PASTORI IN ESTINZIONE, A RISCHIO IL SIMBOLO DELLA TRADIZIONE D’ABRUZZO


Regole chiare e uguali per tutti, ma anche un sistema di contribuzione
comunitaria che premi la distintività, la qualità e l’occupazione
per fronteggiare la progressiva scomparsa della pastorizia abruzzese.
E’ quanto emerso dall’incontro “Presente e futuro per una
zootecnica di valore” che si è tenuto questa mattina a Teramo,
nell’istituto di istruzione superiore Di Poppa – Rozzi, promosso da
Coldiretti Abruzzo con duecento allevatori. Più che un convegno, un
summit per confrontarsi e discutere sulle problematiche maggiormente
sentite dal mondo pastorale che, in Abruzzo, ha visto negli ultimi anni
“consumare” gran parte del patrimonio zootecnico. Dal 2009 mancano
infatti all’appello ben quattro pecore su dieci, ben il 40% delle
greggi che dieci anni fa pascolavano sulle montagne e le colline
abruzzesi. E allo stato attuale il gregge Abruzzo è composto da 220mila
ovini per un totale di meno di mille pastori, in cui sono compresi anche
gli allevamenti familiari. Una situazione disastrosa che deve fare i
conti con premi comunitari spesso in ritardo o addirittura
“bloccati”, pascoli “scippati” da grosse imprese del Nord e una
complessità normativa che sta provocando non pochi danni ad un sistema
produttivo antico, che è stato per decenni il tratto distintivo
dell’economia tradizionale. E poi i problemi collegati alla fauna
selvatica che spesso “cancella intere greggi” o un prezzo
riconosciuto al latte e agli agnelli che non riesce neanche a coprire le
spese aziendali di gestione. All’incontro, che ha visto partecipare
l’assessore regionale all’agricoltura Emanuele Imprudente e il
direttore di Coldiretti Abruzzo Giulio Federici oltre alla presidente di
Coldiretti Teramo Emanuela Ripani, c’erano Fabrizio De Filippis,
professore ordinario di economia e politica agroalimentare
dell’università Roma Tre; Stefano Leporati dell’area economica
della Confederazione nazionale Coldiretti; Giuseppe Bucciarelli,
dirigente del servizio sanità veterinaria della Regione Abruzzo;
Massimo Scacchia dell’istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo
e Molise e i dirigenti provinciali del servizio veterinario delle Asl,
ai quali gli allevatori hanno fatto domande e chiesto risposte pratiche
su come gestire un patrimonio “ingarbugliato” di norme e regole
molto spesso disomogenee e di difficile attuazione. Presenti anche la
dirigente scolastica Caterina Provvisiero e il presidente
dell’associazione allevatori Pietropaolo Martinelli, che a margine
dell’incontro, ha ribadito “le grandi difficoltà di una categoria
che è patrimonio dell’economia regionale e va tutelata per il bene
delle imprese custodi di territori impervi e svantaggiati”.

Un summit tra i principali attori regionali che, in due ore di ascolto e
confronto con gli allevatori, ha messo sul tavolo le diverse
problematiche contro cui la zootecnia abruzzese – ed in particolare la
pastorizia – deve fare i conti ogni giorno.

E da qui l’ultima chance, la ricetta che secondo Coldiretti potrebbe
salvare un sistema in agonia: l’uniformazione delle regole a livello
regionale superando le differenze provinciali e perfino comunali
attualmente esistenti e una rivisitazione del sistema di aiuti che premi
la produttività aziendale, la distintività e la valorizzazione del
territorio. Per Coldiretti, vanno per esempio maggiormente premiate le
aziende che danno occupazione e presidiano il territorio 365 giorni
l’anno. “Molte delle problematiche derivano dal fatto che – dice
Emanuela Ripani, Presidente di Coldiretti Teramo – per
l’espletamento delle diverse istruttorie ci sono troppi enti coinvolti
che tra loro non riescono ad interfacciarsi: la Regione, le Asl, i
Comuni. In questo scenario l’applicazione delle norme è spesso
problematica perché deve fare i conti con interpretazioni e regolamenti
diversi anche a livello provinciale e addirittura comunale”. E per
finire, i problemi legati al pagamento dei premi del programma di
sviluppo rurale, che arrivano spesso in netto ritardo e creano non pochi
disagi ad aziende che, producendo in condizioni spesso svantaggiate,
hanno un bisogno fondamentale dell’integrazione al reddito. “In
questo oceano di norme, regole, emendamenti e cavilli è necessario
attuare una vera semplificazione – conclude il direttore di Coldiretti
Abruzzo Giulio Federici – a rischio non c’è solo la figura del
pastore o più in genere dell’allevatore ma di un intero sistema che
rischia di scomparire ma potrebbe essere invece una risorsa in termini
di valorizzazione del territorio, dell’ambiente, delle produzioni di
qualità e dell’occupazione”.

Ufficio stampa Coldiretti Abruzzo Tel. 085444941 – 3356863866

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