Meteo. L’altro volto primaverile si intravede dal cambio di rotta in attuazione: una saccatura nord-atlantica sventaglierà le perturbazioni verso lo stivale

Meteo. L’Anticiclone delle Azzorre che aveva espanso una componente subtropicale sul Mediterraneo e su gran parte dell’Europa centrale si sta completamente indebolendo sulla nostra penisola, cedendo i passi alle prime impronte cicloniche pronte a destabilizzare il terreno barico. In effetti, sulla tavolata a scacchiera euro-atlantica secondo la prospettiva oramai avventatamente di carattere di alta pressione è stata ripristinata una spiccata variabilità delle condizioni meteorologiche a causa di una debole figura barica che si è andata prefigurandosi sul Tirreno centro-meridionale. Si tratta di una goccia fredda o una lacuna barica chiusa all’interno sia dell’Anticiclone delle Azzorre che dell’Anticiclone nord-africano, la quale in questo modo convoglia a sé mediante il dislivello barico, dall’alta alla bassa pressione, masse d’aria polverosa di origine nord-africana, molto miti e rinfrescate nelle zone di montagna dai nevai appenninici, caratteristiche instauratisi attraverso il transito di una serie di perturbazioni che hanno aperto un’altalena di eventi meteorologici contrassegnati da un’area di alta pressione in rinforzo tra un transito di un fronte freddo, caldo ed occlusioni annesse a fasi alterne nonché quasi costantemente sporadiche. La conclusione del mese di Marzo sarà dunque influenzata da un esordio dell’Equinozio di Primavera, con il suo ingresso quest’anno il giorno 20 Marzo 2022, alle ore 15 ora italiana. Le masse d’aria mite a seconda dell’altezza, ossia della quota altimetrica, si sono spartite il gradiente termico verticale e orizzontale e, in tal senso, la Primavera che si concretizzerebbe dal punto di vista meteorologico, farà sì che emergano altri fasi destabilizzate dalle masse d’aria fredda provenienti dal fulcro, ovviamente ancora attivo del Vortice Polare e la sua fucina che coadiuva le irruzioni artiche favorite dal transito dei vortici perturbati ne incrementerebbero il lato molto più volubile, dunque di una Primavera che rispetterà le sue caratteristiche, sia con le piogge, il vento e le nevicate, seguendo anche il famoso proverbio del mese di Marzo pazzerello, guarda il Sole e prendi l’ombrello. Le formazioni nuvolose che si sostituiranno agli altostrati forieri di polveri sahariane attratte e provenienti nonché calamitate dai venti inizialmente di Libeccio e tutt’ora roteanti in sciroccali (dalla Siria e alle dune sabbiose del Sahara) verso il Mediterraneo saranno strutturate in una moltitudine di nembostrati e nubi cumuliformi su quasi tutto il comparto geografico italico complice di una saccatura, ossia di una vasta area di bassa pressione. Le correnti d’aria fredda di Maestrale o Mistral intanto inizieranno ad invorticarsi nella saccatura che avrà già susseguito un vortice di bassa pressione tra i Pirenei e la Francia, dal Golfo del Leone l’aria fredda dilagherà e altri blocchi d’aria di origine artico-marittima scavalcheranno l’arco alpino ondeggiando sotto forma di moti verticali convettivi e turbolenti in prossimità dei rilievi montuosi appenninici, non solo alpini, generando una depressione orografica là dove rappresentata dal modello fisico-matematico americano (GFS) che non intravede i rilievi montuosi, ma i calcoli iniziano a comprendere l’asse della saccatura e il suo moto verso est/sud-est; la medesima traiettoria casualmente e casualmente indefinita di una trottola ad enorme virgola, uno jo jo che segue le caratteristiche caotiche della complessità atmosferica strettamente correlabile alla sua complessità nelle cause e gli effetti postulati e postulabili a livelli di attendibilità dopo il passaggio di perturbazioni del genere nei periodi già trascorsi. Il