di Alina Di Mattia
“Chi avrebbe mai immaginato che a Cerchio ci fosse un focolaio di Cultura!”
Furono queste le parole dello storico d’arte Federico Zeri a proposito del noto editore e ricercatore originario di Cerchio, conosciuto in tutto il mondo e forse troppo poco nella sua terra.
Nato il 20 marzo come il suo conterraneo Publio Ovidio Nasone, Adelmo Polla è certamente il protagonista indiscusso nella diffusione e valorizzazione del patrimonio culturale abruzzese di qualità.
Quarant’anni di editoria senza eguali che lo annoverano tra i personaggi più rappresentativi dell’industria libraria italiana. Le sue pubblicazioni sono arrivate in ogni angolo del globo. La sua biblioteca è ricca di fatti, aneddoti, avvenimenti storici e ricordi inestimabili, come la sua memoria.
“Non si può parlare di Cultura in Abruzzo, senza prescindere da Adelmo Polla”, dirà di lui l’intellettuale Ugo Maria Palanza
All’età di quattro anni è già in grado di leggere il giornale, tanto che la sua foto finisce sulle pagine de Il Messaggero come bambino prodigio. La precoce maturità culturale gli permette di saltare i primi due anni di scuola elementare, ma per problemi burocratici e con grande rammarico dei maestri Casale e Taglieri, non gli è consentito essere inserito tra gli allievi della terza classe. Frequenterà il ginnasio eccellendo in italiano, greco e latino e, successivamente, si diplomerà brillantemente al Liceo Classico.
Trascorre i primi anni della guerra in collegio, prima a Sulmona e poi a Vasto, studiando con Padre Antonio da Serramonacesca. È un ragazzino curioso e intraprendente, avido di conoscenza e sapere. Difatti, a soli dodici anni, scrive la sua prima poesia.
Inizia ben presto a studiare l’inglese per corrispondenza con l’Istituto Volonté. Il suo primo lavoro come interprete arriva in occasione del raduno della Chiesa evangelica a Villa San Sebastiano, al quale partecipano anche le truppe americane. Aprirà la prima scuola di inglese a Cerchio, nella quale insegnerà la lingua anglosassone a diversi suoi conterranei in partenza per l’Australia.
Si trasferisce nella Roma popolare del 1949 ed inizia a lavorare come commesso in un’oreficeria. Sono gli anni in cui Cinecittà comincia a produrre i grandi film e a forgiare gli attori e i registi che faranno epoca.
Frequentando l’amico Sandro Continenza, famoso sceneggiatore televisivo di origini cerchiesi, Adelmo viene a contatto con coloro che entreranno di diritto nella Storia del Cinema tra cui Sophia Loren, Federico Fellini, Vittorio De Sica, Steno (Stefano Vanzina), lo scrittore pescarese Ennio Flaiano, nonché il regista teatino Anton Giulio Majano creatore dello sceneggiato televisivo.
Tra i suoi aneddoti più curiosi legati agli anni de La dolce vita c’è il ricordo di quel caffè preso quasi quotidianamente in un elegante bar di via Veneto: era solito sedere al tavolo vicino a quello occupato da Federico Fellini ed Ennio Flaiano, per partecipare ai loro interessanti discorsi.
Impiegato presso il Pontificio Istituto Angelicum nella storica Salita del Grillo, ed in seguito nella Libreria Nazionale di Roma, inizia a fare tesoro del lavoro che segnerà la sua fortuna. Diventa un attento ed infaticabile ricercatore di libri esteri e tecnici. In questo periodo incontra il prestigioso antiquario libraio Bretschneider, grazie al quale inizia una proficua ed interessante collaborazione con numerose università americane, alle quali fornirà i migliori testi antichi. Inizia l’epoca dei reprints.
L’Italia sta vivendo gli anni di Enrico Mattei.
C’è un gran fermento culturale nella capitale. L’editore, nonostante abbia un lavoro ben retribuito con la Società Editrice Internazionale in cui è impiegato sia come commesso sia come interprete per i turisti, si licenzia con la ferma intenzione di aprire una libreria tutta sua a Piazza dei Consoli. Qui, inizia ad importare e distribuire libri tecnici e in lingua straniera agli atenei universitari. E’ un successo.
Nel 1963, si reca ad Harvard, negli Stati Uniti. Soltanto tre anni più tardi aprirà La Casa del libro italiano a Montreal, in Canada, in una celebre via che, ironia della sorte, si chiama Dante Street.
Nel 1974, fonda la Adelmo Polla Editore pubblicando opere di Filologia classica, Letteratura rinascimentale, Umanesimo e biografie di grandi scrittori.
“Quella volta che Ignazio Silone mi telefonò e mi raccontò di una terribile notte all’addiaccio a Cerchio…”
E’ ancora vivo e prezioso il ricordo del ringraziamento personale da parte di Ignazio Silone per l’omaggio del libro “Il prosciugamento del Lago di Fucino”. Nel 1975, il celebre autore di Fontamara telefonò a Polla complimentandosi per l’encomiabile lavoro editoriale svolto. In quell’occasione ed in via del tutto esclusiva, gli raccontò di una notte d’inverno in cui, braccato dai fascisti, cercò riparo proprio a Cerchio. Nonostante imperversasse una terribile bufera di neve, il parroco di allora, temendo eventuali ripercussioni, gli negò l’ospitalità. Lo scrittore dovette, suo malgrado, incamminarsi alla volta di Aielli dove fu accolto dal socialista Angelitti. La vicenda cerchiese aveva talmente segnato Silone che la confidò – con non poca amarezza – all’editore, nonostante fossero trascorsi ormai trent’anni.
Ha fatto il giro del mondo in due tranches con Costa Crociere, nel 2007 e nel 2009, in compagnia della sua Canon e dei suoi impagabili appunti che oggi ci restituiscono rare immagini del Belpaese ormai sparito e di quel mondo di cui abbiamo un’incredibile e struggente nostalgia.
Oltre 20.000 pagine legate alla storia, alla cultura e alle tradizioni abruzzesi
Ad oggi, la Adelmo Polla Editori ha pubblicato 264 titoli, di cui 214 di materia abruzzesistica, 50 reprint, 50 di classical studies e, fiore all’occhiello, i tascabili d’Abruzzo, 150 volumi distribuiti in Italia e all’estero che fanno parte di una prestigiosa collezione affidata a scrittori di prima grandezza. Oltre ventimila pagine che raccontano Storia, Arte, Cultura, tradizioni, usi e costumi della nostra terra, persino il Brigantaggio, in una serie straordinariamente fortunata che rappresenta, sempre secondo lo stesso Zeri, “il patrimonio culturale più eclatante nella storia d’Abruzzo degli ultimi 50 anni”.
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