L’Organizzazione Mondiale della Sanità si prepara alla Pandemia, ovvero alla propagazione di una determinata malattia infettiva(Cronavirus n.d.r.) in molti paesi o continenti che può minacciare gran parte della popolazione mondiale. Questo significherà che i singoli stati dovranno mettere in atto le direttive dell’Oms per impedire che il Coronavirus dilaghi ovunque e diventi incontrollabile. Provvedimenti che possono essere presi per fermare le attività produttive, limitare la libera circolazione ecc. I paesi in lista che potrebbero applicarli sono: la Cina, la Corea del Sud e l’Italia. Il primo a rompere il tabù, definendo quella attuale una pandemia era stato il ministro della salute tedesco. Ma anche gli esperti dell’Oms sanno che oramai si è già passati a quella che la stessa organizzazione definisce «fase sei», equivalente al «periodo pandemico». Al quale, secondo il loro stesso schema di classificazione delle epidemie, corrispondono misure per minimizzarne l’impatto e non più per bloccare la diffusione del virus, ritenuta oramai inevitabile. Una strategia pensata per impedire impennate di contagi, che mandino sotto stress i servizi sanitari. Attualmente ci troviamo comunque nella fase 5, quella di «allerta pandemica», nella quale la risposta è quella che gli epidemiologi definiscono di «contenimento», quando si può ancora isolare una persona colpita e poi tracciare e mettere in quarantena i suoi contatti. Ma stiamo già passando alla fase successiva di “mitigazione”, ossia, la fase 6, quella di riduzione del danno visto che non posso più bloccare la diffusione del virus.