Comunicato stampa Foschi – Associazione ‘Pescara – Mi piace’ – su arrivo immigrati in via Tiburtina
“I presunti profughi si insediano nel rione Villa del Fuoco, ma i cittadini non lo sanno. Nelle stesse drammatiche ore in cui 84 famiglie, ovvero oltre 230 cittadini pescaresi, sono finiti in mezzo alla strada perché i loro alloggi popolari sono stati dichiarati a rischio crollo in via Lago di Borgiano, e hanno trascorso la notte in auto, o tra gli scarafaggi dell’ex Circoscrizione Castellamare, i primi dei 1.114 immigrati compresi nell’ultimo bando della Prefettura, avrebbero preso possesso di una palazzina libera di proprietà privata in via Tiburtina, al civico 146, affidati a una delle Cooperative che ha partecipato all’ultimo bando e che incasserà 35 euro al giorno, oltre Iva, per ciascun immigrato accolto. È evidente l’incoerenza e la portata vergognosa di tale operazione: se la Prefettura e il sindaco Alessandrini sapevano che c’era una proprietà disponibile, seppur privata, proprio nel quartiere in cui si è verificato lo sgombero delle palazzine a rischio collasso, perché non l’hanno requisita per dare un riparo dignitoso alle 84 famiglie accampate e sparse tra Pescara, Chieti e Teramo? Non solo: perché il sindaco Alessandrini non ha ritenuto opportuno opporsi a un insediamento di presunti profughi in un quartiere tanto difficile quanto Rancitelli, ignorando persino l’appello del suo compagno di partito Moreno Di Pietrantonio? Sulla problematica sentiremo a breve i residenti per individuare le misure da adottare per manifestare il nostro dissenso”. Lo ha detto Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’.
“I pescaresi in mezzo alla strada, i presunti immigrati accolti dentro comodi appartamenti: è questa, in sintesi, l’assurda situazione che si sta verificando proprio in queste ore nel capoluogo adriatico, un paradosso che fa rabbrividire – ha sottolineato Foschi -. Stavamo seguendo il bando della Prefettura per dare ospitalità su Pescara e provincia a 1.114 presunti profughi e stavamo ancora cercando di capire dove sarebbero stati sistemati, quando a Rancitelli, in via Lago di Borgiano, nel cuore del Ferro di cavallo, è accaduto l’imprevedibile: tre palazzine sono state dichiarate a rischio crollo ed evacuate in tempo reale. Ben 84 famiglie non hanno neanche fatto in tempo a capire cosa ci fosse scritto sulle ordinanze di sgombero che praticamente si sono ritrovate già in mezzo alla strada, valige in mano e il cuore gonfio di ansia. Dopo 48 ore dallo sgombero, ancora ieri sera oltre cento evacuati non sapevano dove andare a dormire: qualcuno è stato ‘deportato’ nel Villaggio Mediterraneo, a Chieti, qualcuno si è ritrovato tra gli scarafaggi nell’ex sede della Circoscrizione Castellamare, in viale Bovio, altri in piccoli alberghi, altri 100 stamane abbiamo saputo che invece sono addirittura tornati nelle case pericolanti per trascorrere la notte. Ovvero, pur sapendo del pericolo crollo, si sono viste costrette a rientrare per non dover trascorrere la notte non in macchina, ma sui marciapiedi, perché il sindaco Alessandrini non è riuscito a trovare loro una sistemazione secondo i tempi dell’emergenza. Un disagio assurdo, che pure poteva capitare. Peccato che quel disagio oggi abbia assunto il sapore della vergogna visto che nella notte alcuni cittadini ci hanno informato dell’arrivo, in una palazzina privata in via Tiburtina 146 del primo ‘carico’ umano di presunti profughi. A oggi – ha proseguito Foschi – non sappiamo ancora quanti ne siano, sappiamo però che ne dovranno arrivare altri, ci hanno riferito che i ragazzi sarebbero stati distribuiti in cinque appartamenti, presi in gestione da una delle cooperative che hanno vinto il bando della Prefettura. E a questo punto sappiamo anche che, mentre 230 pescaresi si sono ritrovati dall’oggi al domani in mezzo alla strada, sindaco Alessandrini e Prefettura sapevano che a due passi da via Lago di Borgiano, appunto in via Tiburtina, c’era la possibilità di dare un tetto e un letto a quei 230 pescaresi, peraltro senza sradicarli dal loro tessuto territoriale, e invece di requisire la palazzina per l’emergenza hanno taciuto, consentendo l’arrivo dei presunti profughi, per i quali la cooperativa responsabile della gestione incasserà 35 euro cadauno al giorno. Una vergogna istituzionale che si è consumata sotto gli occhi di centinaia di cittadini i quali ci hanno subito allertati, segnalato l’operazione e chiesto di intervenire. La nostra associazione esprime ovviamente il proprio biasimo per l’inadeguatezza amministrativa delle Istituzioni, a partire dal sindaco Alessandrini, incapace di tutelare gli interessi di quei pescaresi che pure lo hanno votato: a questo punto chiediamo ufficialmente che il sindaco Alessandrini requisisca i 5 appartamenti disponibili nella palazzina di via Tiburtina 146, a fronte di un’emergenza delle proporzioni di via Lago di Borgiano, svuoti gli alloggi e conceda gli appartamenti a parte delle 84 famiglie sgomberate. Nel frattempo chiediamo alla Prefettura di bloccare i successivi arrivi previsti su Pescara, di ufficializzare l’elenco delle strutture, anche private, candidate a ospitare i presunti profughi per utilizzarle a favore degli evacuati di via Lago di Borgiano. Quindi incontreremo i residenti di via Tiburtina per capire come fermare o far revocare l’insediamento di presunti profughi, al fine di non aggravare ulteriormente un quartiere già fortemente piegato sotto il profilo sociale e di ordine pubblico”.