PETTINARI: “INNALZARE SUBITO IL LIVELLO DI SICUREZZA, LE ISTITUZIONI FACCIANO SENTIRE LA PROPRIA PRESENZA”.
“Lo spaccio in zona Rancitelli non cessa, anzi si intensifica. In particolare nell’angolo Via Tiburtina – Via Lago di Capestrano, davanti a distributore dell’acqua dove ogni giorno stazionano prostitute, tossicodipendenti e spacciatori venditori di morte. Avrebbero anche occupato una pertinenza di uno stabile a pochi metri dal distributore d’acqua facendolo diventare un loro “covo”. Un covo di degrado, pericolo e terrore. Spacciatori e criminali continuano indisturbati a portare avanti attività illecite. E mentre il Presidente della Regione va nelle televisioni nazionali ad autocelebrarsi per aver risolto il problema della criminalità a Rancitelli ,grazie all’abbattimento del Ferro di Cavallo, la realtà dei fatti dà ragione a chi, come il sottoscritto, ha sempre definito quella demolizione un’operazione spot che non avrebbe in alcun modo risolto il problema. L’abbattimento della struttura, infatti, ha solo frammentato lo spaccio generando nuove piazze di vendita. Non ha risolto nulla! La presenza di tossici si è intensificata in altre zone, anche potenzialmente più pericolose poiché nelle prossimità di scuole pubbliche frequentate da ragazzi nell’età più fragile. Avere la presenza di tossicodipendenti e spacciatori nelle vicinanze di scuole costituisce una fonte di pericolo soprattutto negli orari di uscita ed entrata, quando gli studenti stazionano nelle vicine fermate del bus o fuori ai cancelli della scuola” a dichiararlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, che ha raccolto le rimostranze di alcuni residenti esasperati che questa mattina sono scesi in strada per chiedere un intervento massiccio delle istituzioni “La situazione è diventata ormai insostenibile per i residenti di questo quartiere. – Continua Pettinari “Ci segnalano continuamente situazioni di rischio e degrado: per i cittadini onesti qui non sembra esserci pace. Il Centrodestra in questi anni si è riempito la bocca in ogni angolo della città parlando di sicurezza, eppure a oggi il fallimento è totale cosi come anche il centrosinistra quando ha governato questa città alcuni anni fa.
Chi ha l’onere e l’onore di amministrare dovrebbe intervenire massicciamente con strumenti degni di una politica che mira alla legalità e alla riqualificazione della propria città, non abbattere tutto ciò che non è capace di gestire. I problemi, in queste periferie calde, si risolverebbero anche sfrattando tutti gli occupanti abusivi e chi usa gli alloggi popolari per delinquere. L’Amministrazione deve applicare la Legge regionale 96/96, che io stesso ho contribuito a migliorare con numerosi emendamenti di merito. Si tratta di una norma grazie alla quale il Comune, in collaborazione con la Regione Abruzzo, può emanare i provvedimenti di decadenza qualora non ci siano più i requisiti per l’assegnazione. Tra le motivazioni per cui si può procedere allo sfratto, ricordiamolo, ci sono l’utilizzo dell’abitazione, e dei locali affini a essa, per commettere atti criminosi. Una volta sbattuti fuori i delinquenti, le case devono essere subito riassegnate ai residenti onesti che ormai da anni marciscono in graduatoria in attesa di un alloggio Ater.
Inoltre dovrebbe essere attivata una postazione di Polizia fissa h 24, proprio dove oggi tossici e spacciatori continuano a fare da padroni. Di supporto alla Polizia Locale può arrivare l’esercito, basta che il Centrodestra, che è alla guida di Regione e Comune, chieda al suo Ministro di attivare immediatamente la procedura per inserire Pescara nell’operazione “Strade sicure”. Solo così si riuscirà a mettere la parola fine all’inferno che tanti residenti vivono quotidianamente in alcune periferie della città. Bisogna dare ai pescaresi una reale percezione di sicurezza e ristabilire la legalità in ogni angolo della città. Io continuerò a combattere al fianco dei cittadini che troppo spesso vengono dimenticati dalla politica locale e non smetterò mai di dar voce a chi non ha più parole per chiedere aiuto” conclude.