Dopo una lunga e serrata attività di concertazione, nella odierna seduta straordinaria l’esecutivo regionale ha definitivamente approvato il DOCUMENTO FINALE del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. L’importante atto consentirà finalmente di adeguare la normativa vigente in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e la relativa pianificazione di riferimento; il Piano andrà attuato in un orizzonte temporale individuato nel periodo 2017-2022, perseguendo quagli indirizzi politici e programmatici delineati con due fondamentali provvedimenti a suo tempo varati dalla giunta regionale, ovvero le Delibere n. 116 del 26/02/2016 e n. 226 del 12/04/2016.
In particolare n. 3 aspetti risultano molto ben definiti e non suscettibili di alcun dubbio:
1. la riorganizzazione dei servizi di raccolta, basati su sistemi domiciliari, che ha comportato in questi anni un costante aumento della percentuale di raccolta differenziata, il cui obiettivo minimo è fissato al 2022 al 70% su base regionale.
2. il Piano esclude qualsiasi ipotesi di realizzazione di un inceneritore nel proprio territorio, non condividendo le scelte delineate nel c.d. “Decreto Inceneritori” che individua i deficit registrati a livello impiantistico per i diversi contesti territoriali e le modalità del loro soddisfacimento. Alla luce delle previsioni di Piano, come già prospettato con la DGR n. 226 del 12 aprile 2016, nel documento si ribadisce l’assoluta insussistenza di condizioni oggettive per prevedere un impianto di incenerimento in Abruzzo in quanto non sostenibile nè tecnicamente nè economicamente.
3. tra i diversi modelli gestionali dei flussi di rifiuti in precedenza ipotizzati, il nuovo Piano sceglie senza tentennamenti il modello del “recupero di materia”, sia mediante l’organizzazione di sistemi domiciliari di raccolta differenziata (cd ‘porta a porta’), sia attraverso il recupero ‘possibile’ di altri materiali dalle frazioni residue di rifiuti (cd ‘Rifiuti indifferenziati’). Tutto ciò comporterà anche adeguamenti impiantistici in grado di consentire la qualificazione del rifiuto secco residuo da selezione impiantistica attraverso l’intercettazione delle componenti valorizzabili (in primis materiali plastici, metallici e, ove possibile, cellulosici). Il nuovo Piano, dunque, disegna un “modello gestionale” basato su prestazioni medie attribuite al complesso delle filiere di trattamento. Infatti, gli impianti “TMB con recupero di materia spinto”, prevedono lavorazioni finalizzate ad estrarre dal rifiuto indifferenziato residuo frazioni recuperabili in forma di materia (es. plastiche, carta, metalli) quantificabili in circa il 15% del flusso trattato.
Lo scenario globalmente prefigurato farà si che, a obiettivi conseguiti, siano ampiamente rispettati i target fissati dalla Commissione europea in materia di “preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilati” pari al 50% al 2020 (art.11, Direttiva 2008/98/CE, recepito nell’ordinamento nazionale con D.Lgs. 152/06 – art.181).
«Su questi aspetti si intende discutere – interviene il Sottosegretario regionale con delega ad Ambiente ed Ecologia Mario Mazzocca – ed animare un confronto connotato dai caratteri del rigore scientifico e della realtà dei fatti e non, come spesso accade, da ragionamenti dettati dalla disinformazione e privi di logica o intrisi di demagogica strumentalizzazione politica. Un ulteriore e definitivo momento di confronto pubblico, prima dell’approdo in Consiglio Regionale per la definitive approvazione, sarà ancora possibile avendo diposto il ri-avvio della procedura VAS (Fase 3 ‘Consultazioni’) per il periodo di 60 giorni dalla data di pubblicazione sul BURAT mettendo a disposizione la documentazione completa del Piano e facendo salve le Fasi 1 (impostazione/attività di scoping) e 2 (elaborazione del rapporto ambientale) già in precedenza espletate».
«Come si può notare – continua il Sottosegretario – il confronto con l’attuale situazione gestionale evidenzia in maniera chiara ed inequivocabile:
1. la contrazione della produzione complessiva;
2. il considerevole aumento dei quantitativi di rifiuti avviati a recupero di materia;
3. il contenimento dell’avvio a recupero energetico (invariato a livello % ma in diminuzione in valore assoluto);
4. la significativa contrazione dello smaltimento in discarica».
«A seguito delle attività in sintesi elencate – conclude Mazzocca – il Servizio regionale ha provveduto ad elaborare e redigere i documenti costituenti l’adeguamento della nuova pianificazione regionale (PRGR), che per dovere di informazione si riportano di seguito.
• “Proposta di Piano”, costituita dalla seguente documentazione:
a. “Relazione di Piano”;
b. “Relazione di Piano – Allegato 1 – Linee guida ed indirizzi per la riorganizzazione dei servizi a livello locale”;
c. “Proposta di Piano – Programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti e prime misure per la preparazione al riutilizzo”;
d. “Proposta di Piano – Piano delle bonifiche delle aree inquinate (PRB)”;
• “Proposta di Rapporto ambientale” e “Sintesi non Tecnica”, ex art. 13 del D.Lgs. n. 152/06 (documentazione finalizzata a valutare la sostenibilità ambientale e territoriale delle scelte proposte ed elaborata ai fini di facilitare e promuovere lo sviluppo sostenibile nel percorso di pianificazione e con il processo di valutazione degli effetti ambientali del nuovo Piano Rifiuti);
• “Proposta di Rapporto Ambientale – Studio di incidenza sui siti della Rete naturale 2000″».
Redazione ilfaro24.it