Maestrale sarà entrato dalla Valle del Rodano e “la rodanata” si attorciglierà in senso antiorario del vortice di bassa pressione che si mulinerà verso il Centro-Nord risucchiando i moti convettivi tramite il ramo della corrente a getto polare ad alta quota, ne scaturirebbero annuvolamenti con associati rovesci di pioggia a tratti anche burrascosi e facenti parte integrante di un’ondata di maltempo a tratti soprattutto severa e anticipatrice di acquazzoni localmente violenti. Il massimo apice di tale fase di acuto maltempo si verificherà dopo la metà della settimana che viene. La settimana che viene vedrà, infatti, il progredire in senso seppur progressivo di condizioni del tempo atmosferico in peggioramento racchiudenti i volti più instabili di una stagione primaverile ricca e ingannatrice di facce di una stessa medaglia e tuttavia ambivalenti di cause/effetti contrapposti nella seconda parte della stagione seppur l’atmosfera non sia una rivendicatrice, le confermano dagli ultimi dati che raffigurano il passaggio di stato da parte di eventi legati alla stratosfera polare nel nostro emisfero boreale, in questo modo aumentano le bipolarità di un vortice polare che si destabilizzerebbe nel suo punto di invecchiamento a livello soprattutto troposferico e i suoi lobi andrebbero a muoversi come il girovagare di enormi virgole sotto le sembianze di fronte freddo avente matrice extratropicale. Molto probabile che l’affondo di tali aree perturbate antiorarie e aventi differenti dislivelli barici nel mese di Aprile, più in basso nel cuore del Mediterraneo si troverebbero nelle collocazioni e condizioni innumerevoli e complesse attinenti ad accrescerne la convergenza in quota con le masse d’aria in spostamento dalle aree tropicali, che siano la maggior parte con più frequenza nel trascorrere del tempo cronologico attinenti ai moti terrestri di rotazione e di rivoluzione, fenomeni meteorologici attingibili e riproducibili a posteriori ad eventi estremi di siccità ove improvvisamente il coefficiente di pioggia caduto tra un mese invernale e primaverile inserto in esso e l’altro risulta in un unico evento contiguo ad altri che lo scatenano comportandolo e dando origine ad episodi a carattere di forte e/o violenta intensità dal rain rate, ossia dell’intervallo di tempo tra la velocità di caduta e l’accumulo della precipitazione sia nevosa che soprattutto piovosa e di grandine nonché di graupel o di neve tonda, eventi anche attinenti alla stagione in atto esattamente in proporzione alla ventilazione, alla convezione e alla diffusione dei pollini e degli allergeni che esse producono dalle fioriture anticipate, i cui fiori se non trasformati in tempo in nutrimento è costretto ad essere inalato e inspirato dalle vie respiratori dei meteoropatici, i quali hanno altre sfaccettature che sono influenzabili da queste connotazioni stagionali, quali ad esempio i reumatismi e i cambiamenti del tempo improvvisi che non a caso rappresentano un mutamento a livello meteorologico e psico-somatico nonché anche caratteriale specie durante un cambiamento climatico di origine in particolare antropica come quest’ultimo: il proverbio “Aprile, dolce dormire” e Marzo che improvvisamente prende sopravvento approvvigionandosi dei giorni di bel tempo e di variabilità in misura minore ne è un classico esempio. L’instabilità in Maggio in parte instabile inizierebbe a brulicare e a troneggiare mediante i brontolii della convezione dei primi temporali, specie i temporali di calore, non solo quelli frontali o di avvezione con i tepori primaverili dati dal riscaldamento diurno più incisivo con le ore di luce o di giorno e la loro incisione in prossimità del Tropico del Cancro per quanto concerne l’avanguardia del Solstizio d’Estate agli esordi del mese estivo una volta trascorsa la sua metà: Giugno.

