Dopo la firma lo scorso giugno del protocollo finalizzato ad agevolare i rapporti tra le banche, le imprese femminili e le libere professioniste, il 15 novembre scorso il tavolo di monitoraggio condotto da Dipartimento delle Pari Opportunità, Ministero dello Sviluppo Economico, Abi, Confprofessioni e associazioni imprenditorialiha individuato tre canali di credito con un plafond da 1,5 miliardi di euro così suddiviso:
- investiamo nelle donne: finanziamenti finalizzati a realizzare nuovi investimenti sia materiali che immateriali;
- donne in start up: finanziamenti con lo scopo di favorire la costituzione di nuove imprese ovvero l’avvio della libera professione;
- donne in ripresa: finanziamenti finalizzati a favorire la ripresa delle pmi e delle lavoratrici autonome che attraversano una momentanea situazione di difficoltà a causa della crisi.
In caso di maternità o malattia dell’imprenditrice o di un suo parente, è prevista la possibilità di sospendere, per una sola volta, il rimborso del capitale dei finanziamenti nell’intero periodo dell’ammortamento del finanziamento bancario per un periodo fino a 12 mesi.
“Le nuove linee di finanziamento – si legge in una nota Confprofessioni – sono una risposta concreta alle problematiche creditizie che colpiscono le donne e testimoniano la nostra volontà di garantire pari opportunità all’interno delle professioni, favorendo nuove fonti di finanziamento per gli investimenti, l’avvio di start up professionali e il rilancio della libera professione al femminile”.
I finanziamenti sono concessi su base individuale, “senza alcun automatismo e a condizioni competitive rispetto alla media di mercato; inoltre possono beneficiare della garanzia del fondo di garanzia per le pmi in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile”.