Si è tenuta questa mattina la conferenza stampaindetta dai gruppi consiliari di centrosinistra in Regione Abruzzo, avente ad oggetto: “Prospettive future dopo la Commissione d’inchiesta sul SIN di Bussi”. Presenti anche Luigi Moscone, segretario del circolo PD di Bussi e Pino De Dominicis, consigliere comunale di Bussi sul Tirino.
Oggi le forze di centrosinistra in Consiglio regionale sono qui per tirare le somme dopo la conclusione della Commissione d’inchiesta regionale sul Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, per guardare al futuro e per prendere un impegno con l’intera comunità della Provincia di Pescara e di Chieti.
Rivendichiamo di aver fortemente voluto l’istituzione di questa Commissione, assieme al Presidente Legnini, come uno dei primi atti di questa consiliatura e siamo qui per presentare un lavoro concluso, un lavoro complesso e corposo che fotografa alcuni degli aspetti del SIN ma, soprattutto, indica delle tracce da seguire, un percorso che è ancora lungo ma che ha anche avuto una forte accelerazione durante i lavori di questa Commissione.
La Commissione d’indagine non è una Commissione di merito. Il tempo a disposizione (che per statuto è di 6 mesi), il lungo lasso di tempo trascorso dalla scoperta di queste discariche e la mancanza di veri poteri hanno reso difficile questa indagine, che comunque è arrivata a fotografare bene gli aspetti fondamentali, ed è la prima volta che una Commissione d’inchiesta della nostra Regione chiude i propri lavori con una relazione.
La Commissione d’inchiesta regionale aveva il compito di fotografare tre aspetti, in gran parte colti.
1 – Impedimenti, lentezza e ritardi che hanno impedito la bonifica del SIN di Bussi;
2 – Bonifica e risanamento ambientale volta alla reindustrializzazione dell’area;
3 – Diritto alla salute dei cittadini.
Il Sin di Bussi sul Tirino è un sito di interesse nazionale. Merita ancora l’attenzione e la lente di ingrandimento puntata per portare a casa dei risultati che l’Abruzzo attende ancora. E’ importante per il territorio a valle di Bussi, è importante per Bussi, che si è trovata a dare il nome a una delle discariche abusive più importanti d’Italia e d’Europa, è importante perché l’inquinamento continua ancora.
Sono questi i punti su cui bisognerà ancora lavorare:
- Esatta riperimetrazione. Rispetto al decreto del 29 maggio 2008 con cui è stata definita la prima perimetrazione.
1) manca ancora il decreto conclusivo della conferenza di servizi che include il comparto Z di Piano d’Orta;
2) la Regione non ha ancora deciso cosa fare delle aree tra via Fiume e il bacino dell’Orta a Bolognano, dove Arta nel 2019 ha comunicato la presenza degli stessi inquinanti dell’area industriale;
3) mancano gli approfondimenti di Arta rispetto al Bosco Marrama o bosco Sant’Antonio per Popoli;
4) mancano, perché non sono state mai svolte, indagini approfondite sulle sostanze traccianti delle discariche alla foce del fiume Pescara. Le uniche eseguite per la concomitante caratterizzazione dei fanghi nel 2011-2013 ha riscontrato quantità di mercurio superiori ai valori di riferimento per la matrice dei sedimenti.
- Il 13 maggio p.v. sarà la data dell’udienza con cui il Consiglio di Stato deciderà sul ricorso RTI DEC DEME e Regione.
Se il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso si procederà con il progetto Goio, che è quello appaltato. Questo vuol dire che la società aggiudicataria dovrà presentare il progetto (e occorrerà del tempo), ma i lavori di bonifica non riguarderanno le aree ex Iprite ed ex Fosgene, che non erano ricomprese nel progetto Goio.
Viceversa, se il Consiglio di Stato darà ragione al Ministero, sarà Edison a dover continuare, in forza del principio “chi inquina paga”. In questo caso bisognerà attendere la produzione delle analisi di rischio e esaminare (con attenzione) il progetto di bonifica che verrà presentato. Su questo aspetto raccomandiamo grande attenzione per comprendere che tipo di bonifica verrà presentata e approvata.
