WWF e ProNatura hanno inviato una nuova lettera ai Comuni di Pescasseroli, Opi e Barrea, all’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e alla Comunità del Parco in merito alla realizzazione del depuratore a servizio del territorio dei Comuni di Opi e Pescasseroli previsto nell’area sensibile del lago di Barrea.
Già diversi mesi fa le due Associazioni avevano chiesto un incontro su questa problematica offrendo la propria disponibilità a collaborare per individuare, nell’iter ormai concluso della progettualità, la possibilità di una collocazione meno impattante dell’opera e di una realizzazione il meno invasiva possibile.
Purtroppo, inspiegabilmente, non ci sono state risposte in merito né da parte dell’Ente Parco né da parte delle Amministrazioni comunali.
“Ad oggi l’area oggetto dell’intervento appare transennata, ma i lavori non sembrano iniziati. Non è noto quando inizieranno e se il progetto verrà eseguito senza alcuna modifica o se saranno apportati almeno dei miglioramenti nella fase esecutiva” sostengono le associazioni.
“Il problema della depurazione in questi territori è innegabile e WWF e ProNatura non si sono mai opposti alla realizzazione di un intervento che possa essere risolutivo. Le scelte progettuali effettuate comporterebbero però un evidente danno a uno degli ambienti più importanti dell’area protetta. La situazione che si è venuta a determinare – si legge in una nota – è veramente paradossale: la stagione primaverile è ormai iniziata per cui è necessario attrezzarsi per affrontare il periodo di maggiore afflusso dei turisti con conseguente aumento del carico inquinante al depuratore esistente. Il nuovo depuratore, sulla cui collocazione sono state sollevate molteplici critiche, non sarà comunque completato e visto che quello esistente non è sufficiente a garantire un trattamento dei reflui idoneo a non compromettere la salute dell’ecosistema acquatico e lacustre, ci si chiede quali provvedimenti abbiano intenzione di attivare i Comuni e come l’Ente Parco e la Comunità dello stesso intendano adoperarsi per tamponare la situazione esistente e dare supporto alle Amministrazioni locali.
La qualità delle acque a valle dei Comuni di Opi e Pescasseroli è del tutto inadeguata e non si può più far finta di non vedere: non è accettabile che un parco nazionale abbia le acque dei propri fiumi classificati a livello “scarso” (classificazione 2010-2015 di fiumi, laghi e acque sotterranee dell’ARTA) tanto da provocare una procedura di infrazione comunitaria contro la Regione Abruzzo.
Tutta la normativa comunitaria, a partire dalle direttive europee Uccelli (2009/147/CE) e Habitat (92/43/CE) con la Rete Natura 2000, punta anche al mantenimento e al ripristino degli ecosistemi acquatici in uno stato di conservazione almeno “soddisfacente” per le specie presenti.
La mancata depurazione comporta gravi danni agli habitat e alle specie di interesse comunitario: carichi organici eccessivi causano la scomparsa di specie ittiche esigenti a vantaggio di altre più resistenti. La materia organica di scarto può portare a una eccessiva crescita della popolazione batterica, con una conseguente diminuzione dell’ossigeno disponibile per le specie acquatiche: tutti gli organismi ne soffrono, ma in particolare quelli a scarsa mobilità possono essere fortemente danneggiati tanto da scomparire.
Tali situazioni non sono tollerabili in assoluto, ancor meno all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, all’interno del quale la tutela della biodiversità e la conservazione degli ecosistemi devono rappresentare una missione imprescindibile.
L’estate scorsa, a causa dello scarsissimo livello di depurazione delle acque, i danni agli ecosistemi sono stati troppo elevati perché sia possibile permettere il ripetersi della stessa situazione anche quest’anno: una situazione che tra l’altro finisce per danneggiare pesantemente la stessa immagine di un territorio a vocazione turistica.
Oggi risulta fondamentale – in attesa della realizzazione di un impianto idoneo e non impattante – mettere in campo tutte le iniziative possibili per tamponare gli inevitabili problemi che arriveranno con l’estate.
Le Associazioni ambientaliste, anche nei momenti istituzionali di funzionamento dell’Ente Parco, hanno avanzato proposte in tal senso: moduli aggiuntivi per i depuratori esistenti, autobotti che trasportino i reflui in impianti più idonei e/o, comunque, altre iniziative da valutare con tecnici esperti del settore. Si tratta tuttavia di procedure che richiedono tempi, programmazione, procedure di conferimento degli incarichi, ecc. Si chiede, dunque, che i Comuni, qualora non lo avessero già fatto, predispongano e rendano pubblici con urgenza piani di intervento per fronteggiare la prossima emergenza estiva (se di emergenza si può parlare visto che è una situazione che si ripete ogni anno).
Si torna nel contempo a chiedere anche di affrontare la questione del nuovo depuratore in modo da individuare, con il consenso di tutti, soluzioni alternative che possano eliminare l’impatto ambientale che l’attuale progettazione determinerebbe.”