Un bosco innevato che si dischiude ai turisti, un manto compatto di neve che si apre ai giochi di gruppo e agli amici a 4 zampe, famiglie impegnate in attività ch aiutano ad apprezzare ancor meglio la montagna. Una domenica fuori porta dai lati piacevoli, quella attrezzata dall’Ovindoli Mountain Festival Winter Edition. L’edizione invernale di quest’anno della Festa appenninica è stata dedicata anche al concetto di famiglia in settimana bianca. Le guide alpine: «Impariamo a conoscere la montagna con lentezza e per gradi».
La montagna d’Abruzzo è come il gigante buono delle fiabe più antiche: quando viene risvegliato, con delicatezza, insegna, trasmette, appassiona e riempie i giorni più belli con leggende ed esperienze da imparare di nuovo. In questa piccola similitudine, l’Ovindoli Mountain Festival Winter Edition, edizione invernale 2017, assieme a tutto il suo staff, ha cercato di racchiudere la favola di un weekend diverso dal solito. Si è chiusa con un tetto di 15mila presenze giornaliere, infatti, la domenica ovindolese del 12 febbraio, ultimo giorno di Festival. Tra avventure sulle ciaspole e giochi per i bimbi di ogni età all’aria aperta – curati dalla Cooperativa AmbeCò e dall’Associazione ‘One Love’ – la giornata è trascorsa nella magia della lentezza dell’apprendimento dell’ambiente montano abruzzese e marsicano.
«Occorre approcciarsi alla montagna per gradi, occorre trovare la propria dimensione nel paesaggio invernale e poi amare con orgoglio ogni passo che si fa in avanti. Noi Guide Alpine del Collegio regionale d’Abruzzo e membri dell’Associazione Abruzzo Mountains Wild tentiamo, infatti, di abbattere l’iperurbanismo moderno di oggi con la pratica della calma e della riflessione in ambienti apparentemente ostili all’uomo, quali quelli montani. Il saper usare la bussola e la cartina geografica, l’avere familiarità con l’orientamento nei boschi e nutrire il rispetto per lupi ed orsi, ad esempio – preziosità uniche abruzzesi – sono doti che solo un ambiente montano sa insegnare». La parola d’ordine è stata ciaspolata, sia per i più piccoli che per gli adulti. Imprinting, quindi, con una disciplina che ha puntato, durante i giorni del Festival, a godere della vetta con tutto un altro paio di sforzi fisici e mentali. «Vestirsi a cipolla, essere armati di due paia di guanti, di uno zaino adeguato (con 25/30 chili di capienza almeno) e della lentezza dell’esperienza: questo modo di andare in montagna – ha affermato Domenico Cerasoli, esperto professionista ed iscritto al collegio delle guide alpine d’Abruzzo – rappresenta un piacere, e non una pura prestazione sportiva. L’escursionismo, infatti, come quello che avviene ad Ovindoli, è un modo di affrontare il sentiero montano, condiviso, colorato ed emozionante. Si tratta di una situazione intima e di gruppo assieme: un dolce risveglio di noi stessi, uomini anche di montagna e non solo di città».
L’escursione con le ciaspole non è solo un’attività aerobica, ma è una passeggiata intrapresa per riscoprire anche dettagli faunistici e paesaggistici che, a volte, solo l’Abruzzo riesce ad elaborare, grazie alla sua conformazione ed alla sua biodiversità. A ciò, è stata mirata anche l’attività del gruppo dei bimbi con le ciaspole ai piedi. «La ciaspola è un altro modo di esprimere gli sport invernali,- ha detto Vanessa Ponziani, presidente di Abruzzo Mountains Wild – la natura è un’esperienza in salita e va affrontata sin da piccoli». Presso l’area Mickey Mouse, inoltre, è andata in scena anche la dogactivity con il gruppo ‘One Love’, rivolta ai cani. L’Ovindoli Mountain Festival, quindi, come sua consuetudine oramai, affronta non solo il tema dell’adrenalina con gli sci e gli sport estremi, ma anche la possibilità di stare in montagna in compagnia, con la tranquillità di avere, al proprio fianco, figli e amici a 4 zampe felici ed occupati in divertenti e creative attività.
Gambe divaricate, racchette ad hoc strette nelle mani ed una ‘corsa’ unica per i sentieri del vicino Monte Arso e per la Valle delle Lenzuola, dopo aver preso, ovviamente, la misura del proprio scarpone da montagna sulla ciaspola da indossare, come una seconda scarpa. E non c’è immagine più bella di questa: di un bimbo che muove i suoi primi passi per il mondo, tastando già, con le sue ciaspole adattate ai piedi, il letto amico di monti innevati.