Nella Domenica dell’infiorata, in onore del Corpus Domini, al cospetto dell’immenso Monte Morrone, tanto caro a Celestino V, il mio pomeriggio scandiva le ore in quel di Sulmona. Bellissima cittadina, che contrasta l’antico dei suoi tantissimi palazzi, ai colori e ai gusti idilliaci dei suoi confetti. Il corso Ovidio, decorato a fiori, attendeva l’antica processione, tra un attesa ed un altra, passeggiavo fino a quando in prossimità di Porta Napoli, il mio sguardo si soffermò su un piccolo negozietto, per la prima volta trovato aperto. Entro con molta cautela, come se fossi un bambino che rientra a casa dopo una Birbata. I miei occhi impazziti, guardavano a destra e a sinistra talmente era emblematico il negozio, bellezze di bomboniere di confetti di ogni genere, mai visti ed originali. Fermo, osservo una composizione angelica, una dama, senza vita, adornata di seta e di fiori di confetti, un cappello verde lucido, ampliava l’immagine suggestiva del complesso. La sua gonna lunga, di simil costume barocco, era adornata da “Fiori mangia confetto” . Il mio sguardo viene interrotto da una dolce voce, arrivava dal banco del negozio, al girar dello sguardo, una minuta donna mi spiegava la particolarità dei Fiori Mangia Confetto, una sua invenzione, un suo brevetto. Bellissima la donna che raccontava le sue creazioni, in quel negozio era tutto una lode all’originale, unici pezzi, uniche composizione uscite tutte dal genio di quella donna, che la vita aveva segnato, settantasei gloriose primavere. Resto incantato al racconto della donna, nell’osservare le descrizioni delle varie opere, tutte a sua firma, Anna Maria Tirimacco. Ad ogni attimo del suo racconto un emozione ferma la sua voce, gli occhi illuminano le emozioni del suo cuore. Minuti arcaici, sembra di esser in un luogo incantato, in un laboratorio di fiaba, qui di fantasia ce ne ben poca, è tutto un sublime anatema di magia. Il tempo sembra esser fermo in questo emblematico negozietto, sono rimasto ammaliato dalla signora, dai racconti di vita vissuta e dalle sue creazioni che brillano di una luce antica, una luce immensa, una luce di altri tempi, tutto frutto della brillante arte di una fata, Anna Maria Tirimacco. Non posso non tornar in questo luogo incantato.