Divieto di avvicinamento ai posti frequentati da alcune donne che perseguitava. Il provvedimento è stato eseguito questa mattina, nei confronti di S.F., 37 anni residente a Pescara, dalla Squadra Mobile della Questura di Pescara, provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Pescara, Elio Bongrazio, su richiesta del Sostituto Procuratore Fabiana Rapini.
L’uomo è indagato per “stalking” in quanto, attraverso condotte reiterate nel tempo, si è reso responsabile di atti persecutori, anche attraverso strumenti informatici e telematici, nei confronti di una 28enne residente a Pescara e di due sue amiche.
L’uomo nel 2012 aveva conosciuto la ragazza, trasferitasi a Pescara per ragioni di studio, frequentandone la comitiva. Dopo alcuni mesi i rapporti tra i due, peraltro mai sfociati in una relazione sentimentale, si sono raffreddati fino ad interrompersi definitivamente per decisione della ragazza.
La decisione non era stata però accettata dall’uomo, che aveva non solo iniziato a tempestarla di chiamate e di messaggi, tanto da costringerla a cambiare numero, ma si era addirittura presentato a più riprese presso la sua abitazione, citofonandole a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Peraltro l’atteggiamento molesto dell’uomo si era indirizzato anche verso due amiche della donna, facenti parte della medesima comitiva universitaria, a loro volta minacciate ed ingiuriate da S.F., anche via chat telefoniche e su Facebook.
Nel 2014 la ragazza aveva deciso di far rientro nella sua regione d’origine e la situazione sembrava a quel punto essersi normalizzata, non avendo più avuto modo di incontrare il 37enne pescarese.
Nell’estate dello scorso anno però, ritornata nel frattempo a Pescara, la giovane si era casualmente imbattuta in S.F., che nell’occasione le aveva rivolto pesanti minacce.
La donna solo a giugno di quest’anno si è decisa a sporgere querela per le intimidazioni subite, ricevute peraltro anche sul suo profilo Facebook, laddove l’uomo la minacciava dicendole che l’avrebbe ammazzata e gettato dell’acido addosso.
S.F., nel giugno scorso, si è addirittura recato nel paese d’origine della donna presso il ristorante dei genitori, in cerca di quest’ultima, senza però riuscire ad incontrarla.