Meteo. Il periodo molto mite fuori stagione continua. Tuttavia all’avanguardia ci sono altre perturbazioni afro-mediterranee, di stampo più autunnale. Se saranno intense o meno nell’articolo

ANALISI Meteo. Potremmo goderci l’ottobrata, ossia un periodo più mite e soleggiato fuori stagione ma anche di breve durata, contrassegnato da temperature massime tra i 22° e i 23° Centigradi e un debole aumento dello Scirocco (rispetto alle colonnina di mercurio rappresentate le temperature minime, più fredde in montagna e nelle vallate interne) fino alla giornata di sabato di questa settimana. L’Italia centrale e la Sardegna, infatti, sperimenteranno il transito di una serie di lacune bariche provenienti dalle ondulazioni di una saccatura annessa al Vortice Islandese e dalle ultime ore ben approfondita sulla Penisola Iberica e parte del Portogallo che le rigenera in prossimità della Catena dell’Atlante cambiandone configurazione barica, per tali motivi vengono sospinte verso i mari di levante appartenenti al bacino del Mediterraneo ove sorvolano una superficie marina rimanente come di consueto anche se quest’anno anticipatamente rispetto agli anni trascorsi più calda della media stagione e avente sul Tirreno centro-meridionale temperatura tuttora di natura tropicale vicine ai trenta gradi centigradi o di poco al di sotto in altre zone costiere e innanzitutto marittime, giova un ruolo fondamentale anche lo stau sia alpino ma soprattutto montuoso marocchino (più accentuato in prossimità dello Stretto di Gibilterra) e appenninico dovuto all’incontro con la terraferma e le alture, come dicevo di prima e di dopo, proprio a causa dei contrasti termici anche con le aree interne vallive, ove il periodo fuori stagione ha concetto lo schiacciamento mediante la subsidenza atmosferica dell’aria calda pomeridiana in loco e ancor presente l’escursione  termica sui pendii montuose e in alcune zone vallive più fredde che raccolgono percentuali di umidità durante il giorno. L’energia termica il loco e il richiamo pregnante e umido dai quadranti meridionali, ossia dei venti più miti o tiepidi di Scirocco appena citati alimenterà l’area di convergenza intensificando il transito della seconda goccia fredda, dopo il transito del fronte instabile e temporalesche che ci interesserà nella giornata di lunedì e successivamente martedì risalendo il Sud e il Centro Italia fino a portare variabilità atmosferica sulle regioni del Nord Italia. I rilievi potranno assaporare questa variazione della pressione atmosferica poiché consona e favorevole alla vegetazione autunnale e alla sua variegata attività di colori accesi e imbruniti a partire già dalla giornata di questa domenica, poiché come vi dicevo il bel tempo e il caldo pomeridiano, salvo di notte e al primo mattino con i banchi di nebbia in alcune aree vallive ai piedi dei monti non soggette a ventilazioni nemmeno sotto forma di bava di vento, la ben minima spesso per quanto concerne il nostro territorio non imperante dal punto di vista della Valle Roveto, molto più probabile a banchi e abbastanza bassa nella Piana del Fucino (conca o area fucense provenienti dai pendii più freddi delle montagne che sollevano a trampolino l’aria più calda o più mite indotta dal riscaldamento mattutino con un punto di rimescolamento maggiore di quota verso l’alto), nella Valle Peligna e nella Valle dell’Aterno, ad esclusione delle nubi basse e dunque in presenza di cieli tersi e/o sereni anche nei bassi strati della Troposfera (tutta quanta sgombra da nubi da satellite salvo nei bassissimi strati o strati più prossimi al suolo), ultimo strato dell’atmosfera oggetto preso in esamina dalla Meteorologia e anche dalla Climatologia che la Meteorologia non investe da un punto di vista scientifico il campo meteorologico, manifestazioni di nubi basse e grigiastre presenti sia prima che dopo, oppure in maggioranza in seguito ad un riscaldamento anche se da moderato a lieve con l’avanguardia dell’Inverno meteorologico e del Solstizio d’Inverno che giovano un ruolo fondamentale in tale ambito. La Climatologia insieme alla Meteorologia, seppur diversamente parlando in termini di tempo cronologico, in ambito previsionale, comprende tutto il campo di sapere che riguarda la Stratosfera, parlandone peculiarmente e principalmente, diversamente da quello Meteorologico diviso in altri strati ma il cui strato principale che rappresenta sono la Troposfera e la Tropopausa fino ai 12 km di quota ivi quest’ultima compresa. Le aree più riparate dal vento anche se debole e a tratti come dicevo anche assente e maggiormente più ombreggiate rimangono più fredde e dal punto di vista empirico/osservativo presentano la presenza di nebbia molto bassa e agganciata ai pendii montuosi volta al successivo miglioramento della visibilità e ad un rasserenamento del cielo solo in questi casi priva di nubi basse soprastanti e differenti da tale tipologia di nebbia da condensazione e dalla formazione di rugiada in combutta anche con il punto di rugiada strettamente correlato a quello di condensazione, quale ad esempio l’area di Torano e del Cicolano tra i Simbruini e il Subappennino laziale e abruzzese non ancora coinvolta dal primo mattino dal motore principale di tutti i connotati e i fattori, ossia il riscaldamento mattutino anche se ancora moderato e non più deboli, come vi parlavo e vi chiarifico in tale momento in relazione a quanto affermavamo precedentemente.

