di Marco Nucci. “Cautela e rispetto delle verità scientifiche, con grande attenzione al tipo di messaggio che si dà all’opinione pubblica: credo sia questo il comportamento più corretto da tenere in attesa di capire bene il contenuto degli approfondimenti scientifici sugli effetti del consumo di carne lavorata e alla brace”, afferma il presidente della commissione agricoltura della camera Luca Sani, che invita tutti a riflettere su due certezze oggettive: “il sistema italiano – aggiunge Sani – di controlli sulla salubrità dei cibi è uno dei più efficienti del mondo, e la dieta alimentare degli italiani è composta da una quota di consumi di carne rossa e insaccati di gran lunga al di sotto dei principali paesi ad economia avanzata e questo trova riscontro nella seconda età media più alta al mondo”. La salubrità della dieta mediterranea è dovuta anche a insaccati e carne rossa, molti problemi quindi nascono dall’abuso di carne, ma anche di altri alimenti. Non c’è alcun problema a mangiare cibi lavorati in Italia soprattutto se nostrani, ricordiamo infatti che la dieta mediterranea è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità. La federazione regionale della COPAGRI sostiene che la notizia riguardante il legame tra il consumo di carne rossa e
l’insorgere di tumori “per come è stata trattata, rischia di avere grandi ripercussioni sulla salute delle persone nonché sul versante economico, danneggiando i settori primario e secondario”. In realtà l’allarme lanciato dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro aveva un altro dato di partenza: semplicemente la carne rossa è stata inserita nelle sostanze ‘probabilmente cancerogene’, senza quantificare il pericolo della correlazione, il problema riguarda in particolare quei paesi che hanno un’alimentazione “mono cibo” e che utilizzano prodotti processati ed industriali in modo esclusivo. Il nostro sistema alimentare è tra i più avanzati nel mondo ed è molto controllato.
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