PESCARA – Conferenza di presentazione stamane a Palazzo di Città per l’undicesima edizione del Festival mediterraneo della laicità che entra nel clou da venerdì 19 e fino a domenica 21 ottobre con una tre giorni di incontri e confronto sul tema Sesso e società. Che genere di ingiustizie?
Erano presenti l’assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo, la presidente dell’associazione Itinerari Laici Silvana Prosperi, fondatrice del Festival, la vice presidente e pastore della Chiesa Metodista Gretje Van der Meer, una dei relatori, Alina Verashchagina.
“Il Festival introduce temi molto vissuti – così l’assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo – facendoci fare molte riflessioni compiute. Il titolo dell’edizione racchiude tutto quello che c’è nel festival: un invito a entrare nelle meccaniche e nelle relazioni profonde che intercorrono in questi argomenti. Come sempre il parterre è prestigioso e molto ricco e anche solo scorrendo il titolo delle conferenze non ho trovato una sola cosa che non sia interessante e aperta alla curiosità di tutti. Si tratta di un festival molto giovane sia per gli 11 anni che ha appena compiuto, sia perché i temi arricchiscono molto la vita culturale della città e chi parteciperà uscirà con una visione più ampia di questi temi e del rapporto fra sensi e società, che, spero, sia vissuto il più possibile per affrontare in modo più intenso possibile questi temi”.
“Un ringraziamento va all’Amministrazione e a tutti i relatori di queste giornate – così la presidente Silvana Prosperi – Le radici del tema di questa edizione riportano a quando qualche anno fa lessi la discrepanza fra il reddito femminile e quello maschile. C’era un divario costante fra i generi, generato sulla differenza del valore del lavoro della donna rispetto a quello maschile. Un lavoro, il nostro, che produceva un introito considerato integrativo del reddito familiare: la differenza sta tutta lì. Apriremo la tre giorni coniugando il tema al lavoro e alla società, continueremo questo viaggio parlando di sesso anche nell’ambito letterario e artistico, concentrandoci nel mondo mediterraneo, sull’educazione alle differenze. Esploreremo anche il rapporto fra filosofia e medicina di genere, che ha implicazioni nella vita pratica e nella salute femminile. La giornata di domenica sarà dedicata ai diritti e a una trattazione sul pensiero femminile in una prospettiva di confronto con alcuni studiosi in ambito internazionale. Domenica sarà anche la giornata del Premio che assegneremo a uno dei relatori, per il lavoro e il confronto che con i suoi studi dedica alle tematiche care al Festival”.
Come agiscono le differenze di genere per esempio in campo economico rispetto al salario e al reddito pensionistico? L’effetto delle crisi economiche ha un impatto sulla posizione lavorativa ed economica delle donne e ha una qualche relazione con la violenza di genere? La lotta alla violenza sulle donne è una battaglia che deve coinvolgere in modo trasversale donne – e uomini – che i mille sentieri dell’emancipazione talvolta avvicinano, talvolta separano? La violenza sulle donne ha anche a che fare con una certa immagine del corpo femminile esibita dalla pubblicità e dai media? È stato osservato che per le donne lo sforzo di conquistare l’emancipazione ha oscurato per decenni la dimensione del “bubbone violenza” nell’illusione mai detta, ma implicita e condivisa, che più ci si integrava nell’economia e se ne traeva indipendenza più il tessuto sano dell’emancipazione avrebbe arginato la piaga. Tuttavia, quando finalmente si è iniziato a catalogare e a “contare” in maniera sistematica le diverse forme di violenza – dal femminicidio alle molestie sessuali i numeri hanno scosso quest’illusione, riportando al centro della scena l’urgenza di impegnarsi nella lotta per i diritti. Ma davvero l’emancipazione economica non è in grado di incrinare la violenza sulle donne ma rischia addirittura di alimentarla? Che relazione c’è fra indipendenza finanziaria ed esposizione alla violenza? Se la violenza sulle donne è culturale, come educare alle differenze?