EVOLUZIONE E TENDENZA METEO

Tornando a noi, la perturbazione di origine euro-atlantica proveniente dall’area euro-atlantica con il contributo afro-mediterraneo ci attraverserà tra le giornate di domenica e lunedì, iniziando a rapportare in particolare con i rilievi montuosi le prime avvisaglie di un peggioramento delle condizioni meteorologiche di cui stiamo parlando in questo editoriale esplicativo molto più ampio e dettagliato in confronto e come promesso nello scorso aggiornamento meteo a cui vi ho rimandato in maniera stavolta più dettagliata, anche se a tratti più complessa comunque più semplificata. Nella giornata di lunedì sarà interessata la Sardegna e il Centro-Sud Italia, incluse le regioni meridionali, dove le caratteristiche meteorologiche attinenti o correlabili alla fine della stagione estiva e all’inizio del periodo invernale si verificheranno a schiera su tutto il meridione e il centro italico favorendo annuvolamenti composti dunque non solo da nembostrati, ma inizialmente da altocumuli, cumuli e altostrati e successivamente da nubi cumuliformi tra queste anche i cumulonembi. La precedente comparsa di innocue velature, saranno costeggiata da nubi cumuliformi domenica sotto formazione dei temporali di calore in aggancio ai rilievi montuosi e al sollevamento forzato delle termiche indotto dalle aree di bassa pressione presente sulle cime delle montagne che annuncerà la possibilità di temporali isolati e interni ai rilievi appenninici, da localizzati in forma sparsa a tratti anche sotto forma di acquazzoni, successivamente ci saranno invece piogge moderate annesse al transito di una perturbazione più organizzata che comprenderà dalle coste tirreniche a quelle adriatiche. Un altro sistema temporalesco dopo una breve tregua composta da un’alternanza tra nubi, sole e rovesci di pioggia in grado di interessare anche le nottate, si genererà da una lacuna barica composta da aria più fredda in quota o goccia fredda in cut-off, ossia tagliata e isolata fuori dalla sua  circolazione originaria, determinando e generando un sistema temporalesco composto solo ed esclusivamente da cumulonembi maggiormente coperti dalle virghe a grappolo che si sposterà da ovest, ossia dal Tirreno fino ad est, includendo anche le coste meridionali di Lazio e Campania oltre alle restanti regioni del Centro-Sud e in particolare i settori occidentali e del Sud Italia, dando luogo a rapide piogge e temporali anche di forte intensità, accompagnate da raffiche di vento discensionali anche di downburst alimentate dal crollo dato dalla divergenza in quota della nube ossia dalla corrente discensionale rapida discensionale del downdraft, comportando temperature massime e minime successivamente nella norma della stagione autunnale in atto. Tornando ad esemplificare, le piogge interesseranno anche la nostra regione Abruzzo lambendo le coste adriatiche solo inizialmente, perché coinvolgeranno maggiormente le aree occidentali e sud-occidentali, incluso il nostro territorio marsicano, l’area tirrenica ove a partire da qui piegando verso l’entroterra dell’Appennino centro-meridionale e meridionale potrebbero assumere localmente anche forte intensità o carattere ancor più violento e di nubifragio; da prestare la massima attenzione al particolare moto recalcitrante nonché alla probabile generazione di eventi alluvionali in un paese già a forte rischio idrogeologico, attraverso lo smottamento degli argini dei fiumi in piena, dopo la siccità dei primi mesi estivi di cui soffre anche il nostro paese anche a causa del riscaldamento globale che altera sia le circolazioni fredde che calde appartenenti al flusso sia oceanico che alla differenza di quello continentale costituente l’intera circolazione generale dell’atmosfera fungendo e funzionando da equilibrio termico. Il tutto mediante un momentaneo abbassamento della colonnina di mercurio su valori autunnali o tipici della stagione autunnale quasi inoltrata ripristinando un’incisiva escursione termica attraverso l’irraggiamento notturno e il ristagno d’aria moderatamente più fredda in vallata, per poi spostarsi indebolendosi verso est/sud-est, dando spazio a schiarite nel prossimo fine settimana che potrebbe risultare soltanto marginalmente variabile agli argini solo di alcune aree d’Italia senza essere maggiormente focalizzati sulle nevicate sulle Alpi ancora a quote alte di cui torneremo ad occuparci con più probabilità nei prossimi aggiornamenti meteo e in particolare entro il prossimo editoriale meteo di cui ci soffermeremo con particolare analisi e dettaglio su tale ultima ipotesi di tendenza meteo appena illustrata verso taluna conclusione di questo articolo meteo per la quale certi territori si potrebbero trovare o potrebbero risultare nelle condizioni di ipotetiche fase di nubifragi che scatenerebbero anche eventi alluvionali da Nord a Sud, in talune circostanze da prendere tuttora con le pinze data la distanza di tempo che ci separa da quest’ultima tendenza anche e soprattutto al Sud e per i quali anche la conformazione e l’orografia territoriale unita a tali cause-effetto non solo di convezione ma anche di risalita di masse d’aria calda Subtropicale, di cui si occuperanno le aree di Protezione Civili di competenza e i centri professionali in termini di allerta meteo vengano anche a crearsi dei presupposti di energia termica e Cape tratta soprattutto dagli indici rilevabili dalle SSTA, superficie dei mari specie meridionali, più caldi della norma e non solo, anche dai rilievi e l’energia termica in loco più calda della norma e orbene soprattutto dal contesto termico in loco e negli strati troposferici o dell’atmosfera relativa ad essi più vicini o più prossimi al suolo. Per tali motivazioni, ne torneremo a parlare nel prossimo aggiornamento meteo.

Vi ringrazio.

Fonte dell’immagine principale dell’editoriale di approfondimento e di Meteorologia: https://www.fanpage.it/roma/maltempo-oggi-a-roma-e-allerta-meteo-piogge-e-temporali-per-tutta-la-giornata-traffico-in-tilt/

Riccardo Cicchetti

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