Meteo. Le fioriture degli alberi, le quali, negli ultimi anni, stanno avvenendo in anticipo mediante l’aria così prematuramente mite, possono aumentare il rischio di allergie che rientrano nelle meteoropatie. In questi tempi, coloro che sono allergici ai pollini, possono essere soggetti a starnuti continui, congiuntivite, prurito e rinite allergica, anche in caso di acari della polvere provenienti da una percentuale di umidità minore, registrata in genere durante tali fasi di alta pressione o anche in caso di pressione atmosferica in diminuzione, sia nell’ambiente esterno che interno, maggiormente in quest’ultimo perché indotto dal sistema di riscaldamento (i termosifoni) delle nostre abitazioni, perciò diventa fondamentale, in questi casi, non tenerli costantemente accesi e fornire sufficiente acqua ai propri umidificatori. Nell’ambiente esterno, invece, il vento, specie se teso, o le correnti ascensionali composte da aria più calda e leggera, possono sollevare e trasportare da una parte all’altra pioppi, pollini e polveri, accrescendo il rischio di allergie, attraverso repentini raffreddori e tosse allergica. Gli sbalzi termici, successivamente, dovuti all’arrivo tardivo di aria fredda di origine artica, solitamente tale per via del Final Warming Polare che, anche quest’anno, indicherà una tarda Primavera fresca e piovosa, dunque il passaggio da un clima moderatamente caldo, improvvisamente ad uno più freddo, consente danni significativi agli alberi appena fioriti, specie agli alberi da frutto e al restante sistema agricolo; bisognerà dunque proteggerli con apposite precauzioni. Le gelate si hanno durante l’attenuazione dei venti molto freddi settentrionali, con un calo termico al di sotto dello zero, fuori dalla norma, durante le ore notturne e nelle prime ore mattutine.
I recenti studi hanno ipotizzato, inoltre, quanto, le temperature facenti parte di un clima temperato, ossia né caldo né freddo, presente nelle nostre medie latitudini, possano favorire la propagazione del virus, in questa fascia latitudinale che comprende anche l’Europa e l’Italia, oltre che gli Stati Uniti, fatta eccezione per la Russia e il Canada (o Nord America), considerate zone molto più fredde nordiche. Tali studi, permettono di individuare come, anche le aree geografiche più inquinate, quali ad esempio la Cina, siano le più soggette alla contrazione del virus. Per quanto riguarda l’Italia, nonostante il passaggio di una debole perturbazione atlantica sulle regioni settentrionali nella giornata di venerdì e, sulle regioni centrali adriatiche, entro sabato, consentirà una diminuzione dello smog o delle polveri sottili nelle grandi aree urbane, già avvenuta nelle ultime ore. La prossima settimana, invece, sarà caratterizzata da un’area di alta pressione che permetterà il ristagno dello smog o delle polveri sottili, nei bassi strati delle grandi città, quali ad esempio Torino, Roma, Milano e Bologna.