Meteo. L’intenso temporale che, nella giornata di giovedì 16 Luglio 2015, ha colpito il territorio marsicano sud-occidentale, è attribuibile ad uno dei fattori ampiamenti illustrati nell’editoriale di meteorologia. La Piana del Fucino, è un altipiano che si potrebbe paragonare ad un frammento di Pianura Padana. Essa è circondata da montagne, anche se più basse e altrettanto vicine, non proprio come la più grande pianura della nostra penisola. Il Fucino, ove prima sorgeva il “meraviglioso” lago, è dunque una conca, ossia uno scrigno chiuso dalle montagne appartenenti all’Appennino centrale e al Subappennino, le quali lo rendono un raccoglitore, ove, in caso di alta pressione, si accumula aria particolarmente più calda e umida rispetto alle aree circostanti, per poi essere rilasciata quando vi sono infiltrazioni d’aria più fresca in quota o il transito di un fronte freddo e instabile. Ebbene, l’ingresso di masse d’aria provenienti dal Nord Atlantico, che accompagnano aria più fresca in quota rispetto ai bassi strati, consentono all’aria caldo-umida di salire liberamente verso l’alto, evaporando il suo valore di umidità, in questo modo da luogo alla nube cumulonembo. Il cumulonembo condensa il suo quantitativo di vapore acqueo in cristalli di ghiaccio e in goccioline di pioggia. Tant’è l’energia sprigionata sia dal calore latente di condensazione che dalle masse d’aria calda Subtropicale che scorrono sul Mediterraneo, umidificandosi dal basso, che le correnti interne ascensionali e discensionali della nube temporalesca divengono particolarmente intense da incrementare a loro volta anche le dimensioni delle precipitazioni, rendendo alcuni temporali, di “violenta” entità o di forte intensità (nubifragio), più frequentemente rispetto al passato. L’allagamento accaduto nella giornale del 16 Luglio 2015, ad esempio, testimonia non solo quanto descritto, ossia che le ondate di calore favoriscono fenomeni atmosferici più intensi, ma anche come, con il passar del tempo, si stia confermando un’estremizzazione del nostro clima, alla quale dovremmo adattarci. Le cause per le quali il così denominato “Anticiclone nord-africano” stia trasportando aria calda verso i nostri lidi, sono complesse e innumerevoli, tuttavia ad accendere la miccia è sicuramente la continua discesa di masse d’aria fredda e instabile polare-marittima in pieno Oceano Atlantico, che nel contempo rendono la sua superficie più fredda, oltre a fungere da calamita alle masse d’aria provenienti dall’entroterra sahariano; ciò significa che, nel prossimo Autunno e Inverno, tale potrebbe essere più volte la sede dell’Anticiclone delle Azzorre, il quale, non estendendosi sul Mediterraneo, consentirà l’ingresso di diverse perturbazioni nord-atlantiche o a carettere freddo sul nostro bacino del Mediterraneo, esso avendo riportato un’anomalia delle sue acque, farà sì che le correnti di richiamo assorbano come una spugna l’umidità, essendo le acque più calde del mare a permetterlo, intensificando maggiormente i sistemi perturbati.
