La prevista inaugurazione dell’UCCP di Casoli ci induce ad alcune considerazioni che preferiamo inoltrare a mezzo stampa, visto e considerato che i responsabili della Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti, di cui da tempo sollecitiamo la rimozione per la inefficienza e la scarsa lungimiranza dimostrata nella riorganizzazione dei servizi sanitari sul nostro territorio, hanno ritenuto di potere fare a meno del nostro contributo al riguardo nella funzione espletata di Presidente della V Commissione regionale Sanità della Regione Abruzzo.
Ricordiamo, a tale riguardo, che la programmazione della sanità regionale deve tenere conto delle reali esigenze della popolazione, in un momento in cui sono state fatte una serie di rimodellamenti e riduzioni dei servizi e delle strutture sanitarie regionali.
Rileviamo, altresì, che l’esperienza maturata nel corso di questi anni di medicina associativa sul nostro territorio ci mette nella opportunità di utilizzare, lì dove non sono presenti strutture ospedaliere e non sono presenti i Nuclei Operativi Distrettuali, i Nuclei di cure primarie, sia strutturati che in rete; esse possono essere alla base dei Centri di Medicina Integrata sul territorio, così come è accaduto in diverse regioni, e possono essere collocate nei punti di erogazione sanitaria (ex DSB ) o presso strutture sanitarie in grado di accogliere il personale necessario, senza costi aggiuntivi.
Quindi i Centri di Medicina Integrata, che costituiscono un superamento delle Unità di Cure Complesse Primarie, sono luoghi che possono offrire al cittadino che oggi non riesce ad avere risposte anche a volte minimali, perché lontano dai luoghi deputati alla erogazione dei servizi sanitari, anche perché condizionato da problematiche legate ai mezzi di trasporto e alla rete viaria.
Ritengo pertanto che questa struttura che oggi viene alla luce possa costituire un punto di partenza dal quale virare velocemente, soprattutto nelle zone periferiche della nostra Regione, verso organizzazioni associative più agili e più vicine ai cittadini, lasciando ai luoghi che si trovano nei pressi dei grossi centri abitati la possibilità di organizzare le UCCP.
Dico ciò con la convinzione che i Centri di Medicina Integrati debbano costituire non già luoghi per la riduzione delle liste di attesa, compiti questi che devono svolgere i NOD attraverso il potenziamento negli stessi della dotazione strumentale e degli organici, ma strutture nelle quali il cittadino trova una risposta attraverso l’opera del medico di famiglia, del medico di continuità assistenziale e con l’ausilio di altre figure che, interagendo in strutture territoriali già esistenti e solo parzialmente utilizzate, possano erogare una assistenza sanitaria dignitosa e accettabile.
Un augurio, pertanto, a che questa sia una iniziativa tesa ad una reale ricaduta di risposte verso i bisogni dei cittadini, e un invito ad operare, sia alla Asl che alla Regione, verso forme di aggregazioni più attuali, e soprattutto più confacenti alle realtà territoriali più periferiche e rarefatte.
Le precisate questioni sono oggetto di una apposita risoluzione che ho già provveduto a presentare e sarà discussa in uno dei prossimi consigli regionali. Consentitemi, senza polemica, di dire che qualora si continuasse ad escludere dal dibattito le persone più qualificate della regione Abruzzo quale è il Presidente della V Commissione Sanità, sono convinto che non sarà possibile ottenere gli indispensabili risultati per il miglioramento della sanità abruzzese.
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