“La pubblicazione del DPCM del 10 agosto scorso, tenuto fino ad ora nel cassetto, non solo getta la maschera sulle reali intenzioni centraliste del Governo Renzi ma anche sulle pesanti responsabilità di D’Alfonso e di tutta la maggioranza regionale. Nel DPCM si sottolinea chiaramente come nella regione Abruzzo non sono presenti impianti di incenerimento operativi mentre vi è un prevalente ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e assimilati.
La regione è oggetto di procedura d’infrazione n. 2015/2165 relativa ai Piani di gestione dei rifiuti per violazione dell’art. 28, paragrafo 1 della Direttiva 2008/98/CE poiché non ha rispettato il termine dei sei anni previsto da tale disposizione. La regione Abruzzo presenta un fabbisogno di incenerimento residuo pari a 121.069 tonn/anno; siccome il vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti prevede che l’incenerimento di frazioni non altrimenti riciclabili in impianti dedicati é ammissibile al raggiungimento della media regionale del 40% di raccolta differenziata e visto che ad oggi tale livello si attesta sulla percentuale del 46,1%, ecco che la regione é stata individuata da Renzi per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento di capacità pari a 120.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati tale da soddisfare il relativo fabbisogno residuo regionale.
Il Movimento NcS in Abruzzo si batterà sia per difendere ambiente e salute dei cittadini, entrambi messi a rischio da una gestione dei rifiuti colpevole di D’Alfonso e del PD, oggi certificata, sia per pretendere una gestione finalmente trasparente, efficiente ed economicamente sostenibile del sistema rifiuti abruzzese”
Il Coordinamento regionale Abruzzo di NcS