Comunicato Stampa Noi Con Salvini.
Nel vagabondare continuo alla ricerca dell’efficienza, il comune cittadino, si trova sempre invischiato in problematiche che vanno al di là delle ragioni oggettive che dovrebbero essere coniugate da chi è preposto allo snellimento di procedure atte a far migliorare la qualità del vissuto quotidiano. Parliamo del parco Arabona in Manoppello Scalo. Questa struttura, modello di innovazione culturale nel sensibilizzare le relazioni, è trattata da maleducati e sprovveduti, alla stessa stregua di una cloaca. Dire che le istituzioni locali – dopo che la stessa Amministrazione ha anche impegnato 15.000,00/20.000,00 euro – faccia come lo struzzo, significa non dire il vero.
Da una risposta del Sindaco di Manoppello all’interrogazione di due Consiglieri, avente per oggetto l’attivazione del servizio di videosorveglianza urbana (Prot. n° 15797 del 03.11.2016) si evince che tutto ciò di spettanza amministrativa – elaborati progettuali per la messa in opera del progetto nonché l’autorizzazione della Curia di Chieti che prevede l’installazione di apparati radio ed antenne sulla torre campanaria della Chiesa di San Callisto in località Ripacorbaria – è stato notificato e consegnato agli uffici della Soprintendenza al fine di far visionare la documentazione prodotta in maniera informale, onde ottimizzare i tempi di risposta per il nulla-osta. A distanza di oltre un mese nulla si sa ancora.
E’ vero che occorre tempo per visionare un progetto, per tempo inteso qualche settimana non all’infinito, ma, rimanere in attesa della partenza di lavori che andranno a scongiurare la maleducazione e l’indifferenza verso la cosa pubblica da parte di soggetti che non hanno rispetto neanche verso la propria persona, lascia l’amaro in bocca al comune cittadino se si considera che spesso nella realizzazione di opere a servitù della collettività si ha spesso la certezza della colpevolezza politica. In questo caso la lentezza burocratica “pare” sia dovuto a un organo statale che non riesce a concedere una risposta per le grandi priorità a cui deve fare carico quotidianamente. La motivazione di questo ritardo la vogliamo classificare così? Siamo così convinti che la mole di lavoro della Soprintendenza sia così “pesante” da non poter rispondere celermente a un quesito completo di tutto ciò che le norme stabiliscono? Siamo così sicuri che il personale preposto a questa risposta sia così oberato da tanto lavoro? Probabilmente, a queste domande, non possiamo che rispondere col dubbio che ci oscura la qualità di quella parte di memoria ragionevole che è innata in ognuno di noi comuni mortali.
Coordinatore NcS Daniele Parlante.