Due ottime notizie che certamente faranno piacere alla stragrande maggioranza dei cittadini ben lontani dalla passione di chi si diverte a sparare su animali inermi e che indirettamente riguardano anche l’Abruzzo, in particolare la prima: il Presidente del Tar Lazio ha accolto (con Decreto n. 11727 del 23/10/2018) il ricorso delle Associazioni ENPA, LAC, LAV e WWF Italia con cui si chiedeva la sospensione dell’atto, approvato a fine settembre dal presidente della Regione Lazio, che autorizzava in maniera del tutto illegittima e insensata “il prelievo venatorio nel versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle zone Speciali di conservazione con presenza di Orso marsicano”. L’avvocato Valentina Stefutti, che ha curato il ricorso, aveva evidenziato al Giudice amministrativo come la Regione Lazio non avesse nemmeno richiesto l’obbligatorio parere a Ispra (l’istituto che in queste materie è organo di consulenza tecnico-scientifica dello Stato), che si era comunque già espresso in maniera negativa, raccomandando di “assicurare il divieto di caccia nell’area di protezione esterna del P.N. d’Abruzzo (…) vista l’urgente necessità di tutelare il nucleo di esemplari di orso marsicano presente nella regione Lazio”.
L’attività venatoria nelle aree di protezione esterna dei Parchi (ricordiamo che nelle aree protette è invece ovviamente del tutto vietata) rappresenta infatti una forma di caccia ancora più deleteria di quella svolta in altre zone perché reca gravissimo disturbo alla fauna spesso protetta e comunque in difficoltà. In questo caso in particolare vittima di questa forma di ossessivo disturbo da fucili e da cani sarebbe stata tra le altre anche una specie delicata e rara come l’orso marsicano. Da oggi invece, grazie alla decisione del TAR Lazio, nelle aree classificate come “contigue” al Parco d’Abruzzo nella parte laziale è vietata qualsiasi forma di caccia. Le associazioni ENPA, LAC, LAV e WWF Italia hanno assicurato sin d’ora il massimo impegno nella vigilanza con le proprie Guardie volontarie affinché le doppiette stiano alla larga dal Parco e dagli orsi. Le associazioni hanno tra l’altro impugnato pure il calendario venatorio della regione Lazio con un ricorso che verrà discusso a breve. L’auspicio è di ottenere anche in questo caso un stesso esito positivo, per contrastare in maniera concreta le recenti scelte della Regione Lazio che sembrano indicare una decisa e inaccettabile marcia indietro nel campo delle politiche ambientali.
L’altra buona notizia riguarda il calendario venatorio della Regione Marche: l’ordinanza del Consiglio di Stato del 18/10/2018, pubblicata ieri, su ricorso del WWF Italia contro la precedente decisione del TAR, ha stabilito la sospensione della caccia nei siti Natura 2000 e la sospensione della caccia nel mese di febbraio.
“Il WWF – spiega il delegato abruzzese Luciano Di Tizio – è stato costretto quest’anno, spesso insieme ad altre associazioni, a far ricorso alla giustizia amministrativa in diverse Regioni per ottenere il rispetto delle norme di legge che consentono sì in Italia la caccia, ma come eccezione rispetto alle norme prevalenti di protezione della natura. Le sentenze nella gran parte dei casi ci hanno dato ragione, ma dispiace doversi rivolgere a giudici e avvocati solo perché la politica si mostra incapace di rispettare la normativa vigente e di respingere la pressione di una parte del mondo venatorio”.