VIENE IN ITALIA PER CERCARE GRAZIA E TROVA GIUSTIZIA. RAGAZZO POLACCO IN VIAGGIO PER FAR VISITA AL PAPA, VIENE ARRESTATO ALL’AEROPORTO DI PESCARA

Continuano i controlli e rimane alta l’attenzione presso l’aeroporto di Pescara, dove gli uomini della Polizia di Frontiera diretti dal dirigente Dino Petitti, hanno arrestato un cittadino polacco di 31 anni in viaggio in Italia per partecipare all’udienza generale del Papa di mercoledì 10 aprile.

Una comunicazione presso la sala operativa della Polizia di Frontiera da parte del nostro servizio centrale, segnalava che il volo Ryanair proveniente da Varsavia in imminente arrivo alle 18.30 presso lo scalo di Pescara, avrebbe potuto trasportare un giovane destinatario di un ordine di cattura.

La Polizia di Frontiera, dato l’imminente atterraggio e non potendo procedere al controllo capillare di ogni passeggero per via del diritto alla libera circolazione per coloro che si muovono all’interno dell’area Schengen, ha convogliato tutti i viaggiatori lungo un unico corridoio dove è stato predisposto un servizio dinamico al fine di poter rintracciare prontamente il soggetto all’interno del flusso di più di 160 passeggeri in transito al momento dello sbarco.

Il ragazzo, individuato ed identificato tramite la propria carta di identità polacca è stato accompagnato presso gli Uffici della Polizia presenti in aeroporto al fine dell’espletamento di ulteriori accertamenti e l’avviamento della procedura per l’estradizione.

In capo a lui pendeva un mandato di arresto europeo per sfruttamento dell’immigrazione clandestina richiesto dalla Germania da febbraio di questo anno. I fatti oggetto del rintraccio riguardavano un suo trascorso in Germania di qualche anno addietro, quando già svolgeva il lavoro di autista; un trascorso che sperava fosse ormai dimenticato. 

La sua fidanzata polacca era all’oscuro di tutto, i due avevano scelto Pescara come meta per una piccola vacanza e per poter partecipare all’udienza generale del Papa a Roma.

Il ragazzo, una volta foto segnalato è risultato non avere altri precedenti ed è stato tradotto presso il carcere di San Donato a disposizione del Presidente della Corte D’Appello de L’Aquila.

Questa attività è il frutto del costante impegno profuso dagli uomini che lavorano presso gli Uffici di Polizia della Frontiera di Pescara.

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