La fruizione delle spiagge libere, durante l’emergenza Covid19, andrà garantita in modo sicuro e sostenibile, ma senza comprometterne il rilevante pregio naturalistico e ambientale. Non è facile, Legambiente e WWF ne sono consapevoli, ma proprio per questo è opportuno ragionarci attentamente, definendo in ogni realtà le misure da adottate e, soprattutto, le capacità di carico di ciascuna singola spiaggia per prevenire pericolosi affollamenti e soluzioni gestionali sbagliate.
È evidente che la situazione che stiamo vivendo, nel mezzo di una pandemia, ci costringe a raccogliere una sfida delicata nella gestione di un importante bene comune e di una risorsa straordinaria per l’Abruzzo sia dal punto di vista ambientale che sociale, soprattutto nell’attuale contesto di grave crisi economica. Ma è altrettanto evidente che ben diversa è la situazione di una fetta di arenile libera tra due stabilimenti e quella dei pochi tratti di costa naturali che la nostra regione può tuttora vantare. E diverse devono essere le soluzioni.
Proprio per questo non si può più transigere su scelte insensate come quella del Comune di Ortona che per il secondo anno consecutivo continua a muoversi nella direzione sbagliata, contravvenendo anche al protocollo d’intesa in ossequio alle specifiche azioni postulate dal progetto europeo LIFE – CALLIOPE volto alla protezione e al recupero degli habitat marini, dunali e di scogliera, mettendo a rischio, oltre a un’importante area di pregio qual è il Parco comunale delle Dune, anche la nidificazione e riproduzione del Fratino che su quella spiaggia conta la presenza più importante della regione, come attesa il Progetto Salvafratino Abruzzo che nel 2019 ha individuato circa un terzo di tutti i nidi censiti nella regione proprio nell’ortonese.
Questo ha portato Legambiente e WWF a ricorrere al TAR contro il Comune di Ortona per l’avviso pubblico relativo all’affidamento delle concessioni balneari per la stagione estiva 2020. Diverse le criticità riscontrate dalle due associazioni, dalla violazione delle disposizioni della L.R. Abruzzo 141/1997 e del relativo P.D.M.R. del 2015, al vincolo assoluto di inutilizzabilità dei tratti di spiaggia antistanti le foci dei fiumi e le aree di rilevante pregio naturalistico e ambientale.
“Siamo stati costretti a ricorre alla giustizia amministrativa, ma francamente avremmo preferito trovare dei momenti di confronto con l’Amministrazione comunale”, dichiarano Legambiente e WWF. “Abbiamo sempre chiarito che si sarebbero potute tutelare le realtà da tempo esistenti sull’area senza stravolgerla con nuove concessioni. Auspichiamo che il Comune di Ortona voglia confrontarsi e cambiare orientamento perché ha una grandissima responsabilità nella tutela del Fratino su tutta la costa abruzzese. Oltretutto la tutela del patrimonio naturale presente sul territorio comunale potrebbe rappresentare uno strumento per migliorare la propria offerta turistica, purché si sia capaci di guardare avanti senza fossilizzarsi su modelli ereditati dal passato”.