I Nucleo Carabinieri, alle prime ore della mattinata, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Teramo – Dott. Veneziano – su conforme richiesta del P.M. – Dott.ssa Aloisi – a carico di S. A. 42enne, di Alba Adriatica, ritenuta responsabile del reato di circonvenzione di persona incapace, ai danni di un libero professionista del posto, affetto da malattia invalidante, S. G. 34enne e S. G. 41enne, anch’essi di Alba Adriatica, ritenuti responsabili, in concorso, di tentata estorsione, nei confronti dell’ex convivente del professionista. Nel corso delle indagini, avviate dopo la denuncia presentata presso la Procura della Repubblica di Teramo dal legale della vittima, è emerso che da circa un anno, S. A. con il pretesto di garantire assistenza morale e materiale al professionista, in ragione dell’infermità psichica sofferta, lo induceva a donare a se stessa un appartamento, ad acquistare – ad una cifra irrisoria – un secondo appartamento, a vendere – sempre ad una cifra irrisoria – al nipote della “carnefice” un terzo appartamento ed a cedere al badante della vittima un quarto appartamento. I due S. G., invece, sono accusati di tentata estorsione poiché con reiterate minacce e pressioni tentavano di estorcere all’ex compagna del professionista le chiavi, per entrare in pieno possesso degli immobili indicati precedentemente. Inoltre, i tre aguzzino avvalendosi della forza intimidatrice ed in concorso con altri tre correi D.R.I 74enne, B.E. 24enne e I.S. 51enne, con reiterate minacce di morte rivolte in qualsiasi circostanza all’indirizzo dell’ex compagna del professionista e della figlia minorenne, provocavano un grave e perdurante stato d’ansia e paura tanto da ingenerare nelle vittime un fondato timore per la propria incolumità e per quella dei propri congiunti. Al riguardo, il GIP del Tribunale di Teramo ha emesso nei confronti di tutti e sei gli indagati, la misura cautelare del divieto di avvicinamento al professionista ed alla ex convivente, alle rispettive abitazioni, ai luoghi di lavoro, imponendo agli stessi di comunicare con le vittime in qualsiasi modo. Sono in corso ulteriori indagini al fine di comprendere se nella vicenda vi siano altri correi e la loro responsabilità in seno alla vicenda in disamina.