di Alina Di Mattia
La denuncia delle Federfarma Lazio e del suo presidente Franco Caprino risale già a quattro anni fa. I farmaci destinati al mercato italiano sono irreperibili poiché vanno ad alimentare un mercato estero parallelo.
Se ne occupò qualche quotidiano nazionale ma, come spesso avviene per le notizie gravi che riguardano il nostro Paese, scese il sipario anche su questo grave atto criminoso che, mentre riempie le tasche di criminali senza scrupoli, distrugge la salute di migliaia di cittadini.
In Italia spariscono magicamente alcuni medicinali essenziali, quelli considerati appunto salvavita, e finiscono in un mercato estero in cui i ricavi vengono centuplicati. Farmaci indispensabili per la salute di alcuni pazienti la cui mancanza può condurre alla morte, come antitumorali, eparine a basso peso molecolare, antiepilettici, antipsicotici, broncodilatatori ma anche prodotti per il trattamento del morbo di Parkinson e dell’ipertensione. In particolare il Clexane che evita la formazione dei trombi e lo Spiriva per il trattamento delle malattie respiratorie. Si trovano per qualche settimana e poi spariscono di nuovo, tanto che i pazienti sono costretti a girovagare per le farmacie delle varie regioni italiane, per cercarne una che abbia il medicinale in magazzino.
La situazione ormai comincia ad essere insostenibile ed è diventata una vera e propria emergenza. I farmaci destinati al mercato italiano vengono acquistati da grossisti ma anche da farmacisti e venduti all’estero con prezzi maggiorati del 300%. La stessa Federfarma ha dichiarato che il Mirapexin 2,1 per il trattamento del morbo di Parkinson che può essere acquistato in Italia al prezzo di 53,10 euro, in Germania viene venduto a 275,10 euro. I ricavi sono esorbitanti e la conseguenza è che il farmaco in Italia diventa pressoché irreperibile, tanto che gli stessi medici sono costretti a modificare le terapie ai pazienti con la sostituzione dei farmaci con altri meno efficaci.
Posto che le norme sul libero mercato rendano questo sistema paradossalmente legittimo, è fondamentale che il cittadino abbia tutti i diritti ad accedere ai farmaci che gli possano salvare la vita. E’ vero che, secondo il Dl n.219 del 2006 all’art.105 comma 4, esiste la possibilità di richiedere il farmaco direttamente alla ditta produttrice che è obbligata a fornirlo entro le 48 ore. Purtroppo nella realtà non è una prassi così semplice e spesso il malato resta senza medicinale oppure è costretto ad adattarsi ad una cura sostitutiva provvisoria che non fa altro che peggiorare le sue condizioni di salute.
La domanda che mi pongo davanti a situazioni paradossali come questa è sempre la stessa: come mai non esiste una legge europea che regoli la vendita dei farmaci indispensabili? E come mai alla luce di tante denunce nessuna autorità è mai intervenuta? Forse perché la salute di un essere umano vale meno degli incassi in mazzette dei vari compari?