Il calcio, lo sappiamo, non è altro che un naturale connubio di emozioni. Un coacervo di sensazioni che ti fanno accapponare la pelle.
Già… perché l’amore per il calcio, alla fine, nasce dalle sue imprese memorabili. Imprese da Camp Nou per capirci. L’impresa, o il “se puede” per dirla nella maniera originale, rappresenta il propellente naturale, il non plus ultra, la benzina. È così, nel suo piccolo, il Pero dei Santi, ispirandosi alle grandi, ispirandosi alle storie memorabili, per poco non strappava, direttamente delle mani del destino, il badge per entrare di diritto nella storia.
Il derby di domenica scorsa, infatti, era molto più che una semplice partita, era l’occasione. L’occasione per riaprire un campionato travolgente. L’occasione per guadagnare lì, sul campo, davanti i propri tifosi, l’opportunità di giocarsela fino alla fine. L’occasione di sfidare la sorte. L’occasione, unica e irripetibile, di scrivere la storia.
Cosi l’autogol di D’Ambrosio e il raddoppio di Simone D’Amico – con il quale la compagine rovetana chiudeva i primi 45′ con il parziale di 2-0 – facevano gridare all’impresa. Lasciavano assaporare, ai presenti, la gloria. A piccoli morsi ma con convinzione. Poi il secondo tempo e il doppio Cicchinelli che rimette tutto in discussione. E, dunque, Brian Zuccari, l’ultimo a mollare e a credere di aver regalato ai suoi, se non il Paradiso, almeno il Purgatorio. Eppure la storia si era già accordata con il destino. E così, proprio allo scadere di quegli interminabili 8′ di recupero, Matteo Bucci annunciava la sentenza. Lo Schioppo, con una giornata d’anticipo, vinceva il campionato. E il Pero dei Santi?
In esclusiva ai microfoni di MarsicaSportiva.it, a 72 ore dal match, il condottiero del Pero dei Santi, mister Federico Cecchini.
Mister, un campionato esemplare dove il Pero dei Santi ha sempre indossato i panni dell’antagonista. I panni dell’unica che realmente poteva insidiare la capolista. Così è stato. Fino alla fine, fino all’ultimo centimetro, fino all’ultimo respiro.
In effetti è così, anche i risultati degli scontri diretti con Lo Schioppo lo dimostrano. Nel calcio, però, c’è una sola squadra che vince. Onore e complimenti alla Società dell’ASD Lo Schioppo, a tutti i giocatori ed al mio amico mister Giovarruscio per il traguardo raggiunto. Sicuramente sono stati più cinici nell’arco di tutto il campionato – anche in virtù della maggiore esperienza di alcuni loro elementi – mentre noi siamo stati un po’ più spreconi nel non sfruttare qualche occasione.
Domenica scorsa il big-match contro Lo Schioppo. Gara che ha consegnato, poi, di fatto, il titolo alla rivale. Ma quanto siete rientrati nello spogliatoio con il parziale di 2-0 a vostro favore cosa avete pensato? Che aria tirava?
Nessuno pensava che la partita fosse chiusa. Ci aspettavamo una loro reazione. C’è stata e noi con i nostri errori abbiamo fatto di tutto per dare una mano. Quando parlo di occasioni sprecate, questa di domenica ne è un esempio. Sul 2-0 a nostro favore commetti un errore e riapri la partita che potevi gestire tranquillamente. Loro poi sono stati bravi a crederci ma li abbiamo aiutati.
Il doppio vantaggio – propiziato dall’autogol di D’Ambrosio e della rete di Simone D’Amico nel primo tempo – e dalla zuccata di Brian Zuccari – nel finale – per poco non vi regalava la possibilità di riaprire un campionato avvincente. Insomma sembra proprio che il match doveva essere vostro. Poi cosa è successo? Cosa, secondo te, è mancato alla tua compagine?
