La ventilata ipotesi di una ripresa a pieno regime solo da settembre, porterà ad una richiesta straordinaria di prestazioni che non potrà essere soddisfatta, non sarà possibile gestire l’incremento del carico di lavoro con sale d’attesa che possono ospitare solo un ridotto numero di pazienti e con un sistema di prenotazioni che deve evitare eccessivi afflussi facendo per di più tamponi preventivi; i problemi strutturali di alcuni ospedali impediscono di scaglionare al meglio i pazienti e questo provocherà ulteriori disagi e allungamenti dei tempi di attesa.
Le ASL devono assolutamente mettere in campo piani puntuali per soddisfare le richieste ed effettuare le mancate prestazioni, ed è grave che ad oggi ancora non ce ne siano considerando il persistere della carenza di mezzi e personale necessari ad un recupero in tempi brevi.
Sono molte le lamentele degli utenti per le migliaia di visite saltate e da recuperare particolarmente in cardiologia, ortopedia, oculistica e pediatria e con la riapertura graduale delle prenotazioni si sono accumulate ulteriori prestazioni ancora da erogare, i piani di recupero vanno a rilento perché non si ha idea di come smaltire l’arretrato, ma risulta evidente che finché non ci saranno altre assunzioni non si potranno aumentare i turni. Per incrementare i servizi e il numero di ore ambulatoriali occorre più personale e più strumentazione, comprensibilmente un processo tutt’altro che rapido e facile ma che questa maggioranza continua evidentemente a sottovalutare.
Le ASL e la Regione devono provvedere al più presto programmando il recupero delle prestazioni arretrate, e destinando, senza indugi, tutte le risorse possibili in quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza sanitaria. Più si dilatano i tempi e più sarà difficile recuperare, con pesanti conseguenze per la cittadinanza e questo non è più tollerabile.