Meteo. L’altalena di eventi strettamente correlati alla circolazione atmosferica intravede una situazione a livello barico e configurativo in cui le aree di alta pressione non sono distribuite omogeneamente per tutto l’arco del mese di Maggio 2022 su gran parte dello scacchiere europeo. L’Europa settentrionale rimane l’unica in cui le circolazioni anticicloniche sono ben attive in attinenza anche ad un evento chiamato “Final Warming”, cosiddetto riscaldamento stratosferico polare in tarda stagione invernale, ossia al suo concludersi e il suo successivo manifestarsi, nonché un probabile annuncio dell’evento de El Nino. L’Anticiclone delle Azzorre non è invece ben disposto lungo i meridiani, riesce comunque a deviare mutando la traiettoria delle perturbazioni nord-atlantiche, smorzando il dilaniarsi come una scheggia di impulsi instabili, racchiusa nei meandri della corrente a getto polare (Polar Jet Stream), che veicola le nubi rappresentate dalle perturbazioni munite da una depressione meteorologica di origine extratropicale. Una massa d’aria molto fresca in quota distaccatasi dal Vortice Canadese, poiché il rubinetto del Vortice d’Islanda, la depressione islandese semi-permanente, è stata dissipata nelle infiltrazioni umide e instabili in quota e nella sua traiettoria tracciabile dal flusso zonale, ossia da ovest verso est. La massa d’aria avente temperature molto fredde ad alte quote secondo le isoterme sia in quota che verso il suolo, ha un’origine artico-marittima. La circolazione depressionaria presente sull’Europa centro-orientale destreggia mulinando a causa del dislivello barico, correnti d’aria fredda dai quadranti settentrionali, ossia da nord-est. Le condizioni meteorologiche stabili e soleggiate, infatti, perdureranno solo nel fine settimana poiché, a partire dalla prossima settimana o la settimana entrante, la nostra penisola verrà coinvolta dal flusso portante delle correnti d’aria instabili e più fredde in quota che richiameranno verticalmente correnti ascensionali le cui redini ascendenti genereranno le termiche in prossimità delle cime brulle e parzialmente brulle delle montagne, nonché dei suoli appartenenti agli strati più bassi della Troposfera, facendo sì che si generino nubi cumuliformi costituite da nubi cumuli, in particolare mediocris, umilis gà dalle prime ore della tarda mattinata, i capillatus, il calvus e il cogestus. Nelle prime ore del pomeriggio, le prime celle temporalesche date dai cumulonembi ad incus, ad ottimale e più che sufficiente sviluppo verticale scaturente dal calore latente di condensazione, sia nelle giornate di lunedì, martedì e mercoledì innescheranno fenomeni anche a carattere temporalesco caratterizzati da rovesci di pioggia sotto forma di acquazzoni, anche sparsi e in diffusione sulle aree interne montuose e con buona incidenza sia sui versanti pedemontani occidentali che sul settore appenninico centrale e meridionale. Saranno risparmiate dalla nuvolosità significativa in sviluppo nelle ore diurne della giornata. Le aree potrebbero essere maggiormente localizzate o sotto le sembianze di piovaschi mediante scrosci di pioggia, anche ad essi assegnate grandi dimensioni, a causa del calore resiliente in loco e immagazzinato al primo mattino durante il riscaldamento diurno. Anche per quanto riguarda le giornate successive a lunedì, ossia martedì e mercoledì, dopo una mattinata soleggiata, potrebbero verificarsi rovesci o temporali, mentre dalla metà della prossima settimana fino al week-end, il Nord Italia sarà differentemente alle giornate antecedenti, coinvolto da un sistema perturbato molto organizzato sotto forma di fronte freddo al quale le masse d’aria fredda che precedono si incuneeranno al di sotto di quelle calde che succedono secondo moti di avvezione. Essa si distenderà verso il nord-ovest peninsulare, andando a non garantire condizioni meteorologiche soleggiate e minori ombre pluviometriche rispetto alla variabilità atmosferica attinente all’inizio della settimana che, dal punto di vista contenutistico, dall’inizio della settimana quando saranno le regioni del Centro-Sud ad esserne colpite maggiormente, risparmiando le regioni adriatiche e ioniche le quali saranno coperte dalla copertura composta da altostrati e da altocumuli delle incudini delle cellule temporalesche di modesta intensità, solo inizialmente per quanto riguarda le regioni centrali e meridionali. Tuttavia, sulle aree costiere dell’Italia meridionale