- Accertarsi che i fondi stanziati con la L. 10/2011 vengano riscritti nella competenza del Ministero dell’Ambiente, dopo la scadenza al 30 giugno 2018 della relativa ordinanza. Questi fondi andranno convogliati per la bonifica delle aree 2A e 2B se il Consiglio di Stato dovesse accogliere il ricorso della Regione e della Dec Deme o fare in modo che con gli stessi fondi si completi la bonifica anche dei terreni degli ex capannoni per la produzione di fosgene e iprite. Se il Consiglio di Stato dovesse dare ragione al Ministero e chiedere che Edison continui nel procedimento di bonifica, vorrà dire che la Regione dovrà indicare dove utilizzare i fondi stanziati con la Legge 10/2011 che dovranno, a nostro avviso, coprire anche la bonifica delle aree ex Iprite ed ex Fosgene.
- Individuare il soggetto inquinatore per tante aree che ancora restano senza. Le ordinanze della Provincia di Pescara sono state emesse per le 2A e 2B, per il sito industriale, per Piano d’Orta e, da ultimo, per le aree dello stabilimento industriale, ma mancano per tante altre aree, ad iniziare da quelle dinanzi alla stazione ferroviaria di Bussi, per continuare con il fondovalle adiacente alle sponde del fiume Pescara, il Campo Pozzi S. Angelo, le aree di proprietà della Società Tirino, quelle Enel, quelle di autostrade e Anas ed altre ancora. Questa situazione deve far riflettere sul tempo ancora necessario per avere la bonifica integrale del SIN.
- Studio epidemiologico. Ad oggi è mancante uno studio epidemiologico sulla salute delle famiglie che hanno usufruito dell’acqua del Pozzi Sant’Angelo. Nel 2015 l’Agenzia sanitaria regionale, con il Dott. Mascitelli, ha effettuato uno studio sull’incidenza, nei 10 anni che intercorrono tra il 2004 e il 2013, delle malattie neoplastiche sugli abitanti di Popoli e Bussi, evidenziando una presenza di 66 casi in più dell’atteso dall’AIRTUM (associazione italiana del registro dei tumori). Manca però un relazione scientifica tra i tumori e l’esposizione ambientale. Oggi uno studio epidemiologico serio e condotto su basi scientifiche è quanto mai necessario.
- I ritardi di ARTA. Con Accordo di programma del 2011 Ministero, Regione, Province di Pescara e Chieti hanno sottoscritto un accordo con cui veniva corrisposta ad Arta la somma di 3.100.000,00 €. per la caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica delle aree del Sin di Bussi. Con scadenza triennale è stato prorogato varie volte. L’ultima il 21 febbraio 2021 ed Arta ha già detto che occorreranno almeno 3 anni. Questo enorme ritardo richiama la necessità impellente e urgente di potenziare il servizio Arta di Chieti che si occupa delle bonifiche di un SIN e due SIR e che si fonda sul lavoro appassionato e diligente di pochi uomini, insufficienti per il raggiungimento di questi obiettivi.
- L’area ex Iprite ed ex Fosgene, le aree dove si trovano ora i capannoni, vanno caratterizzate in maniera puntuale e con maglie più strette di quelle praticate da Solvay e vanno apportate velocemente misure di messa in sicurezza e bonifica. Su queste aree, per la prima volta, il Ministero della Difesa ha scritto alla Commissione accertando che furono a servizio del Ministero per la guerra nella seconda guerra mondiale per la produzione di iprite e fosgene. La documentazione dimostra anche la presenza di cunicoli che non sono stati mai sottoposti ad ispezione e rilievi tecnici. All’esito di questi esami, che richiediamo con forza, si dovrà capire con quali modalità bonificare questi ex siti militari.
- Va risolta con urgenza, ed è il Ministero che deve farsene carico, la situazione degli immobili sede della ex Montecatini di Piano d’Orta. A Piano d’Orta di Bolognano la questione delle sedi, ora di proprietà di Moligean, prima ha ritardato la partenza della bonifica ed oggi consente la bonifica solo di un primo stralcio. Due ordinanze del Comune di Bolognano sono state impugnate e rigettate. Occorre approfondire con il Ministero la possibilità di eseguire la bonifica mettendo in sicurezza questi immobili.
Sono tracce di lavoro.
Come gruppi di centrosinistra abbiamo già avanzato la nostra proposta di istituire una nuova Commissione d’inchiesta che possa continuare il lavoro di questa.
Come Partito Democratico chiederemo che anche la Commissione bicamerale d’inchiesta che ha esaminato il Sin di Bussi nel 2016 possa aggiornare il proprio lavoro e in Consiglio regionale e sui territori porteremo avanti il lavoro che abbiamo iniziato, per completare in qualche anno ciò che resta da fare e chiudere definitivamente questa ferita.
