Riportiamo di seguito la dura nota della FEDERAZIONE REGIONALE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI, DOTTORE AGRONOMO DI PARDO MARIO:
In qualità di Presidente pro-tempore della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali dell’Abruzzo non posso fare a meno di intervenire nella polemica intercorsa tra il Comune di Pescara, alcune associazioni ambientaliste e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Pescara. Ho letto gli articoli che sono apparsi sui quotidiani in questi giorni ed ho visto i servizi in TV e mi dispiace constatare che sono state affermate molte inesattezze sulla figura del Dottore Agronomo e Dottore Forestale. E’ opportuno ricordare a tutti, cosa prevedono le leggi dello Stato Italiano. In primis le figure professionale del Dottore Agronomo e Dottore Forestale sono equipollenti ed hanno le stesse competenze professionali, non a caso sono iscritti ad uno stesso Ordine Professionale. Ciò comporta, per esempio, che un Dottore Agronomo si possa occupare di forestazione e/o argomenti similari ed un Dottore Forestale si possa occupare di gestione dei fascicoli aziendali delle imprese agricole etc…Anche perché per svolgere a pieno il lavoro di professionista Dottore Agronomo o Dottore Forestale nel percorso di studi sono stati previsti una serie di conoscenze di base su chimica, fisica, botanica, zoologia, fitopatologia, entomologia, sistemazioni etc… fondamentali; A tutto ciò bisogna aggiungere l’esperienza professionale del singolo professionista che ne determina la maggiore competenza e specializzazione in settori di nostra competenza. Il Dottore Agronomo e Dottore Forestale ha competenze che spaziano dalla gestione agronomica delle aziende agricole, alla gestione forestale delle superfici boschive attraverso la selvicoltura e l’assestamento, alle materie estimative per terreni ed immobili, alla gestione e progettazione del verde pubblico e privato attraverso anche l’utilizzo di tecniche di arboricoltura e di selvicoltura etc……. (per le competenze dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali vedasi LEGGE 7 gennaio 1976, n. 3 e successive modifiche ed integrazioni “ Ordinamento della professione di dottore agronomo e di dottore forestale). A riguardo, le recenti riforme legislative che hanno coinvolto i professionisti ed i relativi Ordini Professionali prevedono, a tutela del consumatore, che il professionista sia regolarmente iscritto all’Ordine territoriale di appartenenza, cioè abbia versato il contributo annuale e non abbia procedimenti disciplinari in corso o aperti, sia coperto da adeguata assicurazione professionale, sia in regola con la formazione professionale permanente, obbligatoria al fine di garantire l’aggiornamento professionale, sia iscritto all’EPAP, cassa previdenziale obbligatoria per legge, ed abbia la regolarità contributiva, oltre a tutti gli aspetti di tipo fiscale come P.IVA, contabilità fiscale, studio si settore, etc…. ed infine il rispetto dell’Ordinamento Professionale ed del Codice Deontologico della categoria di appartenenza. Quindi quando si afferma che la valutazione sugli alberi in oggetto doveva essere eseguita da un Dottore Forestale e non da un Dottore Agronomo o “semplice agronomo”, come e apparso sui giornali, si dice un grande “sciocchezza”. Per quanto riguarda il Collega Dottore Agronomo Carlo Massimo Rabottini, che ha espletato l’incarico da professionista per la valutazione delle piante oggetto di taglio, presenta tutte le caratteristiche richieste dalla normativa vigente. Lo stesso Collega vanta una formazione eccellente in materia di arboricoltura e di selvicoltura urbana. Infatti, è membro del S.I.A. , Società Italiana di Arboricoltura, membro del G.L.S.A., Gruppo di Lavoro Sulla Stabilità delle Piante, membro I.T.E.G., International Tree Expert Group, Arboricoltore Certificato E.T.T., European Tree Technician, appartenente all’I.S.A., International Society of Arboricolture, riconosciuta a livello internazionale. La Federazione Regionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali dell’Abruzzo non ha nessun dubbio sulla validità, l’imparzialità e l’attualità dello studio effettuato dal Dottore Agronomo Rabottini Carlo Massimo e sembra che la critica inerente le analisi visive siano un mero appiglio ideologico/politico per attaccare l’amministrazione del Comune di Pescara ma che non ha nulla a che vedere con gli aspetti tecnici.
