“Mentre migliaia di famiglie del pescarese e del teramano vivono un’emergenza idrica senza precedenti, causata dal maltempo e dal sisma, un’emergenza che richiede atti straordinari, l’attuale governance dell’Aca resta pervicacemente attaccata alle poltrone conquistate, pur consapevole di poter gestire solo l’ordinanza amministrazione, in barba alle esigenze eccezionali del territorio. Oggi tale situazione non è più accettabile né gestibile, per tale ragione chiediamo al Consiglio d’amministrazione senso di responsabilità per valutare l’adozione degli atti utili per dare all’Aca una governance che le consenta immediata operatività, ovvero le dimissioni”.
Lo hanno detto i Sindaci di Scafa Maurizio Giancola, Moscufo Alberico Ambrosini, Catignano Enrico Valentini, Cappelle sul Tavo Licia Maiorano Picone, Elice Gianfranco De Massis, Atri Gabriele Astolfi, Civitella Casanova Marco D’Andrea e Pianella Sandro Marinelli, firmatari di una lettera congiunta inviata all’Aca, al Collegio sindacale Aca e all’Ato pescarese.
“Esprimiamo la nostra preoccupazione per la situazione di grave, ripetuta e crescente carenza idrica che dall’inizio di gennaio vede i cittadini privati di un bene di prima necessità come l’acqua – si legge nella lettera sottoscritta -. La perturbazione meteorologica, la persistenza dello sciame sismico che si avverte in tutti i comuni serviti dalla società, la evoluzione degenerativa del quadro di dissesto idrogeologico, necessita di interventi immediati di natura straordinaria da parte di Aca, interventi che non possono essere ulteriormente differiti. In tale contesto abbiamo però preso atto con rammarico di quanto dichiarato dalla società il primo febbraio scorso in sede di procedimento cautelare dinanzi al Tribunale delle imprese de L’Aquila, ovvero che ‘il limite dell’ordinaria amministrazione imposto dall’Ato, puntualmente rispettato dall’attuale Consiglio d’amministrazione dell’Aca (nelle more del pronunciamento del Tar sulla legittimità delle nomine), garantisce la regolare prosecuzione delle attività di quest’ultima”. “In altre parole – hanno illustrato i Sindaci – secondo l’attuale governance dell’Aca l’eventuale insediamento di un Commissario a capo dell’Aca consentirebbe di effettuare la stessa ordinaria amministrazione garantita dall’attuale Cda, a questo punto perché dimettersi, e piuttosto non aspettare il pronunciamento del Tar, garantendo, comunque, solo le attività ordinarie, dimostrando il proprio attaccamento alle poltrone anziché al ruolo e all’incarico affidato”.
“Pertanto – si legge ancora nella lettera – appare evidente che la pervicace volontà di occupare personali postazioni di potere, non arretra neppure dinanzi al dramma di decine di migliaia di cittadini costretti a rimanere per giorni senza acqua da un’azienda che in una situazione di emergenza, che non ha precedenti negli ultimi cinquant’anni, ammette di non poter operare oltre gli atti di ordinaria amministrazione. Ulteriore elemento di preoccupazione per la società, deriva dalla vicenda della abnorme rottura di migliaia di contatori, che a causa della mancanza di misuratori sostitutivi, sono stati eliminati, con l’installazione di bypass che non consentono di misurare i consumi, dunque causando un evidente grave danno al patrimonio della Società, in una situazione peraltro di bisogno impellente di liquidità per onorare gli adempimenti della procedura concordataria. A questo punto – continua la lettera – si chiede di fornire a tutti i Comuni soci le esatte indicazione del numero di misuratori danneggiati, il numero dei bypass da sostituire, i tempi di sostituzione e la stima dei consumi non contabilizzati. Ma soprattutto si lascia alla sensibilità dei componenti del Collegio di amministrazione la valutazione in ordine agli atti necessari e opportuni per dare urgentemente alla società, ma soprattutto alle migliaia di cittadini in difficoltà, una governance che goda di piena e immediata operatività che la gravità della situazione odierna richiede”.
Redazione