E’ stata approvata nottetempo la legge sul Trasporto Pubblico a firma del consigliere Camillo D’Alessandro.
Una legge approvata con non poche difficoltà da parte della maggioranza poiché il M5S ha evidenziato una serie di criticità sostanziali per una norma che avrebbe potuto essere un’occasione per una vera riorganizzazione del trasporto pubblico locale, anche in funzione di una trasformazione culturale che vada verso una mobilità sostenibile.
La legge D’Alessandro, secondo il Movimento 5 Stelle, non solo mette nuovamente le mani nelle tasche dei cittadini e taglia i servizi, ma rischia anche di non ottenere i risultati sperati: non è con gli aumenti tariffari, infatti, che si può sperare di migliorare la redditività di un sistema in declino.
“Siamo intervenuti con una serie di emendamenti per arginare un disastro annunciato” commentano i consiglieri 5 stelle “L’arroganza con la quale il consigliere D’Alessandro ha gestito questo passaggio” incalzano i consiglieri M5S “non è servita a nascondere le lacune per la garanzia dei servizi, e i problemi che l’aumento di oltre il 15% delle tariffe causerà ai viaggiatori, in particolare alle fasce più deboli”.
“I nostri interventi, prima in commissione e poi in aula, sono serviti ad ottenere una maggiore attenzione verso alcune criticità e a limitare i danni per i cittadini. Abbiamo infatti ottenuto l’impegno della Giunta a una valutazione degli indicatori oggettivi che influenzano l’accesso e la fruibilità del servizio prima di effettuare la soppressione delle linee; il forte impegno nel contrasto all’evasione tariffaria, azione che aiuterebbe, questa si” spiegano i 5 stelle “a migliorare quel rapporto ricavi – costi che oggi genera le penalità sui trasferimenti”; l’ampliamento dell’esenzione per gli studenti per le tratte verso luoghi di interesse culturale oltre che per sedi scolastiche ed il trasporto gratuito per chi certifica un’invalidità pari al 74%”.
“Sono modifiche necessarie ma che non bastano a risolvere i problemi di una legge odiosa che non otterrà i risultati sperati” sottolineano i consiglieri 5 stelle “una cosa è certa, con il M5S al governo le scelte sarebbero state effettuate in altra direzione. Riteniamo infatti che la mobilità pubblica non debba essere vista come la seconda scelta per chi abita in aree interne o versa in condizioni economiche disagiate. Non ci piace pensare a una regione dove i ricchi sono autorizzati a muoversi con mezzi privati e i meno abbienti prendono il bus. Usufruire dei mezzi pubblici deve essere una spinta dettata da un modo diverso di concepire la mobilità, pensando all’ambiente con la riduzione del traffico cittadino e dell’inquinamento in piena fruibilità delle aree metropolitane, ma tutto questo passa attraverso un ripensamento integrale del tpl che la maggioranza non ha il desiderio o il coraggio di fare”.