In riferimento alla conoscenza, programmazione, realizzazione e gestione del verde urbano da parte delle pubbliche amministrazioni, in particolare i Comuni, possiamo affermare che la nostra categoria da sempre ha sollecitato le stesse al censimento del patrimonio presente sul territorio ed alla valutazione del loro stato fitosanitario e statico, ad una programmazione organica e secondo un Piano Regolatore del Verde degli interventi da realizzare con particolare attenzione alla scelte delle essenze giuste, visto l’ambiente urbano fortemente antropizzato in cui la pianta dovrà svilupparsi secondo le sue naturali caratteristiche oltre ad un piano annuale di controllo e manutenzione ordinaria e straordinaria. Tutto ciò richiede attenzione, sensibilità ma soprattutto risorse economiche sufficienti e costanti tutti gli anni. Spesso, purtroppo, le scarse disponibilità economiche da parte dei Comuni porta a fare del verde la cenerentola di tutte le attività da finanziare. Pertanto da sottolineare la capacità, impegno di quelle amministrazioni comunali che trovano le risorse economiche per una corretta gestione del verde pubblico. Un altro aspetto da non dimenticare e che queste piante si sviluppano in ambiente urbano dove giornalmente sono a stretto contatto con numerosi cittadini, pertanto l’amministrazione comunale ha il dovere di salvaguardare il verde pubblico ma anche l’incolumità fisica degli stessi cittadini e dei loro beni privati da eventuali danni da parte di beni pubblici come gli alberi presenti in città. Potremmo discutere per anni sulla programmazione e realizzazione del verde urbano ma la realtà è che queste piante ci sono e che quando per problemi statici o problemi fitopatologici non sono più sicure per l’ambiente dove si trovano l’unica strada, purtroppo, è l’abbattimento. Poi è importante vigilare che l’amministrazione comunale faccia le dovute sostituzioni nei tempi, quantità e modi corretti.
Ho avuto modo di leggere anche il comunicato stampa del 1 settembre da parte del “coordinamento salviamo gli alberi di Pescara” e mi permetto di affermare che relativamente agli aspetti tecnici citati non è così semplice come si vuole far credere. Infatti nel comunicato stampa vengono riportate informazioni alquanto inesatte facendo riferimento ad un protocollo del Corpo Forestale dello Stato, che in realtà, sempre sul sito istituzionale del CFS, fa riferimento ad un SUNTO del Protocollo Ufficiale della S.I.A. (Società Italiana di Arboricoltura), Chapter Italiano dell’International Society of Arboricolture (ISA-America), dove non vengono riportate tutti i capoversi. Infatti all’art. n. 2, sul sito Web del CFS, viene citato come: ”Procedure di Massima per L’Indagine Visiva”, e non vengono riportate integralmente tutti i capoversi inerenti la metodologia da applicare. Nel Protocollo Ufficiale S.I.A., all’art. 2 si cita: “Procedure di Valutazione di Stabilità degli Alberi”, inoltre al 10° rigo viene riportato: “La valutazione di stabilità ha inizio con un’analisi visiva che può essere integrata da approfondimenti diagnostici e/o strumentali sulla base della sintomatologia riscontrata. Esistono diversi metodi codificati di analisi; pertanto la metodologia da seguire deve essere chiaramente individuata ed applicata in modo appropriato, tenendo ragionevolmente conto delle condizioni del sito e dell’albero”.