EVOLUZIONE METEO

L’allargamento dell’Anticiclone delle Azzorre a mo’ di cuneo composto da alti valori di pressione atmosferica a chiusura concentrica in direzione delle Isole Britanniche permetterà, lungo i suoi bordi orientali, lo slittare come in “un Inverno appena concluso e un’Estate non ancora al suo esordio”, di masse d’aria fredda di natura artica entro il prossimo fine settimana avrà dunque guadagnato terreno su gran parte dell’Europa orientale, centro-occidentale e l’Italia, inclusa la penisola italiana, dai versanti orientali della Bora e dell’Adriatico e Ionico dai quadranti nord-orientali e talvolta in deviazione e nel soffio freddo rispetto alla stessa direzione di provenienza dello Scirocco, ossia del Grecale e della Tramontana sul medio-basso Adriatico. Il primo fronte perturbato si incanalerà dall’Europa occidentale sino al bacino del Mediterraneo centrale ove si sparpaglieranno una serie di corpi nuvolosi, molto convergenti con l’umidità assorbita dalle acque superficiali dei bacini del Mediterraneo ove le correnti d’aria dai quadranti meridionali si caricheranno di polveri sottilissime (diametro inferiore ad un micron) dal Sahara oltre ad un aumento dell’umidità partendo da molecole d’aria asciutte o prive di umidità ad impregnate di umidità nonché dei nuclei di condensazione aggregandosi, per l’appunto, ad altre molecole di idrogeno e di ossigeno che si compongono e si ricompongono nella condensazione e nella sublimazione in circostanze di raffreddamento adiabatico e una volta saturo successivamente al superamento del livello di saturazione (sovra-saturazione consequenziale e la divergenza in quota) anche degli strati più bassi tramite irruzione d’aria fredda di origine artico-continentale, ma aventi inizialmente la loro origine polare-marittima in discesa dal Mare del Labrador e destabilizzatasi in nubi esagonali una volta aver sorvolato il Mare del Nord e il Mare Baltico. Due masse d’aria verranno dunque ad incontrarsi, a convergere e a divergere ma ovviamente non si mescoleranno nonché l’aria fredda si incuneerà ripiegandosi a mo’ di fiocco rilasciando e aumentando il richiamo dal vuoto d’aria verso l’alto come il meccanismo di compensazione (calore latente incluso) volto ad ingenerare la circolazione atmosferica come si verifica quella in generale come meccanismo di equilibrio termico, lo stesso contro-bilanciere che si ha inizialmente con i richiami caldo-umidi in questo periodo in seguito all’affondo di una saccatura sulla Penisola Iberica e il Portogallo che, come abbiamo più volte ribadito, possono essere il clou dei fenomeni atmosferici più intensi a causa della traslazione se incrementata da un’azione di blocco dell’alta pressione sulla penisola a barriera a scala globale e un’area di alta pressione livellata e presente solo in quota, il capo cede al transito del fronte instabile e la bassa pressione e il suo minimo annesso in formazione che si nutre degli accumuli come da ristagni freddi in caso di anticiclone in ristagni d’aria caldo-umida, è una fonte di carburante o di energia termica necessaria in un’area a cuore freddo (extra-tropicale) al rigenerarsi o consenziente all’auto-rigenerazione delle figure temporalesca dipendentemente dal quantitativo di energia messa in gioco in loco (termica) note come cumulonembi in celle e multicelle temporalesche, in queste condizioni di cambiamento dei venti con la quota e il suolo di direzione di provenienza e di intensità (Supercelle nel periodo estivo), ma anche in Inverno in annessione alle “shelf cloud” come conseguenze delle correnti verticali ascendenti e discendenti interne ed esterne della macchina termica in qualsiasi stagione. L’accumularsi di tipologie diverse di nubi cumulonembi alternate ai nembostrati che si immergono nelle varietà nuvolose che annulleranno il contesto variabile e la nuvolosità da irregolare fino a farla presentare compatta e meno irregolare in tutti gli strati d’aria dalla bassa alla media Troposfera. Sia le giornate di martedì che di mercoledì e giovedì saranno le protagoniste di un improvviso mutarsi appartenente ad un peggioramento decisivo ed incisivo delle condizioni meteorologiche. L’aria fredda, una volta aver valicato Alpi occidentali e Mar Ligure in contrasto con il crinale sia alpino che appenninico settentrionale ligure e tosco-romagnolo si aggroviglierà in sede alle correnti che si verranno a creare dalla traslazione nella circolazione ciclonica, attuerà una vera e propria avvezione di vorticità positiva che consentirà al completo il guasto meteorologico entro mercoledì e giovedì, caratterizzato da annuvolamenti e rovesci di pioggia anche a carattere temporalesco, uscendo da un Inverno quasi completamente o del tutto “utopico”. Lo zero termico inizierà ad abbassarsi e dai settori tirrenici fino a quelli centrali nonché adriatici entro mercoledì e giovedì l’intensa perturbazione sarà susseguita dall’ingresso non solo da nord-ovest, ma anche da nord-est e le insidie fredde diverranno molto fredde mediante le variabili isoterme, specie di notte, nonostante il tepore sempre più acceso nello brulicare della sua leggerezza d’aria sempre più mite fino a divenire calda e per niente densa né pellicolare. Il tracollo della colonnina di mercurio rappresentato dalle masse d’aria in scorrimento si getterà a capofitto verso il basso e i rovesci di neve tramuteranno mediante l’invorticamento e l’accentuarsi della ventilazione dai quadranti settentrionali e orientali. In tal modo, le nevicate raggiungeranno le basse quote secondo le ultime interpretazione delle ultime modellistiche sulle aree interne montuose del Nord, alpine e prealpine, nonché sul nostro Appennino centrale abruzzese fino a quote molto basse. L’innevamento paesaggistico montano che potrebbe verificarsi durante il fine settimana del mese di Aprile, verrebbe a sciogliersi subito dopo come se fosse caratteristica ambientale, ovviamente della neve marzolina che, secondo uno dei più simpatici proverbi dei nostri Nonni, dura dalla sera alla mattina. Il maltempo sembrerà manifestarsi mediante l’instabilità atmosferica del tempo per tutta la prossima settimana e, all’orizzonte, nonostante i refoli di instabilità tipici della stagione primaverile, il cambio di rotta volgerà nei confronti di un miglioramento decisivo delle condizioni meteorologiche. 

Fonte immagine principale: https://www.ladige.it/montagna/2021/11/30/dopo-la-neve-il-freddo-e-il-vento-14-al-col-dei-rossi-e-12-in-paganella-raffiche-a-108-km-h-a-punta-ces-di-san-martino-di-castrozza-1.3070420

Vi ringrazio e vi rimando comunque al prossimo aggiornamento meteo.

rc

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