Nel farlo, oggi, con grande rispetto per chi ha il processo civile incardinato, e cioè il Tribunale de L’Aquila, chiediamo che possa sciogliersi definitivamente la riserva di ordinanza sulla prescrizione per il risarcimento dei danni. Il Ministero è competente per i danni ambientali (totale stimato € 1.376.954.137), Regione Abruzzo per i danni di immagine (€. 50 Mln.), ma anche i Comuni e gli enti che si sono costituiti parte civile attendono di comprendere se la causa di risarcimento civile contro Edison possa entrare nel merito o se viceversa quella richiesta sia da considerare prescritta. Sono somme importanti per la rigenerazione ambientale e compensativa del nostro territorio e del fiume Pescara. Il Tribunale de L’Aquila si è riservato ordinanza sulla prescrizione a gennaio 2020.
In ultimo, pur non essendo questa una Commissione di merito, è innegabile che l’attenzione sul tema del SIN abbia contribuito ad ottenere dei risultati e ne abbia accelerati degli altri.
a) Quando abbiamo cominciato i lavori di questa Commissione le aree prossime alla Turbogas erano le uniche coperte di un capping, che però non impediva il processo di liscivazione delle acque pluviali. Era divelto e alzato in più punti. Oggi chi passa lì trova quelle aree coperte da un capping ripristinato.
b) Estensione delle MIPRE (MIsure di PREvenzione) sulle aree 2A e 2B, le due discariche autorizzate che erano state scoperte fin dal 2003/2004; MIPRE che dovevano essere adottate entro 48h dalla scoperta delle discariche e che sono state adottate oggi, a distanza di 17 anni, coprendo molte più aree e moderando il rischio di penetrazione delle piogge nei terreni fino alle falde.
c) Definizione del soggetto inquinatore per le 2A e 2B. Quando abbiamo iniziato i lavori di questa Commissione non era stato ancora concluso il giudizio avverso l’ordinanza del Presidente della Provincia Antonio Di Marco che individuava Edison come soggetto inquinatore della aree 2A e 2B. La sentenza del Consiglio di Stato è arrivata il 6 aprile 2020 (sent. 2301).
d) Non c’era stata la diffida del Ministero dell’ambiente diretta ad Edison per eseguire MIPRE e bonifica delle aree 2A e 2B e non si era svolto il tavolo tecnico con ARTA e ISPRA per l’approvazione della procedura che porterà alla bonifica a carico del soggetto inquinatore, in virtù del principio che “chi inquina paga”. Il tavolo si è svolto il 1 ottobre 2020 e prevedeva il capping dell’area (eseguito), l’analisi di rischio e il processo operativo di bonifica.
e) Quando abbiamo iniziato i lavori di questa Commissione non era stata ancora emessa l’ordinanza della polizia provinciale che individuava il soggetto inquinatore delle aree del sito industriale (quelle in esercizio dove ha sede oggi la Società Chimica Bussi). E’ stata formalizzata il 19 dicembre 2019.
f) Durante i lavori della Commissione è stata rilasciata l’AUA, Autorizzazione Unica Ambientale, per il desorbimento (processo sperimentale) del primo lotto delle aree a nord della località Tre Monti, che ora consente di iniziare la bonifica a carico di Edison.
g) Per la prima volta durante questa Commissione il Ministero della Difesa ha risposto e inviato tutta la documentazione relativa alle aree ex Iprite ed ex Fosgene, che non vengono ad oggi prese in considerazione da nessun progetto di bonifica.
h) Durante il lavoro di questa Commissione sono stati riattivati gli impianti di Pump&Stock installati da Solvay. Nel 2020 sono stati trovati spenti da Edison e in particolare da Arcadis Italia, per conto di Edison.
i) Durante i lavori di questa Commissione, per la precisione il 9 novembre 2018, è partito l’accantieramento della bonifica, ad opera di Edison, dell’area ex Montecatini di Piano d’Orta di Bolognano.
Luigi Moscone – segretario del circolo PD di Bussi
Per i bussesi la forma principale di risarcimento è la bonifica, che aspettiamo e vogliamo fortemente. Auspichiamo che la bonifica comprenda anche le aree ex Iprite ed ex Fosgene, attualmente escluse dal progetto Goio. Attendiamo la sentenza del Consiglio di Stato del prossimo 13 maggio, all’esito della quale capiremo come fare per bonificare anche quelle aree, perché per Bussi e per l’intera Val Pescara è fondamentale che la bonifica sia integrale e non parziale.