“Anche sulla ricostruzione post sisma l’Abruzzo riesce ad essere in ritardo. Per questo ho chiesto alla Regione di spiegare perché, dopo diversi mesi, ancora non sia riusciti a garantire piena operatività all’Ufficio speciale per le ricostruzione di Teramo”. Questo il commento del Capogruppo del M5S in Regione, Riccardo Mercante che ha depositato in questi giorni una interpellanza proprio per far luce sulla questione. “Sono mesi che sentiamo continue rassicurazioni sull’operatività dell’USR di Teramo e sull’avvio delle pratiche per la ricostruzione. Peccato, però, che le notizie che giungono dal territorio siano di tutt’altro avviso, visto che mancherebbe persino la sede dell’ufficio, collocato provvisoriamente presso il genio civile, così come la necessaria dotazione strumentale a causa del mancato trasferimento dei fondi. In un simile contesto è evidente che saranno necessari diversi mesi prima che l’ufficio possa iniziare ad operare a pieno regime e tutto questo non potrà far altro che provocare ritardi nella ricostruzione con aggravio della spesa pubblica e disagio per le migliaia di cittadini che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Considerando poi che uffici analoghi come quello delle Marche sono, al contrario, già perfettamente operanti, è necessario capire quali siano i motivi di tale ritardo e soprattutto quali gli intendimenti della Regione per affrontare e risolvere tale problematica visto che nulla vieta, ed anzi è espressamente previsto, che la Regione possa anticipare le somme necessarie all’USR. In un territorio colpito e ferito così duramente dal terremoto, dove i danni sono diffusi a tutti i livelli ed ingenti, è chiaro che la ricostruzione assume una valenza strategica se si vuole dare un sostegno reale ai cittadini e far ripartire le attività e l’economia. Mai, come sul fronte della ricostruzione, quindi – ha concluso Mercante – l’efficienza e la tempestività devono essere massime. Quanto accaduto dopo il sisma del 2009 deve esserci da insegnamento per fare in modo di non ripetere, questa volta, quegli errori commessi nella ricostruzione de L’Aquila che, ancora oggi, continua purtroppo ad andare a rilento”.