Nella provincia di Pescara siamo in piena emergenza, i dati dei ricoveri parlano chiaro: l’Ospedale Covid di Pescara non basta. Non basta alla provincia e figuriamoci alla regione. Per gestire i pazienti Covid si sono dovuti occupare altri reparti della struttura del Santo Spirito, come quello di Medicina generale, e per questo non è più classificabile come ospedale Covid free. Eppure la terza ondata era prevista e abbiamo ascoltato grandi parole dall’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì e dal Presidente della Regione Marco Marsilio su come l’Ospedale Covid ci avrebbe garantito una efficace gestione della terza ondata, ma oggi che l’emergenza è reale, e non solo nelle chiacchiere, il piano del centrodestra dimostra tutto il suo fallimento: l’Ospedale Covid manca di personale e la richiesta di posti letto è superiore all’offerta. E’ evidente che qualcuno ha fatto male i conti, per questo oggi si deve intervenire per sedare l’emergenza con l’unico obiettivo di salvare vite e non, come probabilmente è stato in precedenza, con quello di tagliare nastri in tempi da record. Si ammetta il fallimento e si interpelli il Ministero della Difesa per portare qui in Abruzzo personale medico e infermieristico militare. Il tempo delle chiacchiere è finito” il commento arriva dal Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa in cui, carte alla mano, ha spiegato cosa sta accadendo.
“L’ospedale covid scoppia e la carenza di personale è diventata insostenibile. Nella terapia intensiva sembrano essere ricoverati circa 40 pazienti. Vi lavorano sei medici per turno e circa dodici infermieri, un numero ben al di sotto delle linee guida regionali e nazionali che indicano come situazione ottimale un rapporto che si aggiri intorno a un medico ogni quattro pazienti e un infermiere ogni due pazienti. Mancherebbero quindi otto infermieri e quattro medici per turno. Aggiungiamo a questa grave carenza il fattore precarietà del personale sanitario, molti infatti sono a contratto con agenzie interinali o con cooperative, una scelta ormai insostenibile e che mortifica la professionalità di tanti Medici, Infermieri e Oss che ogni giorno svolgono un eccellente lavoro nonostante la pessima gestione delle Asl da parte di Regione Abruzzo. Il personale manca anche nel Pronto Soccorso che è al collasso, anche a causa della gestione dei pazienti covid. Tanti cittadini ci chiamano per sapere che fine fanno i loro cari che aspettano ore, a volte giorni, prima di essere trasferiti dalle stanze di osservazione del pronto soccorso ai reparti dell’ospedale Covid. Le sale, cosiddette OBI, possono contenere all’incirca otto pazienti, ma in questi giorni si è arrivati anche a trentacinque persone in attesa. La sala di osservazione, quindi, si è trasformata in un vero e proprio reparto, ma non è adeguata a questa funzione per mancanza di spazi e apparecchiature. I malati vengono curati e assistiti grazie all’infinita professionalità e abnegazione del personale medico ed infermieristico del pronto soccorso, ma non possiamo chiedere a queste persone di lavorare in condizioni così al limite. Che fine ha fatto il nuovo Pronto Soccorso di cui il Presidente Marsilio e l’Assessore Verì ci hanno spesso parlato? Ci troviamo in piena pandemia e ancora alle promesse non seguono i fatti. Un ritardo cronico su tutta la linea: in piena pandemia un ospedale al collasso, un pronto soccorso obsoleto, in cui le ambulanze ancora devono uscire in retromarcia. Insomma una realtà ben diversa da quella che a parole ci raccontano sempre Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ma è finito il momento delle chiacchiere. Chiediamo interventi seri e risolutivi”.
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