Penso che la mia squadra abbia fatto una gran gara al cospetto della prima in classifica. Se avessimo vinto nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo. Ciò che brucia particolarmente è subire il pareggio all’ottavo minuto di recupero del secondo tempo. Sinceramente non ricordo di aver mai visto dare un tale recupero… inoltre l’inferiorità numerica per via delle espulsioni mi ha lasciato perplesso. Con questo, però, non discuto l’operato dell’arbitro e delle sue decisioni. Dire cosa ci è mancato non è semplice, forse hanno influito i tre infortuni a nostri giocatori occorsi durante la gara che, di fatto, ci hanno fatto modificare alcuni movimenti. Penso, però, che sia mancata l’esperienza e la capacità nel gestire alcuni momenti della gara, come sul 3-2 a tempo scaduto. Siamo andati per fare il 4-2 (e lo abbiamo anche sfiorato per la verità) quando sicuramente dovevamo gestire meglio la fase difensiva. Di sicuro impareremo da questi errori.
Guardiamo avanti. Domenica 23 il Cerchio, poi i playoff. Che cosa si aspetta, in definitiva, mister Cecchini e il Pero dei Santi, da questi ultimi rantoli di campionato di 3ª categoria?
Ci giocheremo l’accesso alla seconda categoria dalla porta laterale, consapevoli che non siamo inferiori a nessuno e che, ai punti, forse avremmo meritato noi di vincere il campionato… Con questo, però, sia chiaro, non voglio assolutamente dire che la vittoria dello Schioppo non sia stata meritata. Saranno sicuramente partire intense e ricche di pathos e io so di poter contare su un gruppo di ragazzi pieni di entusiasmo e che vogliono raggiungere il traguardo finale . Noi, tutti, ci crediamo.
Mister, i tifosi, lo hanno dimostrato anche domenica scorsa contro Lo Schioppo, sono decisamente l’arma in più. Che cosa si sente di dire mister Cecchini ai propri tifosi?
Che sono stati spettacolari e che devono continuare ad esserlo fino alla fine. Domenica scorsa è stata una bellissima pagina di sport che le piccole e sterili polemiche del dopo gara non possono cancellare. Non ricordo di aver mai assistito, in Valle Roveto, ad un derby con uno stadio così gremito di gente e di passione. Devo dire che i ragazzi in campo sono stati bravi a evitare di scaldare gli animi che già di loro erano accesi. È stata infatti una gara giocata con tanto agonismo ma con la massima sportività, seppure la posta in palio era tanta. Cosa ricorderò di questa gara? Non penso il risultato (sorride). A parte gli scherzi ricorderò i miei splendidi ragazzi che applaudono, in campo, a fine gara, i ragazzi dello Schioppo, ricambiati con abbracci e strette di mano. Un momento intenso che ha coinvolto il pubblico delle due tifoserie . È stata una immagine che rappresenta quello che deve essere lo sport ed il calcio in particolare; si lotta e si combatte per 90 minuti, nel nostro caso oltre i 100 minuti – sottolinea – ma a fine gara vincitori e vinti si stringono la mano, specie se sono ragazzi che sono cresciuti insieme e sono amici, talvolta anche parenti.
I tifosi, quei tifosi che gremivano un impianto che, di fatto, sembrava, come mai lo era stato prima, di categoria superiore. Il loro calore, la loro passione, le loro grida. È da qui che riparte il Pero dei Santi. Da quelle grida ricche di emozioni. Ricche di gioia anche quando, a partita finita, hanno applaudito i vincitori. Mister Cecchini e ragazzi rinviano, dunque, l’appuntamento con la storia. Senza smettere di crederci. Senza smettere di lottare. Guardandosi dentro, ascoltando il battito del cuore. Si, perché non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta e con un pubblico così, il Pero dei Santi è già a metà dell’opera. Ad maiora.
Alex Amiconi
Fonte MarsicaSportiva.it