Tuttavia, un’osservazione più attenta, è da affidare soprattutto alle acque più calde del Pacifico meridionale, le quali, non sono solo responsabili di un incremento dei Tifoni su quest’ultimo, ma anche di un rinforzo della Cella di Hadley, megacella di circolazione Tropicale, cosicché risulta particolarmente intenso sia l’Anticiclone delle Azzorre, figura barica dinamica, che un promontorio in quota di matrice Subtropicale, il quale si espande quasi completamente al suo posto (figura barica di origine termica), trasportando aria sempre più calda nord-africana verso lo stivale. Le masse d’aria calda, là dove non vi sono tracce di instabilità, tendono ad incamerarsi maggiormente perché meno smistate verso l’alto e, sommandosi al calore derivante anche dall’insolazione, diventano ancora più roventi rispetto al loro stato iniziale quando, partendo dall’entroterra sahariano, presentavano caratteristiche molto secche. Una volta aver raggiunto il Mediterraneo e i suoi bacini, le masse d’aria Subtropicali lo rendono più caldo della norma, nonché ne attecchiscono umidità. La Pianura Padana, che è un gran raccoglitore d’aria caldo-umida per la sua vicinanza al mare e la sua chiusura determinata sia dalle montagne appenniniche che alpine, rilascia tale energia termica durante il transito di un impulso instabile, recante aria decisamente più fresca in quota, dal Nord Europa. Si tratterà proprio delle instabili e fresche correnti nord-atlantiche, le quali daranno il colpo di inizio ai temporali, che si nutriranno del calore, presentando localmente forte intensità in prossimità del catino padano. E’ una situazione di intenso contrasto termico e ci sono anche tutte le complesse condizioni (Wind Shear), per le quali potrebbe esserci il rischio dello sviluppo di Tornado e/o Trombe d’aria. Infine, l’intervento, si sofferma su quanto, le ondate di calore, non siano alquanto positive. Una NAO tra valori neutri e negativi, indica anche che, negli ultimi tempi, la superficie del nostro vicino oceano, l’Atlantico, è mutata radicalmente. Le SSTA (temperature superficiali marine), infatti, manifestano una costante anomalia negativa (acque settentrionali più fredde della norma) e un’altra anomalia positiva per quanto concerne i settori meridionali del Nord Atlantico (acque più calde della norma). Il meccanismo termoalino e i suoi rami, quali la Corrente del Golfo scaturente dal Golfo del Messico, sono molto rallentati, a causa dell’ultimo e anomalo scioglimento dei ghiacci artici, avvenuto nell’Estate 2012. Nonostante ne avesse risentito molto, poiché importanti ricerche scientifiche della NASA e della NOAA, evidenziano come un maggiore scioglimento del pack fosse avvenuto nelle vicinanze della Groenlandia, l’Atlantico non è l’unico oceano ad avere tali anomalie, anche il Pacifico presenta un deciso accumulo di acque molto calde nelle aree Tropicali e abbiamo già specificato tale fenomenologia a che cosa si possa attribuire (cosiddetto El Niño), con l’unica differenza che quest’ultimo si è verificato al di fuori del periodo nel quale si manifesta, ossia in prossimità del Bambin Gesù. Taluni fattori possono contribuire all’aumento degli Uragani e dei Tifoni per quanto concerne l’Oceano Pacifico, questi ultimi, essendo una vasta macchina termica costituita da piccoli esemplari temporaleschi aventi i medesimi geni, si nutrono del surplus calorico, uno dei tanti fattori che potrebbero renderli di categoria superiore. Tornando alle gelide acque dell’Atlantico settentrionale, abbiamo detto che lo scioglimento del ghiaccio artico intorno alla “Greenland” è stata la motivazione per la quale, sono state rilasciate acque più dolci, che lo hanno reso maggiormente freddo, cosicché un rallentamento e un abbassamento della Corrente del Golfo, sta permettendo un accumulo di calore nelle acque Tropicali. Questa situazione, comporta un’alterazione della circolazione atmosferica soprastante, cosicché vengono ad originarsi più aree di bassa pressione oceaniche, dunque la depressione islandese tende a mutare, scendendo sull’Oceano stesso e producendo altre sue gemelle. Quest’anno, il promontorio che ci protegge è più robusto a causa di un rinforzo della megacella tropicale indotto da El Niño, tali aree di bassa pressione si agganciano al normale flusso occidentale, scorrendone lungo i bordi. Le correnti atlantiche che le accompagnano, provocano infiltrazioni d’aria più fresca in quota, indebolendo parte dell’alta pressione in quota; quest’ultima dinamica permette la nascita di intensi temporali convettivi, poiché il flusso d’aria instabile in quota viene a richiamare l’aria caldo-umida che trova in loco, contrapponendosi con essa. Questa dinamica si associa anche alla diversa provenienza e velocità dei venti tra la quota e il suolo, la complessa orografia dell’area geografica interessata, le locali aree di bassa pressione, parametri come calore latente di condensazione e umidità dell’aria e altri innumerevoli fattori, seppur la causa principale dei fenomeni atmosferici estremi e la loro frequenza rispetto al passato, resti il calore e l’umidità di una massa d’aria che lo rappresenta.
Grazie per la cortese attenzione.
Riccardo Cicchetti