I geologi e i sismologi, spiegano quanto gli ultimi terremoti provengano dalla faglia dei Monti Sibillini: si potrebbe presupporre che essa si sia attivata in seguito al terremoto di L’Aquila nell’Aprile 2009. La serie di scosse di Terremoto di alta magnitudo accadute dopo il sisma che devastò Amatrice il 24 Agosto 2016, sono dovute dunque a questa faglia. Trattandosi di scosse di moderata/forte intensità in grado di risvegliare altre faglie del complesso sistema appenninico che compongono, “la Commissione riunitasi nella giornata di ieri a Roma ha analizzato la sismicità recente e passata del Centro Italia, arrivando a dichiarare che un aspetto della sismicità di questa regione è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi nelle aree limitrofe”. Pertanto, si chiede “l’intensificazione delle amministrazioni pubbliche al fine di proseguire i programmi di valutazione della vulnerabilità e riduzione del rischio sismico”.
Invece, ponendo lo sguardo a dei ricollegamenti con l’argomento “atmosfera” o meteorologico che ritengo maggiormente importante associare, miti o detti annessi al fatto che un terremoto venga preceduto da un forte vento, oppure da un aumento delle temperature (ad esempio caldo opprimente), sono stati alimentati dagli intensi terremoti che si sono verificati in Italia, tra cui il terremoto del Friuli (maggio 1976) e dell’Irpinia (Novembre 1980), quando si manifestarono configurazioni meteorologiche favorevoli a un aumento delle temperature sia minime che massime, quadri sinottici che possono normalmente esserci sia in Estate (venti di Scirocco, resi umidi dal Mediterraneo e richiamati da un’area di alta pressione in quota di matrice Subtropicale), che in Autunno (venti meridionali risucchiati dalla posizione favorevole di un vortice di bassa pressione innescato dall’arrivo di una perturbazione di origine atlantica) e sono correlati solo e unicamente al sistema atmosferico terrestre, già di per sé caotico e complesso. Un altro esempio può essere il sisma del 24 Agosto 2016, che vide un’area di bassa pressione sulla Grecia, la quale incrementò i venti freschi o moderatamente freddi di Grecale sia sulle regioni adriatiche che al Sud Italia. Ebbene, possiamo dunque ritenere non scientificamente veritieri questi detti, evidenziando che, i terremoti, avvengono all’interno della Terra e raramente o quasi mai si tratta di episodi superficiali, in grado sia di influenzare le temperature che la ventilazione locale prima che il sisma avvenga o successivamente a quest’ultimo. Per tali motivi gli eventi sismici non possono rientrare nell’ambito meteorologico e climatologico, poiché trattasi di fenomeni naturali unicamente geofisici. Certamente, l’instaurarsi di un vento può esserci durante il terremoto, tutto ciò a causa dell’energia sprigionata dal movimento tellurico che origina uno spostamento d’aria molto localizzato ma, ripeto, solo durante la scossa. A smentire tali supposizioni o anche proverbi spesso utilizzati impropriamente, sono anche il recente terremoto di L’Aquila (Aprile 2009) e il più antico terremoto marsicano, avvenuto il 13 Gennaio 1915, che rase al suolo in particolare la città di Avezzano (solo un’abitazione rimase in piedi). Dal punto di vista atmosferico, infatti, esso si verificò nel corso di vere e proprie irruzioni d’aria molto fredda di origine artica, tipiche del periodo; in effetti, purtroppo, tra la sofferenza e le macerie rappresentate dalle antiche fotografie, vi è anche la neve e il ghiaccio.
Gli eventi vulcanici, a loro volta provenienti da episodi fortemente sismici, possono invece avere a che fare con il sistema atmosferico alterandone addirittura l’andamento climatico: le polveri più sottili e leggere sprigionate da una potente eruzione vulcanica come ad esempio l’antica eruzione del Vulcano Tambora che avvenne in Indonesia nel 1814, le cui polveri rimasero intrappolate nella Stratosfera e vennero oltretutto espanse anche in altre aree grazie ai venti che ospitano la media atmosfera, non permisero alla radiazione solare di interagire con il suolo terrestre. In questo modo, nell’arco di poco tempo e per i successivi decenni fino al 1860, anche e soprattutto il nostro emisfero, ebbe importanti ripercussioni sulla circolazione atmosferica, la quale mutò, innescando continue irruzioni d’aria gelida dal Circolo Polare Artico durante l’Inverno ma anche in Estate, quando le intense perturbazioni accompagnate da masse d’aria moderatamente fredda, diedero luogo a forti temporali mediante il contrasto termico. Le continue tempeste di fulmini e gli episodi incessabili di maltempo indotti da questa “Piccola Era Glaciale” (PEG), riuscirono ad influenzare la Letteratura del tempo, consentendo, all’autrice Mary Shelley, di rinchiudersi con altri intellettuali e scrittori il cui cattivo umore generato dalle meteoropatie collegate al tempo perturbato, nonché le fulminazioni di quelle giornate temporalesche, funsero da ispirazione per la produzione del primo romanzo Horror/Fantascienza dell’epoca, ossia Frankenstein: quest’ultimo racconta di uno scienziato pazzo fissato con l’energia elettrica proveniente dai fenomeni naturali (fulmini), intento nel poter dare vita alla sua creatura mostruosa fatta dei resti di cadaveri umani, attraverso tali imponenti scariche elettriche nube-terra. Ebbene, oltre ad aumentare la fantasia di quest’autrice, tale “famigerata” fuoriuscita di polveri dal cratere del vulcano indonesiano, generando una piccola glaciazione, aumentò anche il carovita e le epidemie, decimando gran parte dei prodotti agricoli.
Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Riccardo Cicchetti