questa copertura nuvolosa non darà nessun segno appartenente alle precipitazioni significative. Si tratta della stessa nuvolosità che appartiene al transito successivo della parte più intensa dei sistemi temporaleschi che vengono a generare, là dove la loro intensità in aumento appena transitata si manifesta attraverso lo sviluppo delle Mammatus, nubi temporalesche a forma di “mammella”, tali nubi si dissipano nelle ore successive del manifestarsi di ciascuna cella temporalesca, alternando una schiarita all’altra, le precipitazioni saranno più intense in prossimità dell’angolo retto dei V-Shaped che si verranno a creare là dove si innesteranno gli ingredienti (rilevabili dal Cape Index, ovvero dall’energia termica in conversione in energia del movimento o cinetica tramite la spinta di Archimede), essi stessi necessari per la genesi e, per quanto concerne alcune celle, autorigenerazione dei sistemi temporaleschi, associati a tali punti ne scaturirebbero raffiche di vento discensionali interne e ad apertura a ventaglio verso l’esterno (il downdraft originante il downburst). Le piogge, a mo’ di rovescio o temporale, a suon di brontolii e anche con qualche fulminazione o attività elettrica nube-nube (meno probabile attività nube-terra che dipende dal profilo adiabatico, dalle particelle in più stati di trasformazione e in sfregamento tra di loro nonché al calore e all’umidità presente nei bassi strati): probabile dunque la possibilità di “logoramento” degli oggetti non protetti a bassa quota, dagli agenti atmosferici quali sprazzi di Sole, pioggia e grandine (variabilità spiccata calamitate dal minimo depressionario), a volte e raramente nelle nostre zone interne di dimensioni notevoli. Esse potrebbero essere alternate sulla nostra regione Abruzzo mediante le correnti retrograde in quota, in questo modo avverranno diversi scrosci di pioggia, anche con una buona intensità, tra il moderato e il forte. Le temperature massime, tipiche del tardo periodo primaverile, connotabili dalla formazione delle nubi cumuliformi e dei consequenziali cumulonembi, saranno stazionarie o in lieve aumento, mentre evidenzieranno l’escursione termica alla sera, durante il periodo notturno e al primo mattino (temperature minime in diminuzione), mediante non l’inversione termica, maggiormente attinente raramente ad Estati più fresche (non in presenza dell’Anticiclone delle Azzorre ma dell’Anticiclone nord-africano o promontorio in quota), al tardo periodo autunnale e alle fasi anticicloniche in Inverno. Il crollo delle temperature sarà più diffuso e in maniera più localizzata. La mole delle correnti ascendenti e discendenti interne ed esterne si spazierà all’interno del sistema temporalesco aprendo una sorta di ventaglio nel quale la corrente d’aria soffierà scagliandosi al suolo e attorcigliando la direzione di provenienza e di intensità al variare della quota (il Wind Shear) che proporrà, nelle nostre aree montuose, folate di vento iù moderate rispetto alle aree del settentrione italico. Il prossimo fine settimana vedrà maggiormente le regioni tirreniche centro-meridionali, anziché nel mirino delle ipotesi venga inquadrata un’area dove la zona di convergenza, il punto di congiunzione delle correnti d’aria da sud/sud-est di richiamo, si aggancerà alle correnti d’aria la cui posizione e la successiva collocazione del moto del vortice di bassa pressione dove si genererà il minimo depressionario meteorologico che richiamerà a sé masse d’aria che acquisiranno dalla superficie più mite del bacino tirrenico più umidità (così come dagli altri bacini del Mare Nostrum), ove potrebbe crearsi a mo’ di sobbalzo, una “violenta” spinta ascensionale e la probabile formazione di supercelle, ossia nubi temporalesche dotate di mesociclone e locale bassa pressione rotatoria orizzontale interna. Della fase decisamente instabile e particolarmente perturbata assegnabile anche alle nubi nembostrati oltre che ai cumulonembi che potrebbe accadere nel prossimo fine settimana a priori di quanto appena illustratovi, si può identificare la comparsa degli altocumuli a floccus, chiunque volesse fare delle previsioni meteorologiche amatoriali sul verificarsi degli eventi futuri in base alle condizioni iniziali dell’atmosferica, ma in maniera complessa nell’analisi e l’interpretazione dei modelli fisico-matematici.
Grazie a tutti e al prossimo aggiornamento meteo in forma scritta.
rc
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