Pescara. Loperazione della Guardia di Finanza ” Bazar” dovrebbe far riflettere il PD

Riceviamo e pubblichiamo

il Comunicato stampa Capogruppo e Vicecapogruppo Fi Antonelli e Capogruppo Testa su delibera mercatino e arresti Fiamme Gialle

 

“L’operazione ‘Bazar’ condotta dall’alba di questa mattina dalle Fiamme Gialle di Pescara, con 10 arresti e il sequestro di 65mila capi contraffatti trovati in vendita nel mercatino etnico abusivo smantellato sulle aree di risulta, dovrebbe essere motivo di riflessione per la maggioranza Pd circa l’inopportunità della sua ricostituzione. L’episodio ha solo confermato quanto continuiamo a ripetere da mesi, ossia che mercati del genere non sono controllabili, lo abbiamo visto negli ultimi vent’anni. Se veramente gli ambulanti extracomunitari muniti di regolare licenza vogliono lavorare, accettassero di essere integrati nei mercati rionali all’aperto già esistenti, insieme agli ambulanti italiani. Per questo continueremo nel pomeriggio la nostra battaglia in Consiglio comunale difendendo i nostri 850 emendamenti, anche contro i sub-emendamenti ‘ghigliottina’ preparati dalla maggioranza di sinistra, peraltro scritti male, senza neanche leggere la delibera, imponendo anche continui stop ai lavori dell’Assemblea”. Lo hanno ribadito quest’oggi il Capogruppo e il Vicecapogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Marcello Antonelli e Vincenzo D’Incecco e il Capogruppo di ‘Pescara in Testa’, Guerino Testa, commentando l’operazione condotta stamane dalla Guardia di Finanza proprio a carico di alcuni dei commercianti extracomunitari che hanno operato nel mercatino sino a quando non è stato smantellato, operazione giunta al termine di due anni di indagine.

“Una coincidenza sfortunata quella odierna per la maggioranza di sinistra – hanno detto Antonelli, D’Incecco e Testa – che in aula si ostinano a difendere l’indifendibile, ovvero la ricostituzione di un mercato etnico che, come hanno riportato nei propri verbali le Fiamme Gialle, ‘fungeva da vetrina della merce contraffatta, da punto vendita della stessa, che veniva anche provata dai clienti in improvvisati camerini nel tunnel della stazione’, lo stesso tunnel dove il sindaco Alessandrini oggi vuole spostare il mercatino, ‘e fungeva da magazzino della merce falsa, in parte stoccata all’interno delle autovetture parcheggiate nei dintorni’. La Guardia di Finanza ha parlato di ‘una banda di criminali che era strutturata in base a un modello organizzativo piramidale, con al vertice cittadini senegalesi e campani’, parole pesanti e gravi, che oggi confermano quanto abbiamo denunciato per anni, sentendoci appellare come ‘razzisti’ dai consiglieri comunali di Sel, oggi Sinistra Italiana, e anche da alcuni esponenti del Pd. Consiglieri che ancora oggi hanno il coraggio di venire in aula a dire che la ricostituzione di quel mercatino è sinonimo di accoglienza e solidarietà. L’accoglienza e la solidarietà qui non c’entrano nulla, qui si tratta di difendere il principio di legalità in una città che sta vivendo un periodo nero. L’operazione di stamane delle Fiamme Gialle dimostra che quel mercatino sulle aree di risulta dell’ex stazione era ‘terra di nessuno’, un universo a sé che nessuno è riuscito a controllare, ed era incontrollabile l’attività mercatale che vi si svolgeva. Ora che abbiamo liberato la città da una presenza che le Fiamme Gialle hanno definito ‘gestita da una banda criminale’, il sindaco Alessandrini e la sua maggioranza pretendono di imporre alla città di tornare indietro e di ripristinare lo stesso mercatino etnico sotto il tunnel della stazione ferroviaria, ovvero una condizione migliore per certi traffici potenziali, e peggiorativa sotto il profilo dei controlli. La verità è che oggi, a fronte della notizia di cronaca, anche per rispetto nei confronti delle Forze di Polizia che per due anni hanno portato avanti un’indagine delicatissima ed estremamente complicata, quella delibera, che non esitiamo a definire inaccettabile e vergognosa, andava semplicemente ritirata. Il centro-destra è favorevole all’integrazione degli extracomunitari, purchè rispettino le leggi e le regole del nostro Stato: chi vuole lavorare come ambulante deve munirsi di una regolare licenza e potrà essere integrato nei mercati rionali già esistenti a Pescara, non c’è alcun bisogno di ricostituire un ghetto riservato a un mercato etnico. Ovviamente tale logica considerazione, dettata unicamente dal buon senso, si scontra con la posizione pregiudiziale della frangia estrema della sinistra in aula – hanno proseguito Antonelli, D’Incecco e Testa – che ha imposto al resto della maggioranza la riproposizione di quel mercato, pena il venir meno del sostegno al sindaco Alessandrini. E l’intera maggioranza si è piegata, preparando i cosiddetti ‘sub-emendamenti ghigliottina’ tesi a far cadere gli 850 emendamenti presentati dal centro-destra. Peccato che non li abbiano neanche saputi scrivere, tanto da prevedere la cancellazione di parti della delibera che neanche sono scritte, imponendo lo stop ai lavori del Consiglio per tentare di sanare il sanabile. Ovviamente esprimiamo il nostro biasimo nei confronti dell’atteggiamento della maggioranza, ed esprimiamo meraviglia nei confronti del sindaco Alessandrini, uomo di legge, da cui oggi, dopo l’operazione delle Fiamme Gialle, ci attendevamo ben altre decisioni”.

 

 

 

 

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