Se ne sente parlare spesso, quando si ha a che fare con lo smaltimento dei rifiuti. Questa sigla è riportata in numerosi documenti e molte volte soltanto gli addetti ai lavori o i professionisti del settore sanno a che cosa si fa riferimento. Il CER èil Codice Europeo dei Rifiuti, un abbreviativo che indica il codice identificativo. Esso è assegnato in base al tipo di rifiuto, l’elemento discriminante è la composizione dello stesso e la sua provenienza. Una delle sue caratteristiche è che risulta composto da sei cifre.
IL CER è entrato in vigore a partire dal 1 gennaio del 2002 e deve essere indicato sia sulla scheda SISTRI sia sul registro di carico e scarico dei rifiuti. Inoltre, a seguito della decisione 2014/955/UE, sono entrati in vigore i nuovi codici CER a partire dal 1 giugno del 2015.
I nuovi codici CER
Chi opera nel settore deve essere a conoscenza della lista codici cer. Questi, infatti, si dividono in base alla loro pericolosità. Quelli pericolosi vengono identificati attraverso un asterisco. Tale elemento è molto importante perché la pericolosità di un rifiuto si ha quando esso non è determinabile mediante le schede di sicurezza degli elementi che lo compongono. Quindi, essa si ricava con l’analisi di laboratorio. Attraverso un apposito esame, è possibile stabilire l’eventuale superamento di valori di soglia individuati, previsti dalle Direttive sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze pericolose. Ciò riguarda i tipi di rifiuti che presentano i codici CER a specchio, cioè una coppia di diversi codici CER che indicano il medesimo rifiuto: uno presenta l’asterisco, se il rifiuto è pericoloso, mentre l’altro ne è privo.
Gli altri tipi di rifiuti, invece, possono essere pericolosi o meno e per stabilirlo è necessaria un’analisi mirata. Ai rifiuti pericolosi viene applicata la sigla HP, seguita da un numero che può variare da 1 a 15. Tale valore far riferimento alla classe di pericolosità. Una delle cose da tenere in considerazione è il fatto che la miscelazione di rifiuti con diversi codici CER o con lo stesso codice CER ma diversa classe di pericolosità è vietata in due situazioni ben precise: il trasporto oppure il deposito momentaneo.
Problemi interpretativi dei codici CER
Stabilire la tipologia di un rifiuto è fondamentale perché l’esito ha delle conseguenze economiche e operative. Ci possono essere dei casi di certezza o di pericolosità presunta. Quando ci sono dei rifiuti a cui possono essere assegnati codici speculari, il possessore deve necessariamente far svolgere delle analisi per verificare la presenza o meno di sostanze pericolose all’interno dei rifiuti.
In caso di probabilità, invece, il possessore dei rifiuti a cui possono essere attribuiti dei codici speculari ha un margine di discrezionalità nel procedere all’accertamento della pericolosità, attraverso delle analisi. Quindi, egli potrebbe limitare gli esami alle sostanze che, molto probabilmente si trovano nei prodotti che sono fondamentali per la produzione del rifiuto. Di conseguenza, questo secondo caso è meno dispendioso da un punto di vista economico e comporta minori responsabilità.