Il Coronavirus ha scombussolato la realtà di
ognuno, ad ogni latitudine nel mondo. Quella che l’OMS ha definito una pandemia dal potenziale di danno enorme
apparentemente sembra inarrestabile e dietro di sé non lascia nulla. I numeri,
drammatici, da bollettino di guerra, che si susseguono giorno dopo giorno
raccontano di tutto, ma prima ancora che di danni economici qui si parla di
danni sociali.
Oltre quindicimila morti, oltre trecentomila contagi, sono numeri che nessuno
avrebbe pronosticato quando, da una città della Cina a molti sconosciuta,
cominciarono ad arrivare le prime avvisaglie del Covid-19. Da allora, in poco
più di due mesi, è cambiato un mondo. Ed è cambiato, inevitabilmente, il mondo
occidentale, simbolo di liberalismo e libertà, di democrazia e
democratizzazione che si è chiuso in se stesso, come forse non avveniva dal
secondo conflitto mondiale. Ecco, appunto, per molti paesi si sta vivendo una
situazione drammatica seconda solo al conflitto che seminò morte e distruzione
in Europa. Il flusso del virus cresce e paesi come la Spagna, la più colpita
dopo l’Italia in Europa Occidentale, e la Germania, hanno preso tutte le misure
necessarie per far fronte al caso. Cauto ottimismo in Penisola, invece, dopo
due giorni di lievi diminuzioni di contagiati e morti, seppur la situazione sia
sempre da tenere sotto controllo col massimo rigore: in Abruzzo, per esempio, si sono registrati 26 casi in più rispetto alla giornata di ieri.
C’è da stringere i denti e resistere.
Intanto non vanno sottovalutati gli altri effetti del virus, quelli che
probabilmente si paleseranno dopo la fine della pandemia. Effetti perlopiù
economici, come logica conseguenza di un mondo in “lock-down”, per dirla
all’inglese. Ma anche di altro tipo: esistono, ad oggi, settori più penalizzati
di altri, inutile negarlo. Tra questi quello del turismo, fortemente
penalizzato. E quello dell’intrattenimento, col gioco d’azzardo in prima linea
a patire gli effetti del virus, tanto in Italia quanto nel mondo. Difatti il
mercato italiano ha già registrato un calo del 9,4%: questo perché il gioco
fisico si è visto penalizzare a causa delle disposizioni che si sono susseguite
dopo il primo focolaio. Anzitutto la chiusura totale della cosiddetta “zona
rossa”, e poi su tutto il territorio nazionale. Ma nel mondo l’intero
settore non se la passa affatto bene e questo è comprovato dai dati: a livello
mondiale, stando alle stime
in proiezione dell’H2 Gambling Capital, si rischia una
riduzione dei ricavi, per tutta la filiera, dell’8%. A titolo di esempio basti
pensare che il casinò di Macao, tra i più noti al mondo, ha visto crollare il
90% dei ricavi, passando dai 25,3 miliardi di un anno fa, agli attuali 3,1. Un crollo
vertiginoso i cui effetti si erano visti già a gennaio, con un -11,3% a causa
anche dei viaggi ridotti imposti dalla Cina per il virus. Se nel 2019 a Macao
si incassavano, tra gennaio e febbraio, circa 50 miliardi, il bilancio di
quest’anno è dimezzato a 25 miliardi. Un danno irreparabile in tutto il
mondo: l’unica speranza resta l’online, in Italia e ad ogni latitudine: ad oggi
il settore online assicura il 13,4% dei ricavi, potrebbe addirittura
raggiungere il 15% entro la seconda metà dell’anno in corso.