“Sono andato, qualche giorno fa, a giocare al Pratola Peligna Campus di Pratola Peligna, un campetto a mio avviso da calcio a 8 in Via delle Rimembranze, al centro, vicino al parco giochi.
Dopo aver notato che il campo non era regolamentare, l’ho fatto notare anche all’arbitro ma lui, tra le lamentele degli ospiti, diceva che era omologato”.
E’ polemica sul Pratola Peligna Campus. Alla nostra redazione infatti sono pervenute diverse segnalazioni di personaggi sportivi che nel tempo si sono recati presso la struttura, lamentando tutti scarsa igiene e particolari che lasciano a desiderare, se pensiamo che nel 2016 (quasi 2017) giovani calciatori siano ancora costretti a dover giocare a calcio in impianti del genere.
Antonello Gallese, allenatore della juniores del Luco Calcio, ha così commentato la sua esperienza, di alcuni giorni fa: “Visto che negli anni passati ero stato lì per dei tornei con i bambini di Luco, credevo che avessero migliorato la struttura, quantomeno creando un campo di calcio a 11 regolamentare e dei nuovi spogliatoi, al posto di alcuni container di cui avevo un vago ricordo. E invece no”.
In primis, il tecnico ha lamentato le dimensioni del terreno di gioco, per poi passare ad altro: “Le panchine erano in ferro e posizionate ad un metro dal terreno di gioco, peraltro scoperte ed i miei ragazzi che erano in panchina hanno preso acqua tutto il tempo. Inesistente è la misura di sicurezza prevista tra le linee laterali e la recinzione; poi abbiamo trovato mattoni, ferri, pali depositati a nemmeno un metro dalle linee di delimitazione del campo. Tra l’aria di rigore ed il calcio d’angolo c’è al massimo un metro e mezzo. Ho più volte chiesto lumi all’arbitro sulla regolarità del campo ma non ho avuto risposta”.
Parla con un pizzico di delusione Gallese, se pensa come possa essere omologata una struttura del genere, in un periodo storico in cui si parla tanto di sicurezza ed igiene per i ragazzi:” Gli spogliatoi erano piccoli container con condizioni igieniche pessime; nei bagni non si tirava l’acqua e l’odore era molto sgradevole. Da premettere che la squadra casalinga ha utilizzato altri spogliatoi e non i nostri container”.
Poi, il tecnico luchese si rivolge agli organi competenti: “Io chiederei al signor Ortolano o agli ingegneri che rilasciano tali omologazioni, voi fareste spogliare i vostri figli in tali condizioni? Di questo passo – ha concluso Gallese – non cresceremo mai come movimento calcistico regionale sin quando i nostri giovani utilizzeranno tali strutture. Nel 2016 una situazione come questa è vergognosa. Ringrazio solo che nessun ragazzo si sia fatto male”.
Per dover di cronaca, aggiungiamo che ci sono giunte, oltre a quella di mister Gallese, segnalazioni da parte di personaggi che preferiscono rimanere anonimi ma che lamentano la stessa situazione.
Se conoscete altri impianti che abbiano le stesse defezioni potete segnalarcelo mandando una mail a [email protected], mail che può essere utilizzata anche da chi voglia controbattere alle dichiarazioni sopra riportate.
Fonte MarsicaSportiva.it
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