Sappiamo che l’articolo 28 del D.Lgs. 81/2008 relativo alla valutazione dei rischi indica che la ‘valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o delle miscele chimiche impiegate, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori (…)’.
Tuttavia in alcune aziende ci sono ancora rischi che non vengono valutati e per i quali non vengono formati i lavoratori. E uno di questi è sicuramente il rischio stradale.
Dopo le nostre interviste a Federico Ricci e Andrea Bucciarelli su infortuni stradali e in itinere, torniamo a parlare di questo tema essenziale per la prevenzione degli infortuni mortali.
E lo facciamo presentando alcuni interventi al convegno “ Cambia marcia: l’importanza della guida sicura per la tutela del lavoratore”, organizzato dall’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro ( AiFOS), che si è tenuto il 19 ottobre 2016 a Bologna durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro”.
In particolare due relatori hanno raccontato e sottolineato “l’importanza della formazione per la guida sicura”.
Nell’intervento di Nicola Corsano (Consigliere Nazionale AiFOS) si evidenziano innanzitutto i vantaggi di una formazione per la guida sicura. Non solo “è socialmente importante (per evitare feriti/morti in incidenti stradali)”, ma è “economicamente conveniente”, ad esempio per lo stato (assistenza sanitaria), per l’impresa (OT24), probabilmente per le assicurazioni (rimborsi). Ed è un benefit per il lavoratore. Senza dimenticare che una guida sicura è vantaggiosa “anche per la tutela dell’ambiente (risparmio carburante, usura pneumatici…)”.
Il relatore riflette poi sugli obblighi alla luce del Testo Unico (D.Lgs. 81/2008):
– Articolo 20 comma 2 lettera c): utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e le miscele pericolose, i mezzi di trasporto e, nonché i dispositivi di sicurezza. Ma “è sufficiente che il lavoratore abbia conseguito la patente?
– Articolo 18 Comma 1 lettera c): il datore di lavoro deve, nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza; È sufficiente che il lavoratore abbia conseguito la patente di guida x anni fa?”.
E il veicolo cos’è?
Se si parte dall’articolo 69, che comprende la definizione di attrezzatura di lavoro, o dall’articolo 62, sempre del D.Lgs.n. 81/2008, che prevede che ‘ferme restando le disposizioni di cui al titolo I [Disposizioni generali], si intendono per luoghi di lavoro, unicamente ai fini della applicazione del presente titolo, i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro’, si può arrivare alla conclusione che il veicolo non è un’attrezzatura di lavoro e non è un luogo di lavoro.
E sempre l’art. 62 prevede proprio alcuni casi di esclusione dal campo di applicazione del titolo II dedicato ai luoghi di lavoro (in quanto ad esso si applicano disposizioni specifiche e speciali): “2. Le disposizioni di cui al presente titolo non si applicano:
a) ai mezzi di trasporto;
b) ai cantieri temporanei o mobili;
c) alle industrie estrattive;
d) ai pescherecci;
d-bis): ai campi, ai boschi e agli altri terreni facenti parte di un’azienda agricola o forestale”.
Si sottolinea tuttavia che, riguardo all’ambiente di lavoro, la giurisprudenza “da tempo definisce ‘ambiente di lavoro quello che circonda il lavoratore in tutta la fase in cui si svolge l’attività lavorativa, compresi i luoghi in cui i lavoratori devono recarsi per incombenze di qualsiasi natura’ (Cass. pen. sez. IV del 25 novembre 1961 e del 6 novembre 1980, Terenziani)”.
Parlando poi delle cause di incidenti gravi, spesso cause comportamentali, perché “non dovrebbe essere di fondamentale importanza l’informazione, la formazione e l’addestramento per la ‘Guida’”?
E se qualcuno ritiene che siamo di fronte ad un rischio generico della strada, bisogna tener conto di alcune sentenze della Corte di Cassazione (es: la n. 3970 dell’aprile 1999) che hanno specificato che il rischio generico della strada può diventare “rischio specifico di lavoro”.
Sullo stesso tema interviene anche Alfredo De Dominicis (ingegnere, pilota di rally e istruttore) che si chiede, nell’era delle auto intrinsecamente sicure, come debba essere fatta una moderna formazione sulla guida?
Si sottolinea che l’approccio è cambiato: ora “dobbiamo prevenire rischi ed incidenti”.
Inoltre “certamente servono le basi teorico-pratiche della guida corretta, ma… il lavoratore che prende un mezzo occasionalmente deve essere sempre pronto”, anche con riferimento alle diverse caratteristiche dei veicoli (cambio, trazione, baricentro, …).
Riguardo all’informazione è poi necessario:
– “aumentare la conoscenza e la competenza del lavoratore”: “saper scegliere l’auto più adatta alle proprie esigenze”; “saper selezionare l’accessoristica a lui utile”; “saper selezionare le caratteristiche tecniche”;
– supportare il datore di lavoro: “nella creazione delle flotte; nel comunicare con il lavoratore”.
Bisogna poi aumentare la consapevolezza relativamente a:
– “i nostri limiti fisici;
– il falso mito del multitasking;
– la distrazione cognitiva;
– colpi di sonno e alimentazione;
– gli stati di collera e stress”.
Ed importante sensibilizzare per cambiare i comportamenti:
– “attenzione alla guida;
– alterazione da alcool e droghe”.
Inoltre si sottolinea l’importanza:
– “delle prove pratiche”;
– delle linee guida del datore di lavoro.
Ricordando, in conclusione, che nell’era della guida assistita la formazione su questo tema deve trattare le problematiche odierne, aumentare la competenza dei guidatori per scelte consapevoli e incidere sui comportamenti, la relazione riporta, infine, alcune indicazioni su “come essere proattivi nell’evitare incidenti anche causati da altri:
– essere prevedibili;
– sguardo mobile;
– distanza di sicurezza;
– mezzi in perfetta efficienza;
– non permanere negli angoli ciechi;
– rispettare le esigenze del proprio corpo;
– comunicare con gli altri veicoli preventivamente;
– saper leggere l’asfalto per acquaplaning, cambio di aderenza ecc”.
Fonte Puntosicuro.it