“A San Martino ogni mosto diventa vino” recita il proverbio che introduce la degustazione del vino novello.
Eppure, al di là del mosto che si tramuta in vino, il giorno di San Martino è la nostra festa del Ringraziamento. La stagione agricola è finalmente terminata e ci ha restituito i frutti della terra tra cui proprio il vino legato alla figura di San Martino.
Narra infatti un’antica leggenda che Martino fosse un grande bevitore di vino. Sposato da pochi mesi, era solito discutere quotidianamente con la moglie poiché rincasava quasi sempre ubriaco. Una sera alzò particolarmente il gomito, e per non creare problemi alla giovane moglie in dolce attesa, decise di trascorrere la notte nei pressi della cantina. Durante la notte, la temperatura si abbassò a tal punto che
Martino morì assiderato. Vane furono le ricerche della povera moglie che alla fine, disperata, si rassegnò.
Molti anni trascorsero dalla scomparsa dell’uomo finché un giorno, il figlio di Martino, ormai adulto, si recò in cantina per lavare la vecchia botte. Sorprendentemente si accorse che la botte era stracolma di un vino di alta qualità che, nonostante venisse versato, non terminava mai. La notizia fece il giro del paese e molti curiosi accorsero sul posto. Fu scoperto che nell’interno della botte arrivava il ramo di una vite che nasceva dalla roccia adiacente, e proprio sotto di essa furono trovati i resti del povero Martino.
Da allora San Martino è considerato il protettore del vino. In molte località il santo viene festeggiato con sagre dedicate al vino novello accompagnato dalle castagne, frutto tipico della stagione autunnale.
adm