Falso ideologico: è questa l’accusa ipotizzata a carico dell’ex capo dei vigili urbani di Roseto, Tarcisio Cava.
La prima udienza del processo è stata fissata per il 7 febbraio 2018, davanti ai giudici del Tribunale di Teramo. Il procedimento riguarda numerosi verbali relativi ad infrazioni del codice della strada spacciati per contestazioni immediate, ma in realtà redatti in un secondo momento. Cava è stato rinviato a giudizio dal gup Mauro Pacifico, il pubblico ministero è Davide Rosati. L’ex capo dei vigili, dopo essersi appostato con la sua auto al semaforo di piazza Ungheria e a quello situato sulla strada statale 150, all’altezza di Campo a mare, avrebbe filmato le varie infrazioni con il cellulare ma, invece di procedere alla contestazione immediata, sarebbe tornato in ufficio redigendo i relativi verbali. Nei suddetti verbali però, secondo il capo di imputazione, “avrebbe attestato falsamente l’impossibilità di procedere alla contestazione immediata dell’infrazione, adducendo di essersi trovato a bordo del proprio veicolo, nell’opposta direzione di marcia, mentre invece risultava che il prevenuto, in violazione delle norme di prevenzione e sicurezza stradale, aveva parcheggiato il proprio veicolo nei pressi di intersezioni stradali regolate da impianto semaforico sincronizzato e si era limitato a rilevare le targhe delle autovetture che, asseritamente, commettevano violazioni al codice della strada”.
( Cicchetti Ivan )