Meteo. Si tratterà di una vera e proprio “ottobrata” che pare interessare lo stivale entro giovedì, mentre fino a mercoledì saremo ancora influenzati dalle fresche correnti nord-atlantiche che deviano sui Balcani, sfiorando i settori adriatici dello stivale e dando luogo ad una tesa ventilazione e a temperature più fresche. L’alternanza tra nubi e sole, ossia tra addensamenti nuvolosi e qualche schiarita, continuerà nelle prossime ore senza fenomeni significativi, per via delle infiltrazioni d’aria umida dall’area tirrenica. La siccità, purtroppo, si prolungherà: specie da questa stagione estiva, nonostante le ultime piogge, ancora rappresenta un livello rischioso importante, in particolare per il nostro stivale. Gli innocui addensamenti nuvolosi da ovest, saranno in veloce attenuazione e, le cosiddette “ottobrate”, continueranno fino al week-end, sin quando l’anticiclone azzorriano di blocco non mollerà la sua presa.
Faccenda per la quale, sulla nostra penisola, persistano aree anticicloniche caratterizzate da scarse precipitazioni sicuramente scatenate al riscaldamento globale che, alterando la circolazione termoalina mediante lo scioglimento dei ghiacci artici, riduzioni della calotta anomale durante l’Estate boreale, aumenta drasticamente la siccità e i brevi periodi alluvionali o fortemente temporaleschi su gran parte della penisola italiana e sul resto del Mediterraneo e fa crescere, allo stesso tempo, il numero e l’intensità degli Uragani atlantici, diretti verso il continente americano e non solo. La situazione di blocco dei prossimi giorni, consentirà alle masse d’aria molto fresca e instabile, di raggiungere aree Subtropicali e aride o desertiche orientali, là dove si verificano tempeste di sabbia, dunque grandi quantità di sabbia e polveri sollevate dalle raffiche discendenti dei temporali che causano piogge a carattere di nubifragio in tali aree geografiche, sulle quali, secondo il loro sistema climatico, in media cadono 100 mm l’anno. In questo casi, invece, cadono più di 100 mm in un giorno e ciò avviene incredibilmente in pieno deserto, confermando il cambiamento climatico in atto volto ad un’estremizzazione dei fenomeni atmosferici anche e soprattutto in aree ove non si sarebbero potuti verificare, quali piogge torrenziali e, ad esempio, le nevicate che imbiancarono il deserto sahariano/algerino nel mese di Dicembre 2016 che raramente si manifestano, basti pensare che l’ultima nevicata c’è stata nel 2013 ad una distanza di tre anni, mentre nel 1979 fu l’anno di distanza nel quale tali zone videro addirittura la neve (più di trent’anni prima). È tutto.
Grazie per l’attenzione
Riccardo Cicchetti