Dal 19° rigo si cita: “L’analisi visiva consiste ordinariamente in una ispezione svolta a terra; i fattori interni dell’albero, al di sotto del piano campagna, o in quota, nella porzione superiore delle chioma, posso essere non visibili o di difficile valutazione e quindi possono rimanere indeterminati. Indagini di natura visuale effettuate in chioma o ispezioni a livello radicale sono da considerarsi alla stregua di approfondimenti strumentali.
Quando il quadro diagnostico ottenuto con l’analisi visiva non è chiaro è opportuno sottoporre l’albero ad un approfondimento di indagine di tipo strumentale. L’analisi strumentale è eseguita sui punti dell’albero che mostrano difetti strettamente correlati con una significativa propensione al cedimento.
L’analisi strumentale, comunque realizzata, è una parte della valutazione, ma non è la valutazione stessa; l’evidenza strumentale deve essere interpretata alla luce di quanto evidenziato con l’analisi visiva ed è finalizzata a confermare il giudizio di stabilità.
La tipologia e la quantità di analisi strumentali sono definite dal valutatore; la scelta deve essere orientata secondo il criterio del minimo danno per l’albero e della rappresentatività delle stesse”.
Comunque la procedura eseguita nella valutazione visiva, commissionata dal Comune di Pescara, prevede la Valutazione del Rischio come ben scritto sulla relazione consegnata al Comune stesso: <<Valutazione Integrata del Rischio, dei Conflitti Correlati Visiva Speditiva con metodo V.T.A./V.I.N.A. Integrato, Condizioni Morfofisiologiche e Fitosanitarie Arboree Radicate a Margine Stradale di Via Regina Margherita in agro di Pescara (PE)>>. Questo tipo di valutazione, è una Valutazione che tiene conto non solo del Rischio, dato come Probabilità x Conseguenze, ma anche dei difetti morfofisiologici che la pianta manifesta, seguendo un protocollo ben preciso riconosciuto a livello internazionale: si tratta infatti della V.T.A. (Visual Tree Assessment Method), B.M.P. (Best Management Practice –I.S.A. America) e P.H.C. (Plant Health Care).
Inoltre si asserisce che le tecniche strumentali da utilizzare per eseguire la VTA sono resistografo, martello ad impulsi elettronici, etc…, ma più volte è stato ribadito, da tecnici esperti in V.T.A., in letteratura ed anche dal Dottore Agronomo Giovanni Morelli, uno dei massimi esperti sui Pini, che le verifiche avanzate strumentali citate, non sono di nessun supporto alla definizione della stabilità dei Pini, in quanto, sempre in riferimento alla letteratura scientifica, (P. Rambau, G. Morelli, J. Millet etc..), e protocolli mondiali come Z.T.V. Baumpflege, è quella della Tomografia Sonica, metodologia non invasiva, affiancata da analisi biomeccaniche, o meglio ancora quella del Pulling Test (Il suo fine e quello di determinare, la potenzialità al ribaltamento della zolla radicale o la rottura del fusto determinando, al tempo stesso, la velocità critica del vento che potrebbe determinare tali accadimenti), le uniche analisi avanzate strumentali che possono identificare e certificare la stabilità sulle Pinaceae.
Mi auguro che tali polemiche strumentali abbiano fine e che l’Amministrazione Comunale di Pescara possa fare il suo lavoro e come categoria, Dottori Agronomi e Dottori Forestali, siamo stati e saremo sempre disponibili ad un confronto tecnico sull’argomento al fine di fornire gli strumenti giusti alle amministrazioni che hanno il compito di effettuare le scelte politiche per il bene della cittadinanza.
In Conclusione siamo certi che i cittadini sono consapevoli che gli aspetti della scienza e della tecnica, espressa dalla professionalità del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale, hanno il primato sull’ideologia e siamo grati alle amministrazioni comunali che si affidano alla nostra categoria riconoscendoci competenza, professionalità e imparzialità.