Interruzione volontaria di gravidanza in Abruzzo: un’analisi per capirne di più

“L’impatto delle variabili socio-demografiche sulle interruzioni volontarie di gravidanza in Abruzzo”.

L’ interesse, manifestato attraverso la seguente approfondita analisi, è orientato in particolar modo a un’indagine sul fenomeno dell’Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Il campo di analisi è il territorio nazionale, suddiviso per regioni, prendendo in esame le variabili socio demografiche quali l’età, l’occupazione, lo stato civile, la cittadinanza, la residenza ed il titolo di studio, confrontando i risultati emersi a livello nazionale con quelli specifici della regione Abruzzo (e le sue quattro province), in modo da evidenziarne eventuali differenze o similitudini, nell’intervallo di tempo 2005-2013.

Questi studi permettono quindi di individuare quei sottogruppi di donne particolarmente “fragili” (giovani, non coniugate, straniere), che costituiscono la popolazione “target” cui rivolgere politiche per la prevenzione dell’aborto volontario e più in generale per la tutela della maternità. Attraverso la descrizione dei fattori che influenzano maggiormente il ricorso all’IVG si forniscono quindi gli strumenti alle istituzioni ed agli operatori del sistema sanitario (Ministero della Salute, Regioni, Consultori) per mettere in campo iniziative mirate che riescano a intervenire nelle realtà dove il fenomeno è più diffuso, nel tentativo di favorire una ulteriore diminuzione del ricorso alla interruzione della gravidanza.

Le fonti per la seguente analisi sono state tratte per lo più dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti L’ISTAT rileva le interruzioni volontarie della gravidanza (IVG) dai tempi della legalizzazione dell’aborto nel nostro paese (1978).

Dai dati dell’indagine è emerso che dal 2005 al 2013 in Italia c’è stato un significativo decremento del ricorso alla IVG. Sul totale delle Ivg si registra un contributo sempre maggiore da parte delle donne con cittadinanza estera. Questo aumento è dovuto semplicemente al fatto che sono aumentate le donne straniere presenti sul territorio nazionale. Per comprendere l’andamento del fenomeno, ho confrontato il Tasso di abortività volontaria ed il Rapporto di abortività volontaria. Inoltre, per permettere di effettuare confronti tra diverse realtà ho utilizzato il tasso di abortività volontaria “standardizzato”, che permette di considerare omogenee dal punto di vista anagrafico le popolazioni tra cui si effettua il confronto (ovvero eliminare quelle differenze nel ricorso all’aborto che potrebbero essere dovute semplicemente ad una differenza in età delle varie popolazioni studiate). Il tasso standardizzato non corrisponde al valore vero di IVG inquella specifica popolazione (ad esempio in una regione), ma al valore che in quella popolazione ci si aspetterebbe se questa avesse la stessa composizione in età delle altre popolazioni (ad esempio delle altre regioni verso le quali si vuole effettuare il confronto).

La regione Abruzzo, come si evince dai dati, ha visto tra il 2005 ed il 2013 un calo di Ivg cheha interessato il periodo 2005 – 2007, a cui è seguita una ripresa con picco nel 2008, anno in cui è iniziato un lento e costante decremento del fenomeno. Il tasso di abortività ed il rapporto di abortività hanno rivelato, nell’intervallo di tempo considerato, una decrescita sia per la regione Abruzzo che per l’Italia in generale.

Infine, dall’analisi delle caratteristiche delle donne che ricorrono alle Ivg, sono emersi dei risultati che hanno un andamento pressoché simile sia per la regione Abruzzo che per le sue 4 province.

Dunque, lo studio presentato ha il fine di creare maggiore informazione e formazione anche ai “non addetti ai lavori” su tematiche attuali e particolarmente delicate.

 

Giulia Gondolino

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