La sanità abruzzese è al collasso, finanziario, organizzativo, giudiziario. Debiti insanabili, sprechi, rinvii a giudizio, liste di attesa interminabili. A fare il punto della situazione, oggi, è il Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Sanità in Regione Abruzzo, Mario Olivieri, attraverso un comunicato stampa da lui diffuso stamane e che riportiamo integralmente.
Circa 3 anni fa, all’inizio di questa legislatura regionale, il sottoscritto, nel corso di un incontro finalizzato ad una proposta di riorganizzazione della Sanità abruzzese, tenuto presso la casa di cura “San Francesco” in Vasto Marina, proponeva, tra le altre cose, di riunire le 4 ASL esistenti nella nostra Regione in una ASL unica.
Ciò allo scopo di uniformare le procedure organizzative ed erogative dei servizi sanitari della nostra Regione, e allo scopo di ottimizzare i costi della sanità, nell’ottica di una territorializzazione della stessa in conseguenza della riconversione della rete ospedaliera.
In tale ottica, tra l’altro, il sottoscritto aveva previsto la costituzione degli ospedali riuniti di Chieti e Pescara, opportunamente riorganizzati, tenendo conto delle vocazioni relative ad alcune specialità esistenti in quegli ospedali, ed evitando così, di costruire un nuovo ospedale a Chieti e di mettere in competizione campanilistica le due città.
A distanza di circa 3 anni e mezzo da quella data si assiste ad una situazione che ha dell’inverosimile.
Il numero delle ASL è rimasto quello che era allora, con il risultato di una disparità di comportamenti organizzativi all’interno di esse, con la conseguenza, di fatto, di una disparità di trattamenti e di diritti all’interno della sanità della nostra Regione e come ulteriore conseguenza, secondo le stime previsionali del bilancio dell’anno in corso, di un disavanzo di gestione (ossia una perdita di bilancio) che si avvicinerà ai 100 milioni di euro!
La palma, per così dire, di questa situazione finanziaria spetterà alla ASL di Lanciano – Chieti – Vasto, con circa oltre 30 milioni di euro, e con un direttore generale incapace di sostenere il compito per il quale viene retribuito dalla Regione, e quindi dagli stessi cittadini ai quali egli rende un pessimo servizio.
Lo stesso direttore generale che ha dato prova della sua inconsistenza manageriale, come spesso ha fatto nel corso di questi anni, è stato oggetto di un recente rinvio a giudizio che, anche se non significa una condanna, comunque ne connota le qualità non propriamente trasparenti.
Per ciò che riguarda la situazione degli ospedali di Chieti e Pescara, oggi siamo in piena polemica tra i rappresentanti politici delle due città, ognuno di loro rivendica la sede di questa o di quella specialità, oltre che del ruolo degli ospedali, senza che ci sia all’orizzonte una proposta organica, o una decisione programmatica da parte della Regione, sia riguardo ai due ospedali, sia sulla situazione complessiva della sanità regionale.
Che dire poi della sanità territoriale?
Ciò che era necessario fare per evitare che la riduzione numerica e operativa degli ospedali non venisse a creare un vuoto nell’assistenza sanitaria, attraverso la implementazione della rete assistenziale distrettuale, di fatto non è avvenuto, e il territorio, da un punto di vista sanitario, a parte alcuni timidi tentativi comunque pasticciati e non percepiti dalla popolazione, non è stato di fatto organizzato, e l’assistenza sanitaria territoriale è visibilmente regredita, anziché progredire.
Di fronte a questa desolante situazione il sottoscritto, nel mentre chiede, come ha già fatto in diverse occasioni, di non rinnovare gli incarichi a quei direttori generali, come quello della ASL di Lanciano – Chieti – Vasto, che hanno dimostrato la loro incapacità e la loro propensione agli sprechi e alla malasanità, sollecita il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore alla sanità di proporre velocemente ciò che da anni si dice, e ciò che il sottoscritto ha detto nell’interesse dei nostri cittadini.
La riorganizzazione della nostra sanità non può aspettare in eterno e i giusti e sacrosanti diritti dei nostri cittadini devono essere rispettati, producendo risultati tangibili, e non solamente inutili e stancanti enunciazioni di intenti, che ci portano sempre più lontani dalle regioni virtuose, dove le prestazioni sanitarie vengono rese in tempi e in modi compatibili con le aspettative di chi soffre.
Riservandomi di ritornare su questi argomenti, che costituiscono punti fondamentali per il rispetto della dignità di nostri cittadini, e soprattutto dei più bisognosi e i più sfortunati, e al di là delle appartenenze politiche, che non possono rappresentare un alibi per sottrarsi al dovere che compete a chi ha assunto la rappresentanza degli elettori, e al di fuori di ogni vincolo di mandato, auspico maggiore concretezza e ragionevolezza nelle scelte e nelle decisioni di cui sopra.
Redazione Il Faro24