Si spengono le luci con un’assoluzione il processo per l’uccisione, a Pettorano sul Gizio, di un orso “reo” di aver predato alcune galline di proprieta’ dell’imputato. L’animale era stato colpito a morte dai colpi esplosi da un fucile da caccia, nel settembre 2014. “Il fatto non costituisce reato”: all’imputato partì il colpo di fucile mortale mentre stava cadendo perché ferito a una gamba. Per la Lav la sentenza risulterebbe un’assurdità. La LAV, che il 14 novembre scorso e’ stata ammessa parte civile nel procedimento, aveva chiesto che fossero ascoltati anche il medico veterinario che ha effettuato l’autopsia sull’animale e un esperto perito balistico, che ha sottolineato come l’orso fosse stato ucciso da un colpo di fucile sparato alla schiena, quando ormai si allontanava fuggendo dalla proprieta’ dell’uomo, non rappresentando quindi alcun rischio per la sua incolumita’. Evidentemente, pero’, le valutazioni dei due professionisti, oltre alle numerose testimonianze, non sono state sufficienti per inchiodare il responsabile di un atto tanto crudele quanto inutile, sostiene la Lav, che andrà in appello.