Avete mai provato a chiedere a un bambino cos’è il calcio?
Probabilmente non gli serviranno molte parole per rispondere. Già, perché le risposte, tutte quelle di cui avete bisogno, le troverete nei suoi occhi. Le troverete nel suo sorriso.
Come si può, infatti, descrivere un’emozione?
Proprio così, un’emozione…
Un’emozione fatta di storie, da vivere e da raccontare. Un’emozione fatta di scelte.
Un’emozione, una storia, una scelta, proprio come quella di Mario Aquilio.
Classe 1992, Mario esordisce, nel 2009, a soli 17 anni, nel campionato di Eccellenza con l’Angizia Luco. L’anno successivo approda a Sulmona dove vince, a soli 18 anni, il campionato di Promozione. Eppure la carriera di bomber Aquilio ha bisogno di nuovi stimoli. Questione di emozioni. Questione di scelte.
È così che cede al corteggiamento del San Benedetto. Nei quattro anni successivi alla corte marruviana, Mario riuscirà ad entrare, a suon di giocate e di gol, nel cuore dei tifosi. Un amore ricambiato: tanto che al termine della stagione 2015/2016 il San Benedetto conquista la Promozione. Aquilio è il protagonista assoluto del successo.
I primi passi, però, non si dimenticano. Nessuna esitazione, dunque, quando a suonare al suo campanello è il Plus Ultra. I suoi amici. Il suo paese. E non importa se si tratta di 3ª categoria. Questione di emozioni. Questione di scelte.
Con 14 reti all’attivo è lui il vero trascinatore del Trasacco in questo campionato. Le sue giocate infiammano compagni e tifosi. L’amore per la maglia, per la sua gente è universalmente ricambiato. Non è un caso, infatti, che due domeniche fa, quando il suo ginocchio ha fatto crack, il silenzio sia sceso sullo stadio, come non è un caso che i suoi compagni, dopo la vittoria di domenica scorsa in quel di Canistro (0-3), abbiano voluto regalargli una maglia che vale più di mille parole. “Mario questo è per te”.
Mario, raccontaci cosa ti ha spinto a prendere parte al progetto Plus Ultra.
Ho condiviso fin da subito il progetto “Plus Ultra”. La grande voglia societaria con l’obiettivo di poter raggiungere, in tre anni, la scalata in 1ª categoria, mi ha subito convinto. La possibilità di fare qualcosa per il mio paese è, per me, motivo di orgoglio. È qui che sono cresciuto. Amo tutto del mio paese!
Torniamo un attimo indietro. Hai 17 anni e stai per esordire, nel campionato di Eccellenza, con l’Angizia Luco. Che tipo di emozione hai provato? E quanto c’è, oggi, in Aquilio, di diverso da quel ragazzino?
Le emozioni provate quel giorno non le dimenticherò mai. Esordii nel campionato di Eccellenza contro il Castel Di Sangro, fuori casa, davanti ad un pubblico molto numeroso! Mi sembrava di giocare in serie A. Avevo 17 anni e in un campo del genere, davanti a tutti i loro tifosi, ti tremano le gambe quando stai per entrare! Oggi di quel ragazzino di qualche anno fa è rimasta la voglia di lottare, di non mollare davanti a nulla e, sicuramente, è rimasto lo stesso amore per il calcio. Quello che invece ho messo sulle spalle è l’esperienza. Esperienza che, tuttavia, non mi impedisce di emozionarmi ancora.
Il presente dice stop. Stagione finita. Eppure tutto sembra dire che tu non abbia mai smesso di scendere in campo a lottare con i tuoi compagni. Il gesto, il tributo che i tuoi compagni hanno voluto regalarti, è davvero qualcosa di emozionante. Vuoi raccontarci?
Purtroppo quando la sfortuna ti viene a bussare alla porta diventa inevitabile respingerla. A me è successo due domeniche fa contro il Goriano Sicoli… Purtroppo il ginocchio sinistro ha fatto crack. Adesso sto aspettando le risposte di uno specialista che mi segue ma non sembra promettere nulla di buono. Al momento so solo che guarderò avanti e tornerò, il prossimo anno, più forte di prima. Devo ringraziare per questo anche i miei compagni e la società che non smette di farmi sentire come se non fosse successo nulla!
Per il resto hai ragione, non smetterò mai di sostenere i miei compagni ogni domenica, lotterò con loro fino alla fine e qualsiasi cosa accada sarò con il mister e con il gruppo. Vedere il gesto dei miei compagni, domenica scorsa, mi ha fatto commuovere. Questo vuol dire che c’è un sentimento forte nei miei confronti e non posso che ringraziarli tutti. Quella maglia, quella dedica, lanciata verso di me vale più di mille parole. Colgo l’occasione per ringraziare anche il mio tifoso numero uno, Cristian di Salvatore.
L’unione, il gruppo, sono elementi fondamentali per arrivare a raggiungere obiettivi importanti. Con la vittoria di domenica scorsa vi trovate, con soli 270 min da giocare, a -4 dalla vetta. Con tutti gli scongiuri del caso sembra, appellandoti alla tua esperienza, davvero un’eresia pronunciare la formula magica: “se puede” ?
Io dico che con gli scontri diretti rimasti, e a -4 dalla vetta, si può fare! I ragazzi sono in forma e lo hanno dimostrato a Canistro imponendosi per 3 reti a 0. Poi devo dire che, ultimamente, i ragazzi della juniores stanno davvero facendo la differenza. Stanno dando un contributo davvero importante per il gruppo. Un contributo che ci avvicina all’obbiettivo posto! Quindi, io dico, si “SE PUEDE”…
In conclusione, che cosa si sente di dire bomber Aquilio ai suoi compagni?
In conclusione mi sento di dare un grosso in bocca al lupo ai mie compagni e al mister, persona fantastica. Mi sento fiero, quest’anno, di essermi potuto “servire” della sua esperienza in allenamento. Sono sicuro che ce la faranno anche senza la mia presenza in campo. Sono fantastici!
E ai tifosi?
Ai tifosi di Trasacco, oltre a ringraziarli per non averci mai fatto mancare il loro sostegno, voglio chiedere scusa se proprio sul finale li ho abbandonati! Il prossimo anno, ne sono sicuro, li ripagherò con delle belle prestazioni e delle belle vittorie. Fino alla fine, dunque, forza Plus Ultra!
Si scusa Mario. Si scusa per essersi fatto male. Per non essere riuscito a regalare altre emozioni ai tifosi. Per non poter scendere in campo a conquistare un sogno…
Si scusa… Eppure promette di ripartire esattamente da lì. Dalle sue giocate, dai suoi gol. Promette di tornare a ricambiare tutto l’amore dei suoi tifosi. Questione di emozioni. Questione di scelte.
Siete ancora convinti che questo sia solo un gioco? Provate a chiederlo a un bambino. Provate a guardare i suoi occhi. Provate a guardare il suo sorriso.
Alex Amiconi
Fonte MarsicaSportiva.it
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