ORSO MARSICANO, PER SALVARLO DALL’ESTINZIONE SI PENSA AD UNA BANCA DEL SEME

In tutto l’Appennino centrale, di orsi marsicani, se ne contano qualcosa come cinquanta esemplari. Si tratta di un animale molto schivo, assai timoroso e non si conoscono, a memoria d’uomo, episodi di aggressività nei confronti dell’uomo. Durante la stagione invernale, gli orsi marsicani si rintanano in cavità naturali o da loro scavate per passare in uno stato di torpore, non un vero e proprio letargo, che dura mediamente dai tre ai quattro mesi, a seconda delle condizioni climatiche. In questo periodo le femmine, dopo l’accoppiamento  danno alla luce da uno a tre cuccioli che accudiranno per circa due/tre anni prima di allontanarli e cercare un altro partner. Queste cure parentali così prolungate fanno sì che una femmina si riproduca (a partire solitamente dal 4 -5 anno di età) mediamente ogni quattro anni. In natura si registrano esemplari vissuti anche più venti anni. Secondo gli esperti se non si interverrà in tempi rapidi con la banca del seme, l’orso bruno marsicano rischierà davvero l’estinzione.  Un’alternativa possibile è quella di  di un rinsanguamento con orsi dell’area balcanica, sull’esempio dell’operazione compiuta con successo nei primi anni ‘90 in Trentino Alto Adige, mediante il rilascio sul territorio di dieci esemplari di orsi di origine slovena. L’unico problema è che l’orso marsicano e l’orso balcanico non appartengono alla stessa sottospecie e ciò determinerebbe la perdita definitiva della sottospecie marsicana.

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