Il pomeriggio del 5 novembre scorso C.A., 100 anni compiuti, si era recato, come era solito fare ogni inizio del mese alle poste di via Carducci, per prelevare la sua pensione e l’indennità di accompagnamento dell’anziana moglie.
Non si era accorto però che, nel rincasare nella sua abitazione, ubicata in una via centralissima di Pescara, non era più solo; uno sconosciuto, in bicicletta, lo stava pedinando, in attesa del momento più propizio per derubarlo. Il malintenzionato aveva infatti adocchiato C.A. già all’interno dei locali di via Carducci, lo aveva visto prelevare i soldi della pensione e riporli all’interno della tasca del giaccone; aveva quindi deciso che, in un modo o in un altro, quei soldi dovevano essere suoi.
Da qui il pedinamento lungo i portici del centro, fino ad arrivare all’abitazione dell’anziano, a poche centinaia di metri di distanza. C.A. aveva solo il tempo di aprire il portone, quando aggredito alle spalle è stato scaraventato a terra. Lo sconosciuto afferrato velocemente dalle tasche i circa duemila euro prelevati poco prima alle poste, è risalito sulla bici momentaneamente abbandonata sulla via allontanandosi confondendosi tra i passanti.
In soccorso di C.A. è arrivato il figlio che, recatosi a far visita agli anziani genitori, si trovava in quel momento in casa con la madre, ed allarmato dai lamenti del padre, disteso a terra dolorante nell’androne, ha immediatamente allertato il 113 l’intervento di una Volante.
Un equipaggio dell’ Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico ha subito raccolto la testimonianza dell’anziano.
Immediatamente sono partite le indagini della Squadra Mobile, della Questura, gli agenti hanno visionato le immagini della videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali della zona. I sospetti dei poliziotti si sono subito indirizzati su M.E. un pregiudicato di 65 anni, originario di Cagliari ma da tempo stabilitosi a Pescara. La perquisizione dell’abitazione hanno consentito di rinvenire alcuni capi di abbigliamento del tutto compatibili, per foggia e fattezze con quelli indossati dal rapinatore ritratto dai circuiti di videosorveglianza. E’ stata anche recuperata la sacca montata sulla bici e, successivamente, nei pressi dell’abitazione del sospettato, anche la bicicletta utilizzata per seguire la vittima e guadagnarsi la fuga.
Di fronte agli stringenti elementi probatori acquisiti dalla Squadra Mobile, nei giorni successivi, alla presenza del proprio difensore di fiducia, M.E. ha confessato, ammettendo di aver consumato la rapina, adducendo quale motivazione le sue difficoltà economiche.
Il Sostituto Procuratore titolare delle indagini, Paolo Pompa, ravvisando gravi indizi di colpevolezza a carico di M.E. e ritenendo sussistente il pericolo di reiterazione del reato, ha chiesto ed ottenuto dall’ufficio del G.I.P., Elio Bongrazio, la misura cautelare della custodia in carcere, contestando il reato di rapina, aggravata dalla circostanza di esser stata commessa in danno di persona che aveva appena fruito di servizi di un ufficio postale e dall’età della vittima. Per i suoi precedenti con la giustizia, a M.E. veniva contestata anche la recidiva specifica e reiterata.
La Squadra Mobile ha notificato detta misura cautelare recandosi presso la locale casa circondariale, dove nel frattempo M.E. era stato ristretto in virtù di altro provvedimento coercitivo.