Nell’immagine dell’editoriale di Meteorologia, il Tornado che, nella giornata del 6 Novembre 2016, ha colpito Cesano, in provincia di Roma. Esso ha provocato danni a persone e a cose: due morti e dieci feriti, sono stati registrati danneggiamenti concernenti i tetti delle abitazioni, i pali dell’alta tensione, gli alberi e le automobili.
Il Tornado o tromba d’aria, è un fenomeno vorticoso particolarmente intenso che nasce da un violento cumulonembo o Supercella, dotato di una singola corrente rotatoria rappresentante un’area di bassa pressione locale, detta mesociclone. Quando vi è un forte cambiamento della direzione di provenienza e della velocità dei venti con la quota, due masse d’aria di natura differente, in genere una fredda e secca e un’altra caldo-umida che si incontrano, incominciano a ruotare; inizialmente assumono un moto orizzontale, successivamente la corrente ascensionale principale diviene talmente intensa da stirare la rotazione in verticale, producendo dunque un Tornado. Tuttavia, possono esserci altre dinamiche circolatorie oltre a quella di sopra descritta, in grado di originare un Tornado o una Tromba d’aria; fattori molto complessi e tutti i giorni oggetto di studio da parte dei meteorologi, degli appassionati e degli Storm Chasers (cacciatori di tempeste).
Una conferma su quanto le ondate di calore estive, sempre più frequenti rispetto al passato in prossimità delle nostre latitudini per via del riscaldamento globale, come più volte specificato nei precedenti editoriali, possano risultare completamente negative, per quanto concerne quasi tutti i punti di vista. In effetti, il calore viene trattenuto dalle acque superficiali, in questi casi del Mar Mediterraneo e dei suoi bacini e rilasciato lentamente da queste ultime, poiché hanno capacità termica e sono in grado di restituirlo all’atmosfera soprastante, in particolare alle correnti temperate di Libeccio e di Scirocco che, proprio durante l’Autunno e l’inizio dell’Inverno, quando l’energia termica aumenta, divengono decisamente umide e convergono con i venti più freschi di natura nord-atlantica, proprio com’è accaduto ieri in prossimità del Tirreno centrale, avente acque decisamente calde rispetto alla norma. L’aria più fredda dal Nord Europa, la quale si incunea al di sotto delle masse d’aria caldo-umida Subtropicale, innesca un intenso Wind Shear, esso stesso in grado di imprimere un moto rotatorio alle correnti ascensionali del cumulonembo, il quale, in tal caso, assume carattere di Supercella.
I Tornado vengono classificati secondo la Scala Fujita, la quale, ideata dallo studioso Ted Fujita dell’Università di Chicago, identifica, in base all’intensità dei venti e alla scia di devastazione, la forza del Tornado. La velocità dei venti di un EF4 supera i 280 km/h, ad esempio, può sollevare auto e distruggere abitazioni in mattoni, nonché sradicare alberi robusti.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Riccardo Cicchetti